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Walter Amaducci: Dante a San Pietro

Dante a San Pietro.    






Relazione di Walter Amaducci
al convegno "Dante e le signorie di Romagna"
Cesena, 9 ottobre 2021.



QUELLA VOLTA CHE DANTE VENNE A CESENA
E SI FERMÃ’ A SAN PIETRO



1. DANTE A SAN PIETRO
Il contatto tra Dante e i monaci Vincaretani di San Pietro è stato da me apertamente ipotizzato nel contesto di uno studio sul Priorato di San Pietro a Cesena, sulla scia dell'analogia con Aurelio Saffi («Quale italiano non vorrà conservata e onorata una chiesa dove Dante pregò?») e Giosuè Carducci («Forse Francesca temprò qui li ardenti / occhi al sorriso? (...) Forse qui Dante inginocchiossi?»): tutti i loro interrogativi si trasformarono presto in dati acquisiti.

2. I VINCARETANI
C'è un legame di antica data tra la famiglia dei Da Polenta e una comunità religiosa sorta nel vicino "Vincareto" (zona di vimini:). «La Congregazione di Vincareto (...) rientra in quella fioritura di istituzioni locali, in particolare di eremitaggi, che erano vere comunità religiose e che si distinguevano per una vita più austera oppure si dedicavano all'assistenza dei malati e dei pellegrini. Essa era sorta alla fine del XII secolo sotto la protezione dei vicini conti di Polenta e favorita anche da Innocenzo III.». (Maccarrone)
La comunità di Vincareto nel 1225 si aggregò ai Canonici regolari di San Marco di Mantova: questo le consentì di espandersi nella regione romagnola e di costituirsi a sua volta in congregazione, retta da un priore generale. Nel giro di un secolo tale espansione aveva raggiunto livelli notevoli, sia dal punto di vista quantitativo che sul piano del prestigio e dell'autorevolezza.

3. IL PRIVILEGIUM DEL 1315
Con un atto notarile dell'8 aprile 1315, il vescovo di Cesena, Giovanni delle Caminate, intese risolvere una vertenza con Donato priore di Vincareto, rinunciando ad ogni suo diritto e riconoscendo piena esenzione dalla giurisdizione diocesana alla chiesa di San Pietro in Strada e ai suoi priori a favore del monastero di S. Maria di Vincareto. Tale esenzione dovette essere motivata da un riconoscimento dell'opera di questi monaci, ricollegabile ad un prezioso servizio di carattere pastorale.
I vincaretani erano dediti all'apostolato, per il loro legame coi canonici regolari di S. Marco di Mantova che, in sintonia con i mutamenti sociali, restituivano valore alla vita attiva, legando la vocazione sacerdotale non più alla sola contemplazione o al ritiro dal mondo, ma piuttosto alla predicazione, all'attività caritativa, al servizio pastorale ed educativo.

4. DANTE TRA POLENTANI E VINCARETANI
Dante visse a Ravenna, ospite di Guido Novello Da Polenta, dal 1318 al 1321 e morì a Ravenna la notte tra il 13 e il 14 settembre 1321, cioè due anni dopo quel 1319 che segnò l'inizio di una nuova stagione dei monaci di Vincareto a Cesena, in linea col Privilegium del 1315, e cioè l'attribuzione ad uno di loro (P. Lucio Tiberti) del ruolo di "parroco". A parte le frequentazioni condivise coi Polentani, Dante poteva essere e mostrarsi sensibile alla congregazione vincaretana innanzi tutto per la sua forma radicale di vita evangelica, accentuata da una volontà riformatrice, dal proposito di intensificare la scelta dell'austerità e della carità, coniugando inoltre la dimensione contemplativa con l'azione apostolica dell'evangelizzazione. Dante era molto attento alle recenti espressioni della vita consacrata, caratterizzate da vivacità e da un'autentica spinta riformatrice.
Avendo inoltre Vincareto adottato la regola dei Canonici regolari di S. Marco di Mantova si può immaginare una ripercussione immediata nell'animo di Dante per tale provenienza. Ma quell'esperienza religiosa avviata dal prete Alberto Spinola e riconosciuta dal suo vescovo fin dal 1197 e poi approvata da papa Innocenzo nel 1207, aveva tratti davvero peculiari, tali da meritare una viva attenzione in chiunque si interessasse di vicende ecclesiastiche. E Dante era uno di questi.

5. CONCLUSIONI

1. Nel giro di cinque anni, dal 1314 al 1319, nei Sobborghi di Cesena, la comunità monastica del Priorato di San Pietro in Strada, dell'Ordine di Vincareto, collegata con la Congregazione dei Canonici Regolari di San Marco di Mantova fu protagonista di eventi ecclesiastici di straordinaria portata.
2. La Congregazione di Vincareto era sorta nel territorio di Polenta alla fine del XII secolo e fin dalle origini era stata protetta dai Signori di Polenta. Da più di un secolo esistevano legami stretti tra Vincaretani e Polentani.
3. Dante visse a Ravenna, ospite di Guido Novello Da Polenta, dal 1318 al 1321. Nel contesto delle relazioni e dei rapporti tra i signori di Ravenna e le comunità vincaretane, si possono ben inserire e sostenere dei contatti con il priorato di San Pietro a Cesena che raggiunse nel 1319 l'apice della sua importanza e del suo prestigio.
4. A Dante non mancavano motivi di interesse personale nei confronti di un'esperienza di vita religiosa improntata alla radicalità evangelica e alla carità apostolica, come pure alla sua regola che faceva capo all'originale Congregazione di San Marco di Mantova, a sua volta derivata da quella dei Portuensi di Ravenna.

Walter Amaducci