Lucchi Mariangela
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LUCCHI MARIANGELA
Caro Don Lino
Ancora ti penso e ti rivedo nell’immagine che più mi è rimasta nel cuore, al campo scout, sedute in cerchio, tu suoni la fisarmonica e ci insegni a cantare: “C’è una lunga lunga traccia verso la terra del sogno”. Allora avevo solo undici anni e con quella canzone mi hai insegnato a pensare al senso della vita e della morte, vinta dalla resurrezione di Gesù.
Eri profondo nei tuoi pensieri ed altamente credibile nei tuoi insegnamenti, perché tu non ci dicevi delle parole ma ci trasmettevi la tua vita, la tua fede e in essa la tua gioia... sì perché eri una persona seria ed autorevole ma anche allegra. Subito mi sei stato simpatico, poi ti ho voluto bene, al tuo funerale ho pianto come per mio padre.
Quando venivo a Messa a San Domenico e c’eri tu sull’altare mi sembrava di entrare in casa mia. Sei stato la mia guida sicura per molti anni e mi appare l’immagine di noi guide, in fila indiana, che camminiamo per uno stretto sentiero in salita e tu davanti che ci apri la strada, attento ad ogni nostro passo, perché nessuna inciampi o resti indietro. Così mi hai fatto condividere il tuo amore per la montagna e mi hai insegnato che anche la vita è come salire una montagna, passo dopo passo, senza arrendersi alla fatica, sapendo che la meta è la gioia della vetta conquistata.
Sono ormai parecchi anni che non posso più vederti, ma so che ci sei e ti voglio ringraziare per la grande fede in Gesù Risorto che mi hai trasmesso, la certezza che con Lui camminiamo verso l’eternità, che nulla del nostro amore, della gioia e del dolore della nostra vita andrà perduto e che un giorno ci rivedremo. “C’è una lunga, lunga attesa, finchè ogni sogno si avveri, fino al dì ch`io possa andare per la lunga traccia con Te”.
Angiolla
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