Walter Amaducci

"Don Lino Mancini veniva da Cesena. Non tanto alto, di un'intelligenza superiore al normale, si è sempre distinto per la sua bontà, fortificata da una grande serietà.
Persona molto riflessiva, meditativa, certamente tra i migliori compagni che io abbia avuto, era noncurante, forse fino all'esagerazione, di ciò che potesse risultare secondario nella vita del seminarista. Anzi, era proprio assai lontano dalla concezione di stimare e di desiderare ciò che per un sacerdote è secondario o che fosse sostanzialmente lontano dalla spiritualità.
Era una persona libera nel modo di concepire le cose, ma sempre molto attento e riguardoso. A volte lo era anche verso chi vedeva negli aspetti della vita forse poco spirito soprannaturale. La sua umiltà era pari alla sua intelligenza, che rivelava una profonda vita interiore.
E' stato per noi suoi compagni un esempio da imitare. Sono rimasto sempre sorpreso di come un sacerdote, che consideravo eccellente per la sua vita e per i suoi ideali, non avesse mai fatto parlare di sé. E' passato - per quanto a me risulta - esemplarmente ricercando, così come quando era seminarista in preparazione del sacerdozio e in tutta la sua vita sacerdotale, il sopranaturale "porro unum est necessarium".
Non l'ho seguito nel suo ministero pastorale nella sua Diocesi, però ho sempre avuto notizie della sua ammirevole attività, ammirato da quanti hanno avuto il dono di seguirlo".

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