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Walter Amaducci: Presentazioni e premesse



Presentazione del 1° convegno



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Riuniti insieme nel ricordo di don Lino vogliamo subito esprimere in un Nome più alto quel legame che non passa e che proprio lui ci ha insegnato ad amare con fierezza.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Padre nostro.

Cosa direbbe lui di questa assemblea? Mi ha un po’ incuriosito questo pensiero. Molte volte ha avuto folle numerose attorno a sé. Ma non per sé: lui era un indice puntato con chiarezza e fermezza nella direzione di un Altro. Se anche qui, stasera, non ci fosse nel profondo questo desiderio ed intento, allora potrei sentirmi ripetere le prime otto parole che udii dalla sua bocca. Ero in prima media, al mio primo anno di seminario in via Roverella. Lo fermai sotto il porticato che separava i due il cortili e gli chiesi un autografo. Si fermò e mentre pazientemente stava scrivendo il suo nome sul mio taccuino commentò: «Babìn, no perd de temp cun stal sciuchézi!».
Per fortuna i nostri dialoghi non si fermarono a quel livello. Me lo ritrovai a Bologna come docente di Scrittura, gli sono subentrato come insegnante al Liceo classico, abbiamo collaborato in varie iniziative diocesane. Fruii del suo ultimo apporto durante la preparazione del sinodo.
Tutti noi, penso, avremmo solo l’imbarazzo della scelta se dovessimo esporre in un racconto quello che di indelebile è rimasto nella nostra vita, anche adesso nitido nella memoria, grazie all’incontro con lui, con la sua persona, con i sui insegnamenti. Stiamo riassumendo tutto ciò, in questi giorni, con l’espressione «maestro di vita».
Questo è stato don Lino. Sicuramente questo. Ma che altro ancora…? Mi parrebbe per il momento abbastanza presuntuoso affermare “ don Lino era questo”: i vari capitoli della sua ricca esistenza ne rivelano anche la complessità, richiedono la pazienza di chi sale su una delle sue amate vette, come il Pollice delle Cinque dita del Sassolungo che abbiamo scelto come icona di questo primo convegno; salire in alto per vedere di più, per vedere meglio la realtà che sta all’intorno.
Questa salita però si può fare solo insieme. Una testimonianza – per quanto vera e viva – non basta, non ne bastano alcune. Questo bisogno di non disperdere un ricco patrimonio, la possibilità di metterlo in rete, in circolazione, mi ha convinto a lanciare l’appello a cui con prontezza i chiamati hanno risposto; tra questi anche voi.
Ho già raccontato più volte i due episodi che mi hanno convinto a non attendere oltre. Primo: il ritrovamento sui tavoli di un mercatino dell’usato di 19 quaderni manoscritti di don Lino (alcuni di questi risalgono ai suoi anni di seminario e portano la scritta: riservati al confessore): era l’estate del 2001, tre mesi prima della sua morte. Dove metterli al sicuro, ma soprattutto che uso farne? Secondo: durante una ricerca sulla ricezione del Concilio a Cesena ho preso atto ancora una volta del ruolo centrale svolto da don Lino nella nostra diocesi, per tutto il laicato cattolico e lo stesso clero. Ma di tutte le conferenze, i corsi, le scuole non è stato pubblicato tanto.
Articoli sul settimanale sì, montagne di ciclostilati anche, decine di audio-registrazioni certamente (Peppino Comandini ci ha consegnato ben 115 audiocassette a fine luglio, un mese prima di lasciarci), quaderni e altri manoscritti, forse lettere importanti; ma tutto ancora sparso in mille luoghi.
Il 21 marzo scorso ero dal vescovo con don Bruno Benini, Roberto Iacuzzi e Marino Mengozzi, per esporre il progetto di un’associazione che si facesse promotrice di una raccolta sistematica e della valorizzazione di tutta la documentazione possibile riguardante don Lino. Il vescovo accolse con favore e incoraggiò tale progetto, che ora espongo.

RICOGNIZIONE E RACCOLTA SISTEMATICA

1. testimonianze su don Lino da parte di amici e conoscenti (circa 60 già contattati)
2. articoli pubblicati su La Voce - Corriere Cesenate - Bollettino diocesano - Il Savio
3. manoscritti o ciclostilati curati da don Lino
4. ciclostilati di lezioni, conferenze ed omelie di don Lino trascritte da altri
5. sbobinatura di nastri registrati
6. raccolta di foto e videoregistrazioni
7. censimento o raccolta di materiale vario (biblioteca personale, oggetti, …)

RICOSTRUZIONE DEI GRANDI CAPITOLI DELLA SUA VITA

Seminario: studi e formazione
Biblista, docente di teologia
Docente al Liceo Ginnasio V. Monti
Azione Cattolica - gruppo S. Paolo
Agesci
Gioventù Studentesca – Comunione e Liberazione
Parroco a San Domenico
Malattia e stagione conclusiva
Resistenza - Impegno politico - Gruppo di studi sociali
La passione della montagna

Perché tutto questo? A quale scopo?

Per fare memoria di lui, nel senso più ricco del termine.
Per mettere a disposizione delle fonti preziose altrimenti non fruibili.
Per mettere in luce, fare emergere un metodo. Un metodo sempre valido, sempre attuale – ma non per questo automatico e garantito – di vita cristiana e di educazione alla vita cristiana.

Come raggiungere questi obiettivi?

Siamo qui per questo. Oggi parte l’associazione e il primo apporto degli associati sarà quello di arricchire un programma che ha tracciato la sua prima tappa, da oggi al 2011, decennale della morte di don Lino:
una collaborazione nell’opera di ricognizione e di raccolta delle fonti,
una serie di convegni, con pubblicazioni a tema,
una biografia di don Lino, ampia e documentata, che si avvicini il più possibile alla completezza.
Ma su questo torneremo più tardi.

Chiudo col mio benvenuto a tutti voi e il mio grazie sincero a nome dell’associazione registrata formalmente lunedì scorso, 22 ottobre, e che porta il nome di "don Lino Mancini".
Adesso possiamo partire proprio da lui.

Cesena, Palazzo Ghini - 26 ottobre 2007

Walter Amaducci





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