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Walter Amaducci: Conferenze



Il santo Curato d'Ars



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Walter Amaducci

IL SANTO CURATO D'ARS



"Cristo si è veramente fermato ad Ars, all'epoca in cui vi era Curato Jean Marie Vianney. Sì, si è fermato e ha visto le folle degli uomini e delle donne del secolo scorso stanche e sfinite come pecore senza pastore. Cristo si è fermato qui come il Buon Pastore. Un buon pastore secondo il cuore di Dio - diceva Jean Marie Vianney - E' il più grande tesoro che Dio possa accordare ad una parrocchia, è uno dei doni più preziosi della misericordia divina" (Giovanni Paolo II, ad Ars, ai sacerdoti).

Dieci anni fa, il 14 agosto 1995, di ritorno dalla Francia dove avevo trascorso alcune giornate con i seminaristi, scrivevo: "Cluny... Taizé... La terza tappa è Ars. Questa sosta è davvero intensa e commovente. Qui non permetto alla fretta di esercitare la sua tirannia. Il tempo è davvero poco, d'accordo, ma cerco di sfruttarlo e assaporarlo con tutta la tenacia possibile. Così mi ritiro in solitudine, negli angolini pià significativi della piccola chiesa, soprattutto nella cappella della Vergine. Qui medito, prego, scrivo. Mi soffermo in preghiera davanti all'urna di S. Giovanni Maria Vianney, con tutto il raccoglimento possibile anche se non è facile in questa parte della nuova grande chiesa che con l'altra comunica e si è resa necessaria per l'accoglienza dei pellegrini. Non manca la visita alle stanze della vecchia canonica, ai vari ambienti antichi e nuovi di una parrocchietta che è diventata tutta un santuario. Lascio Ars con in mano una bianca statuetta del Santo Curato e nel cuore un grande bisogno di conoscerlo meglio, di lasciarmi trascinare dalla sua figura austera e zelante".

Il desiderio di conoscere meglio San Giovanni Maria Vianney mi portò in pochi giorni a leggere la voluminosa biografia di Francis Trochu, Il Santo curato d'Ars, libro di 717 pagine che prima mi fu prestato e poi regalato dalla prof. Anna Bisacchi. Il 3 settembre, ultimata la lettura, potevo contemplare questa statuetta con un'ammirazione e una sospensione d'animo nuove. Erano passati infatti molti anni dalla mia prima conoscenza del Curato, avuta in seminario grazie a quelle letture e a quelle filmine che sottolineavano i tratti di una vita straordinaria, quasi tutta fuori dal normale.
Poi, per circa trent'anni, San Giovanni Maria Vianney insieme a molti altri suoi "colleghi" del paradiso era stato collocato in una nicchia del subconscio, in attesa del suo giorno. Il giorno era arrivato, o almeno così mi pareva. In realtà considero la sua immagine - che nel mio studio condivide gli sguardi della devozione con quella di S. Agnese - come una granata, una bomba alla quale non ho ancora tolto la sicura. Eppure è come se fosse iniziato un conto alla rovescia, soprattutto da quando sono parroco a San Pietro dove le persone più anziane si rivolgono a me chiamandomi "signor curato!"

"Non vedo l'ora di morire per vedere se era vero tutto quello che dicevo": questa battuta dell'anziano don Antonio Francisconi, ultranovantenne, ascoltata più volte sotto questo tetto, mi porta alla mente una variazione adatta al momento: "Non vedo l'ora di finire quest'incontro per sapere quello che avrò detto". Dovrò infatti scegliere un tragitto tra le montagne di vicende, aneddoti e frasi celebri del Curato per riuscire a dare un'idea del suo profilo spirituale.

Seguo come traccia il testo dell'articolo biografico del Curato d'Ars riportato nel Dizionario dei Santi di Alban Butler, integrato da notizie tratte dalla biografia di Francesco Trochu Il Santo Curato d'Ars, da quella di Marc Joulin Il curato d'Ars, un prete amico (di qui provengono anche le citazioni di frasi collocate in appendice) e da annotazioni tratte dal Grande libro dei Ritratti di Santi di Antonio Maria Sicari.

Giovanni Maria Vianney nasce l�8 maggio 1786, in una famiglia di contadini a Dardilly, un paese circa dieci chilometri a nord di Lione. Il padre si chiama Matteo, la madre Maria. Giovanni Maria è il quarto di sette figli. Quando scoppia la rivoluzione francese ha tre anni. Due anni dopo viene imposto a Dardilly un prete costituzionale, cioè uno di quelli che ha accettato l'accordo con il nuovo regime definito dalla costituzione civile del clero del gennaio 1791. Molti sacerdoti agiscono così in buona fede e pare che anche la gente di Dardilly non ne sia troppo scandalizzata. Ma nel 1794 la persecuzione religiosa si inasprisce, il parroco deve interrompere del tutto il ministero e la chiesa viene chiusa. Giovanni frequenta volentieri la chiesa fin dai quattro anni. I suoi genitori, però, assistono in segreto alle Messe di preti fuggiaschi fedeli a Roma. Durante il Terrore fa il pastorello nella fattoria del padre; è un ragazzo calmo, educato e religioso; preferisce giocare "alla chiesa" piuttosto che ad altri giochi, tranne il lancio degli anelli che gli riesce bene: già in questo pare consapevole delle sue qualità e dei suoi limiti.

A undici anni fa la sua prima Confessione; il confessore è ovviamente uno dei preti perseguitati. Due anni dopo, nell'estate del 1799, viene ammesso alla prima comunione in segreto, in una stanza di una casa privata di Ecully. L'esempio dei preti clandestini e perseguitati fa scoccare nel ragazzo la prima scintilla di vocazione al sacerdozio. Giovanni ha tredici anni, non sa leggere né scrivere e non sa neppure la lingua francese perché alla fattoria si parla il dialetto regionale.

Il 1799 segna una svolta importante per la politica europea e per i destini della Chiesa: con il colpo di stato del 9 novembre 1799 il generale Bonaparte prende in mano il potere e dà chiari segnali di tolleranza sulla questione religiosa. Napoleone sa bene che non potrà mai sperare nella pace interna del paese né ambire a qualsiasi forma di comando mettendosi contro la religione. Questa politica lo porterà in seguito a cercare un concordato con il Pontefice, concordato che verrà dichiarato legge di stato il 5 aprile 1802. Rinasce la speranza e la vita delle comunità cristiane rifiorisce progressivamente.
Giovanni Maria ha ormai diciott'anni e manifesta a suo padre il desiderio di diventare prete. Matteo Vianney deve mantenere gli altri membri della famiglia e provvedere alla fattoria; non può quindi permettersi di mandare a scuola il figlio né di fare a meno dell'aiuto delle sue braccia. Passano ancora due anni e finalmente, a vent'anni, Giovanni Maria può partire per il vicino villaggio di Ecully, dove il sacerdote don Carlo Balley tiene una scuola nella propria canonica. Giovanni Maria alloggia presso gli zii Hubert. Sa leggere ma sa appena scrivere e il suo vocabolario francese è assai ristretto. Non è molto dotato per lo studio, trova difficolt� nel latino e comincia a scoraggiarsi.

Se lo sfondo della rivoluzione francese ha segnato la prima educazione di Giovanni Maria e ne ha forgiato la spiritualità semplice e tenace, l'incontro con don Balley risulta decisivo per il suo destino di cristiano e di sacerdote. Questo prete austero e paterno diventerà il suo maestro di vita e non solo l'insegnante di nozioni scolastiche e di materie teologiche. Nel marzo del 1806 Giovanni Maria, a Ecully, riceve dal cardinale Fesch il sacramento della Confermazione e aggiunge al nome di battesimo quello di Battista. Nell'estate del medesimo 1806 fa un pellegrinaggio a piedi di quasi cento chilometri, mendicando il cibo e l'alloggio, al santuario di S. Giovanni Francesco Regis, a La Louvesc, per chiedere attraverso l'intercessione del santo che Dio lo aiuti a schiudere la sua intelligenza allo studio e specialmente ad assimilare il latino. Gli studi non divengono più facili, ma egli acquista serenità e maggior fiducia.

L'anno seguente per errore non è incluso nella lista dei seminaristi esentati dal servizio militare, quindi è chiamato alle armi e deve presentarsi allo scalo di Lione il 26 ottobre 1809. Ma due giorni dopo si ammala e viene mandato all'ospedale: così il suo reparto parte senza di lui. II 5 gennaio riceve l'ordine di presentarsi di nuovo; strada facendo si ferma in una chiesa a pregare e arriva quando il reparto è già partito: cerca di raggiungerlo, ma invano. Sta riposandosi all'inizio di una salita, quando uno sconosciuto gli batte sullo zaino e gli dice di seguirlo; arrivato poco dopo a una capanna isolata, scopre che lo sconosciuto fa parte di un folto gruppo di disertori. Passati alcuni giorni, Giovanni M. si presenta al sindaco del luogo, persona molto comprensiva, il quale gli dice che anch'egli è stato disertore e gli offre di rifugiarsi in casa di suo fratello dove per quattordici mesi Giovanni M. istruisce i bambini, lavora nella fattoria e cerca di studiare. Nel marzo del 1810 Napoleone proclama un'amnistia e all'inizio dell'anno successivo, quando suo fratello si presenta alle armi in anticipo come volontario al posto suo, Giovanni può tornare a casa libero.

Nel 1811 Giovanni Maria riceve la tonsura e alla fine dell'anno seguente è mandato a studiare filosofia al seminario minore di Verrières, poi nell'autunno del 1813 si trasferisce al seminario maggiore di Lione. Qui è in vigore la severa disciplina tradizionale, ma Vianney non fa progressi, perch� l�insegnamento � in latino. Alla fine del primo trimestre ne esce per essere istruito privatamente dal Balley, ma durante l�esame per il sacerdozio si sente venir meno; dapprima gli esaminatori rifiutano di accettarlo e consigliano il trasferimento a un�altra diocesi meno esigente: a quel tempo per� il livello intellettuale di moltissimi preti francesi � solo di poco superiore a quello dei loro parrocchiani. Vianney � interrogato privatamente e il suo caso di seminarista ignorante ma devoto viene presentato come problema al vicario generale mons. Courbon, che domanda: �Il signor Vianney � buono?�. �� un modello di bont� � la risposta. �Benissimo, allora sia ordinato: la grazia di Dio far� il resto�. Il 2 luglio 1814 Giovanni Maria riceve gli ordini minori e il suddiaconato, poi torna a Ecully per studiare e nel giugno del 1815 diviene diacono. Occorre riconoscere che i superiori del Vianney hanno sempre valutato con grande sapienza il suo �caso�.

La domenica 13 agosto Giovanni Maria, di buon�ora, � ordinato sacerdote a Grenoble, dal vescovo locale mons. Simon. Viene ordinato per la diocesi di Lione, con la condizione che la facolt� di confessare gli sar� conferita pi� tardi dal proprio ordinario. Grenoble si trova a circa cento chilometri da Lione e il diacono Vianney vi si reca da solo, senza essere accompagnato da parenti n� da amici. Il viaggio presenta anche dei rischi: Napoleone � stato sconfitto a Waterloo il 18 giugno e ora la Francia � invasa da soldati austriaci. Ricevuta l�ordinazione Giovanni Maria Vianney � nominato cappellano del Balley a Ecully dove prende a condurre una vita molto austera, come gi� fa il parroco. Soltanto alcuni mesi dopo la sua nomina riceve la facolt� di ascoltare le confessioni, lui che dovr� passare tre quarti della sua vita dentro un confessionale! Il suo modo cos� insolito di unire grande seriet� e profonda compassione fa abbastanza presto di lui un confessore molto popolare.

Il 17 dicembre 1817 muore don Balley, dopo essersi confessato, aver ricevuto l�Estrema Unzione e il Viatico proprio da don Vianney che lo piange come un padre. �Ha una colpa - dir� il santo Curato - di cui gli sar� difficile giustificarsi davanti a Dio: di avermi fatto ammettere agli ordini sacri�. Il sacerdozio in realt� Vianney lo desiderava con tutto il cuore, ma se ne sentiva profondamente indegno. Quando alcuni anni dopo un parroco vicino, forse anche un po� geloso dei suoi successi di confessore, gli scriver�: �Signor curato, quando si possiede cos� poca teologia non si dovrebbe mai entrare in un confessionale� Vianney gli risponder�: �Voi siete il solo che mi abbia conosciuto bene� e lo pregher� di convincere il vescovo a rimuoverlo.
Nel gennaio del 1818 Vianney � nominato parroco dello sperduto villaggio di Ars-en-Dombes, un posto desolato adatto a uno dei tanti preti non istruiti del tempo. Ars (anticamente chiamato Artis Villa) si trova a 35 chilometri a nord di Lione. � davvero un paesucolo, bench� un documento del 980 attesti gi� in questo luogo la presenza di una chiesa e di una parrocchia organizzata. Ora conta una quarantina di case di argilla coperte di paglia, la maggior parte di queste sparsa tra i frutteti. Gli abitanti sono circa 230. A mezza costa sorge la piccola chiesa, col cimitero addossato, la canonica e, vicino all�abside, una piazzetta con ventidue noci. In fondo alla valle sorge il castello dei Garets di Ars.

Don Vianney percorre a piedi i pi� di trenta chilometri che separano Ecully da Ars e vi giunge la sera di venerd� 13 febbraio 1818, accompagnato dalla vedova Bibost e da un carrettiere che trasporta le sue cose. Smarrita la strada a causa della nebbia si rivolge a dei pastorelli per farsela indicare. Ad uno di questi, di nome Antonio Givre, dice: �Mio piccolo amico, tu mi hai insegnato la strada di Ars e io ti insegner� la strada del paradiso�. Varcato il confine di Ars si inginocchia a pregare e invoca l�Angelo custode della parrocchia.
Il nuovo parroco � contrario alle tendenze correnti e non gli basta occuparsi esclusivamente dei pochi fedeli abituali. Raddoppia le sue austerit�, fa uso del cilicio, dorme su nude assi di legno, vive per i primi sei anni di patate cotte una volta alla settimana e di poco altro, si sacrifica in ogni modo per le inadeguatezze del suo debole gregge in quel villaggio sperduto. Ogni mattina egli prega per tre ore almeno. Rimane a lungo in silenzio, gli occhi fissi al tabernacolo. Il momento culminante, l�azione delle azioni, sar� la celebrazione della santa Messa nella quale si immerge totalmente. Quando, anche visibilmente, pi� di una volta apparir� trasformato ed estatico, dovr� esortare chi vi partecipa a distogliere lo sguardo dal suo volto per non distrarsi.

Dopo avere visitato tutte le famiglie e istituito classi regolari di catechismo per i bambini d� inizio al suo grande progetto: la conversione totale di Ars a una vita realmente cristiana. La malattia spirituale di Ars � quella di un paganesimo pratico: le cose terrene vengono prima di tutto il resto. Tanti limiti colpiscono dolorosamente il curato: si trascura la Messa domenicale senza rimorsi, si lavora anche di domenica, troppi bestemmiano, anche i fanciulli, c�� la piaga delle osterie, la passione del ballo, delle veglie fino a tarda notte, poca assiduit� al catechismo, l�ignoranza dilaga. La gente � un po� selvatica, non si allontana mai da quel buco.

Giovanni Maria Vianney opera instancabilmente con il suo esempio prendendo contatto con ciascuno individualmente, dedicando lunghe ore all�esame minuzioso e alla direzione in confessionale. Le sue prediche sono ben preparate; egli utilizza spesso dei prontuari per la predicazione, i �sermonari�, ma adatta all�uditorio i suoi discorsi, li pronuncia con naturalezza ma anche con grande vigore. Si diceva che le prediche erano �lunghe e sempre sull�inferno�. Il cristianesimo popolare di allora era ancora in larga misura una religione del timore; certi resti di un giansenismo un tempo di moda, ma ancora presenti nei suoi insegnanti, favorirono probabilmente l�austerit� di Vianney.

Vianney constata che nelle taverne del villaggio si spendono troppi soldi. Ci sono molte case nei piccoli villaggi di tutta Europa che fungono anche da rivendite occasionali di alcolici, sia per gruppi di amici, che per clienti regolari. Ad Ars ci sono ben quattro osterie che entrano subito nel mirino del curato. Dapprima vengono chiuse le due vicino alla chiesa per mancanza di clienti, poi le altre due; in seguito ne vengono aperte altre sette una dietro l�altra ma tutte devono chiudere.

Egli conduce pure una guerra contro il linguaggio scurrile, utilizzando nelle sue prediche espressioni aggressive in modo che tutti capiscano, cosa che d� un�idea della sua vivacit� �contadina� e del suo acume psicologico; esige inoltre che si vestano abiti modesti. Per otto anni lotta per l�osservanza domenicale, non solo per portare tutti alla Messa e al Vespro, ma anche per abolire il lavoro domenicale non indispensabile. � risolutamente contrario ai balli, che vede come occasione di peccato per quelli che ballano e per quelli che vi assistono, e rifiuta l�assoluzione a quelli che persistono; conduce questa battaglia per venticinque anni, sembra con successo. Sull�arco della cappella di S. Giovanni Battista, nella chiesa parrocchiale ha fatto scrivere: �La sua testa fu il prezzo di una danza!�.
Secondo la nostra mentalit� Giovanni M. pu� sembrare un antipatico guastafeste, e anche molti suoi contemporanei lo considerano un fanatico molesto. Tuttavia, la lotta contro gli alcolici e la stretta osservanza religiosa sono a volte gli unici mezzi disponibili per aiutare famiglie numerose a risollevarsi da una condizione di semiabbruttimento a quella di una povert� rispettabile. Quanto al ballo, fino alla met� del XX secolo molti preti francesi e non francesi lo considerano il principale strumento di scristianizzazione.

Nel 1821 il distretto di Ars diviene parrocchia succursale e nel 1823 parte della ricostituita diocesi di Belley. Nonostante calunniosi attacchi contro il �riformista� Vianney, il nuovo vescovo gli conferma fiducia e gli chiede di tenere varie missioni parrocchiali.
Nel 1823 Vianney manda due ragazze del villaggio, Caterina Lassagne e Benedetta Lardet, nel convento delle suore di S. Giuseppe perch� siano addestrate e nel 1824, sotto la sua guida, esse aprono ad Ars una scuola gratuita per ragazze. Tre anni dopo questa diviene La Provvidenza, istituzione poi famosa, che vive di elemosine e fornisce alloggio gratuito a orfanelle e altre bambine abbandonate, dalla quale nessuno viene mai espulso; le due donne e i loro aiutanti non ricevono stipendio. A un certo punto Vianney deve provvedere a sessanta persone; si parla di rifornimenti miracolosi, come la soffitta improvvisamente riempita di grano e una moltiplicazione di pani: come spesso accade, queste possono essere esagerazioni, che rivelano per� la fama di santit� che accompagna il curato

Nello stesso tempo, a partire dal 1824 e per pi� di trent�anni, giorno e notte, Vianney subisce fenomeni molesti, che dice essere persecuzioni del demonio; riferisce, a volte con la conferma di testimoni diretti, di rumori, voci, violenze sulla sua persona e bruciature inspiegabili del letto.
Per spiegare le �infestazioni diaboliche� di Vianney, i suoi avversari (tra cui anche diversi sacerdoti) tirano in ballo l�ossessione, sorta per la resistenza alle sue riforme, e la depressione, derivante dalle dure critiche mossegli dagli stessi sacerdoti dei paesi vicini di possedere �zelo cattivo�, �ambizione�, �presunzione�, e di essere �ciarlatano� e �impostore�. �Povero curatino d�Ars! � commenta �cosa non gli fanno dire e fare! Adesso non predicano pi� sul Vangelo ma su di lui�. Lo denunziano anche al vescovo, che per� rifiuta di prendere qualsiasi provvedimento; quando un prete chiama Vianney �matto� il prelato dice al ritiro annuale del clero: �Signori, vorrei che tutto il mio clero avesse un po� della stessa pazzia�.

Giovanni Maria d� impulso a una intensa devozione per �la cara piccola santa Filomena� nome dato per errore a una vergine martire nel 1802, quando vengono ritrovate le ossa di una fanciulla sepolta in una catacomba romana; il culto che si sviluppa attorno alla presunta martire � incoraggiato dai papi Gregorio XVI e Pio IX e verr� soppresso solo nel 1960. Vianney costruisce una cappella a S. Filomena e per amore di modestia comincia ad attribuire a lei le guarigioni di cui si parla e gli altri fenomeni insoliti che la gente associa al suo straordinario carisma. Ars diviene luogo di pellegrinaggio: fin dal 1827 comincia un flusso costante di penitenti, che vengono anche da lontano in cerca della sua direzione spirituale in confessionale, cosa che disturba non poco i suoi invidiosi oppositori del mondo clericale.

Dal 1830 al 1845 la media dei visitatori giornalieri � di oltre trecento; alla stazione ferroviaria di Lione � aperto uno sportello speciale di prenotazioni per Ars dove viene emesso un biglietto di andata e ritorno, valido otto giorni per essere sicuri di avere un colloquio. Per Vianney questo vuole dire passare non meno di undici o dodici ore in confessionale d�inverno e nientemeno che sedici o diciassette ore d�estate, quando si alza all�una di notte e trova sempre penitenti ad attenderlo.
Negli ultimi quindici anni della sua vita tiene anche un�istruzione in chiesa ogni giorno alle undici: sono lezioni di catechismo semplici e toccanti, che ormai non ha pi� neppure tempo di preparare � come avviene anche per le omelie � e che pertanto affida con totale abbandono allo Spirito Santo. Verso la fine la sua debole voce non riesce a raggiungere tutto l�uditorio, ma basta guardarlo, sentire i suoi gemiti per uscirne sconvolti. Tra i suoi ascoltatori ci sono sacerdoti, religiosi e vescovi, unanimemente conquistati dalla sua predicazione.
Ricchi e poveri, dotti e ignoranti, laici e chierici, vescovi, preti e religiosi vengono a inginocchiarsi al suo confessionale: Vianney dice solo poche parole di consiglio, ma esse hanno la forza della santit� e non di rado si nota che esse rivelano una conoscenza soprannaturale della vita del penitente.

All�inizio egli tratta gli estranei con lo stesso rigore che usa verso i parrocchiani, ma con l�avanzare negli anni e l�approfondirsi del suo discernimento in rapporto a tutte le categorie e condizioni di persone diviene un consigliere pi� fine e acuto per le anime che si affidano totalmente alla sua direzione spirituale. Raccomanda anche la recita del rosario, dell�Angelus, di giaculatorie e la partecipazione alla liturgia della Chiesa. �La preghiera privata� dice �� come paglia gettata qua e l�: se le dai fuoco fa tante piccole fiamme, ma se l�ammucchi con altra e la incendi avrai una fiamma possente, che si elever� come colonna verso il cielo: tale � la preghiera pubblica�.

Si attribu� spesso a Vianney il dono della profezia e la capacit� di conoscere il passato o il futuro; questo dono non si estese mai agli eventi pubblici, ma fu a servizio dei singoli e della loro consolazione interiore. Si dice che abbia compiuto miracoli di guarigioni fisiche; il maestro della scuola di Ars diceva per� che �l�opera pi� difficile e straordinaria compiuta dal Curato � la sua vita�.
Quando il curato lascia la chiesa dopo la recita dell�Angelus per andare in canonica, dove gli viene portato il pasto da La Provvidenza, impiega anche venti minuti per fare una decina di metri: malati di mente, di spirito e di corpo si inginocchiano chiedendone la benedizione e le preghiere e gli strappano perfino pezzi di tonaca: �che devozione sviata!� esclama. Ma trova anche un metodo per svincolarsi rapidamente dai devoti: trae dalla tasca e getta lontano da s� una manciata di coroncine, croci e medagliette, e mentre tutti si gettano sul �santo bottino� egli si ritira e chiude la porta. Nei quarantun�anni trascorsi ad Ars coltiva il desiderio di farsi certosino o trappista; per tre volte scappa dal villaggio e nel 1843, dopo una seria malattia, il vescovo e altri devono insistere perch� ritorni.
Nel 1852 il vescovo di Belley lo nomina canonico onorario, ma egli non indossa mai la mozzetta e alla fine la vende per fare elemosine. Tre anni dopo � nominato cavaliere dell�ordine imperiale della Legion d�Onore, ma rifiuta di ricevere l�investitura e non porta mai la croce imperiale. �Quale vantaggio� dice �se alla mia morte mi presentassi davanti a Dio con queste cianfrusaglie ed egli mi dicesse: �Va� in perdizione! Tu hai gi� ricevuto la tua ricompensa�?�.

Nel 1853 Giovanni Maria fa l�ultimo tentativo di andarsene da Ars, ma il vescovo non gli permette di dimettersi; allora si consacra al suo ministero pi� assiduamente che mai. Nel 1858-1859 oltre mille pellegrini visitano Ars ogni settimana: egli ha settantatr� anni, lo sforzo � troppo grande. Il 18 luglio avverte che presto morir� e il 29 dice: �� la mia modesta fine; bisogna che chiamiate il parroco di Jassans. Perfino in quel momento fa inginocchiare alcuni penitenti accanto al suo letto per terminare le confessioni. La gente accorre ad Ars; venti sacerdoti accompagnano don Beau con il Viatico. �� triste ricevere la santa comunione per l�ultima volta� mormora Vianney. In piena estate, col caldo soffocante, al dottor Saunier che lo assiste scappa detto: �Se il caldo diminuisce possiamo ancora sperare�. Gli abitanti di Ars allora, per portare un po� di frescura alla canonica, distendono sul tetto lunghe tele che provvedono a bagnare servendosi di scale. Ma la morte � ormai imminente. Ricevuto il viatico e l�Estrema Unzione si sente chiedere: �Dove volete essere sepolto? �. �Ad Ars � risponde con un sospiro � Ma il mio corpo non � gran cosa�.

Muore serenamente il gioved� 4 agosto, alle due del mattino, mentre sul cielo di Ars scoppia un temporale con lampi e tuoni. Ha 73 anni ed � ad Ars da 41 anni. Le esequie, trionfali, vengono celebrate il 6 agosto, ma il feretro � poi deposto nella cappella di San Giovanni Battista, davanti al suo confessionale e vi rimane, custodito notte e giorno da persone della parrocchia per altri otto giorni, per consentire a migliaia di devoti di sfilare per un ultimo saluto. Il 14 agosto il corpo � calato nella tomba aperta in mezzo alla navata.
Non solo Ars � stata trasformata dalla santit� del suo curato, ma come un pugno di lievito quella comunit� stretta introno a lui ha saputo contagiare milioni di persone in Francia e in tutta Europa. Molti venivano a cercare un confessore, ma forse altrettanti erano spinti proprio dal desiderio di vedere questo fenomeno eccezionale: una parrocchia di cattolici praticanti nella Francia della met� del XIX secolo. Ma l�influenza del curato d�Ars � andata ben oltre quella esercitata direttamente da lui sui suoi contemporanei, attraverso l�opera di confessore o guida spirituale. L�efficacia della santit� supera ogni barriera di spazio edi tempo.
Nel 1925 Giovanni Maria Vianney � canonizzato da Pio XI e nel 1929 lo stesso pontefice lo nomina patrono principale dei parroci di tutto il mondo.

E oggi anche noi siamo qui a parlare di lui, soprattutto noi parroci che confidiamo nella sua protezione, ammirati dall�esempio delle sue virt� eroiche, convinti dell�attualit� e dell�efficacia del suo insegnamento, col rossore sul volto quando i nostri occhi incrociano i suoi, quando scrutano il suo viso cos� affabile e paterno, ma dal richiamo nitido e infuocato dell�uomo di Dio.



ANTOLOGIA DI DETTI DEL SANTO CURATO D�ARS

IL SACERDOTE

Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro, come il vino mescolato all�acqua.
Quando il sacerdote � all�altare o sul pulpito, dobbiamo guardarlo come se fosse Dio stesso.
Quanto � grande il sacerdote! Se egli si comprendesse, morrebbe... Dio gli ubbidisce: dice due parole e Nostro Signore scende dal cielo.
Se non vi fosse il sacramento dell�Ordine non avremmo Nostro Signore. Chi � che lo ha messo l�, nel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto l�anima nostra al suo ingresso nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparer� a comparire innanzi a Dio, lavandola per l�ultima volta nel sangue di Ges� Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest�anima viene a morire, chi la risusciter�, chi le render� la calma e la pace? Ancora il sacerdote.
Solo in cielo si comprender� la felicit� di celebrare la messa.
Il sacerdote non � sacerdote per s�. Non pu� assolvere se stesso. Non pu� amministrare i sacramenti a se stesso. Egli non � per se stesso: � per voi.
Non sarebbe male se un sacerdote morisse a forza di fatiche e di pene sopportate per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Lasciate per venti anni una parrocchia senza il sacerdote e vi si adoreranno gli animali.

LA SOFFERENZA E LA PENITENZA

Possiamo diventare santi, se non con l�innocenza, almeno attraverso la penitenza.
Ci lamentiano della sofferenza; avremmo ben pi� motivo di lamentarci se non soffrissimo, perch� non vi � nulla che ci renda pi� simili a Nostro Signore. Oh, come � bella l�unione dell�anima con Nostro Signore Ges� Cristo attraverso l�amore alla croce!
Quanto � consolante soffrire innanzi a Dio, sotto i suoi occhi, e poter dire alla sera, nell�esame di coscienza: �Coraggio, anima mia, oggi hai avuto due o tre ore di somiglianza con Ges� Cristo. Sei stata flagellata, coronata di spine, crocifissa con lui!...�.
Bisogna sempre avere Dio in vista, Ges� Cristo nella pratica e se stessi nel sacrificio.
Se amassimo Dio, saremmo felici di soffrire per amore di colui che si � degnato di soffrire per noi.
La croce � la scala per il cielo.
La croce � la chiave che apre la porta del cielo.
La croce � la lampada che illumina il cielo e la terra.

LA POVERT�

Pi� ci rendiamo poveri per amor di Dio, pi� siamo veramente ricchi.
Non ho mai visto nessuno rovinarsi facendo opere buone.
Una vecchia sottana si intona bene con una vecchia pianeta.
Gli amici dei poveri sono gli amici di Dio.
Spesso crediamo di dar sollievo a un povero, e si d� il caso che sia Nostro Signore.
Non bisogna mai disprezzare i poveri, perch� quel disprezzo ricade su Dio.
Avete voglia di pregare il Buon Dio, di passare la vostra giornata in chiesa; ma pensate che sarebbe molto utile lavorare per i poveri che conoscete e che sono in grande necessit�: questo � molto pi� gradito a Dio della vostra giornata passata ai piedi del santo tabernacolo.
Se avete tanto, date tanto; se avete poco, date poco; ma date di cuore e con gioia.

LA PREGHIERA

La preghiera non � altro che una unione con Dio
In questa intima unione, Dio e l�anima sono come due pezzi di cera che si fondono insieme.
Non dovremmo perdere la presenza di Dio, proprio come non perdiamo il respiro.
Alcuni si immergono nella preghiera come un pesce nell�acqua.
Per pregare bene, non c�� bisogno di parlare tanto. Sappiamo che il Buon Dio � l� nel santo Tabernacolo: gli apriamo il nostro cuore, godiamo della sua santa presenza. � questa la preghiera migliore.
La preghiera � come il fuoco, che fa dilatare i palloni e li spinge verso il cielo.
Pi� preghiamo, pi� vorremmo pregare. Come un pesce che prima nuota alla superficie dell�acqua, poi si immerge e si spinge sempre innanzi.
II Buon Dio � contento di essere importunato. L�uomo � un povero che deve chiedere tutto a Dio.
Dobbiamo pregare con molta semplicit� e dire: �Mio Dio, ecco un�anima molto povera, che non ha niente, non pu� far niente; fammi la grazia di amarti, di servirti e di riconoscere che sono un nulla�.
Il Buon Dio non ha bisogno di noi: se ci comanda di pregare, � solo perch� vuole la nostra felicit�, e la nostra felicit� pu� trovarsi solo in questo.
Oh, quanto � bella la preghiera!

ARGOMENTI PREFERITI

Oh, quanto � bello avere un Padre nel cielo!
O Ges� conoscerti � amarti!... Se sapessimo come ci ama Nostro Signore, moriremmo dalla gioia! Non credo che possano esservi cuori cos� duri da non amare vedendosi tanto amati... La nostra sola felicit� su questa terra � amare Dio e sapere che Dio ci ama.
Nostro Signore ha sofferto per noi nel suo cuore tutto quel che � possibile soffrire.
Egli � morto per tutti. Ci attende tutti in cielo.
Che peccato che si perdano per l�eternit� tante anime che sono costate al Buon Dio tante sofferenze.
Che cosa ci vuole per meritare il cielo? La grazia e la croce.
La croce � un dono che il Buon Dio fa ai suoi amici.
Oh, quanto sono infelici i poveri peccatori di non amare il Buon Dio!
Non capisco come si possa offendere Dio, � tanto buono!
Poveri peccatori, quando penso che ve ne sono che morranno senza aver provato neppure per un�ora la gioia di amare Dio...
Non � Dio che ci danna, siamo noi a farlo con i nostri peccati. I dannati non accusano Dio... Accusano se stessi.
Non amare pi� il Buon Dio nell'inferno, che sventura!
In cielo saremo felici della felicit� di Dio e belli della bellezza di Dio.
In cielo, saremo persi in Dio come il pesce nel largo dei mari.
Mio Dio! Che cosa dunque ameremo, se non amiamo l�Amore?
Rivolgiamoci alla Santa Vergine con grande fiducia e siamo certi che per quanto miserabili possiamo essere, lei ci otterr� la grazia della conversione.
Non si entra in una casa senza parlare al portiere! Ebbene, la Santa Vergine � la portiera del cielo!


ESEMPI PER I BAMBINI E PER LE PERSONE SEMPLICI

IL FIORE. Un bel fiore senza il sole non ha bellezza n� freschezza; lo stesso � della nostra anima nei riguardi di Ges� Cristo.

IL GRANO DI FRUMENTO. Occorreva che la discesa dello Spirito Santo facesse fruttificare questa messe di grazie. � come un grano di frumento. Lo gettate in terra: bene! Ma occorrono il sole e la pioggia per farlo spuntare.

LA PIETRA E LA SPUGNA. Senza lo Spirito Santo siamo come una pietra del sentiero. Prendete in una mano una spugna imbevuta d�acqua e nell�altra un sassolino. Dal sasso non verr� fuori niente; dalla spugna invece farete uscire l�acqua in abbondanza. La spugna � l�anima ricolma dello Spirito Santo, e il sasso � il cuore freddo e duro in cui lo Spirito Santo non entra.

L�OROLOGIAIO. Come l�orologiaio con i suoi occhiali distingue le minime rotelline di un orologio, noi, con la luce che ci d� lo Spirito Santo distinguiamo tutti i dettagli della nostra povera vita.

IL PESCE. Tirate fuori dall�acqua un pesce: non potr� vivere. Ebbene, � cos� per l�uomo senza Dio!
Il pesce non si lamenta mai di avere troppa acqua. Cos�, il buon cristiano non si lamenta mai di stare troppo con il Buon Dio.
Quando preghiamo dobbiamo aprire il nostro cuore a Dio come il pesce quando vede venire l�onda.

IL CORTILE. L�anima che prega poco � come quegli uccelli da cortile che, pur avendo ali tanto grandi, non le sanno adoperare.
Chi non prega � come una gallina o un tacchino che non pu� alzarsi nell'aria. Se volano per un momento, ricadono poi subito e, grattando la terra, vi si immergono, se ne aspergono e sembrano trovare piacere solo in quello.

IL SOLE. Il sole non si nasconde per paura di dar fastidio agli uccelli notturni!

IL MANTELLO. Le persone del mondo hanno sulle spalle un mantello foderato di spine. Non possono muoversi senza pungersi. I buoni cristiani, invece, hanno un mantello foderato di pelle di coniglio...

LO SCOLATOIO PER L'INSALATA. Quelli che sono orgogliosi hanno preso acqua solo con uno scolatoio da insalata.

II VERME E IL BRUCO. La lingua di un maldicente � come un verme che rode i buoni frutti, un bruco che insudicia i pi� bei fiori lasciandovi tracce della sua schiuma.

IL RAGNO. Certe persone fanno come il ragno che cambia in veleno anche la cosa migliore.

LA SANGUISUGA. Un buon cristiano avanza sempre sulla via della perfezione come un pesce s�immerge nelle profondit� dei mari. Quanto a noi, ahim�!, ci trasciniamo come una sanguisuga nel fango.

LA CARTA. Ci sono persone talmente deboli che, appena sono un po� tentate, si lasciano andare come carta afflosciata.

IL SEME DI RAPA. Che cosa sono i nostri peccati paragonati alla misericordia di Dio? Un seme di rapa di fronte a una montagna.

LA CANDELA. Avete visto questa notte la mia candela. Questa mattina ha finito di bruciare. Dov�� andata? Non esiste pi�: � annientata. Cos� i peccati che vengono assolti, non esistono pi�, sono annientati.

IL VASO. Dio opera nella nostra anima solo nella misura del nostro desiderio. Un vaso prende alla fontana solo l�acqua che pu� contenere.

LA FARINA. La terra intera non pu� contenere un�anima immortale, cos� come un pizzico di farina in bocca a un affamato non pu� bastare a saziarlo.

LA PIOGGIA. La preghiera � per l�anima nostra quel che la pioggia � per la terra. Concimate un terreno quanto volete. Se manca la pioggia, tutto quel che potrete fare non servir� a niente.

L�UVA. Nasce dalla preghiera una dolcezza gustosa, come il succo che proviene da un grappolo d�uva ben maturo.

L�OLIO. Come un olio prezioso e odoroso si diffonde in un lenzuolo fino all�ultimo filo, fino all�orlo, cos� la santa Eucaristia si comunica alla vostra anima

L�APE. Dopo la comunione l�anima si avvolge in un balsamo d�amore, come l�ape nei fiori.

IL GHIACCIO. Il cuore di Maria � per noi cos� tenero che quello di tutte le madri messe insieme sarebbe un blocco di ghiaccio in paragone al suo.

LA SCALA. L�uomo � creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua passione, ce ne ha ricostruita un�altra. La Santissima Vergine sta in cima alla scala e la tiene con le sue mani.

I SANTI

Se potessimo interrogare i santi, ci direbbero che la loro felicit� consiste nell�amare Dio e essere certi di amarlo sempre.
I santi sono come altrettanti piccoli specchi nei quali Ges� Cristo si contempla.
Tutti i santi hanno una grande devozione per la Santa Vergine; nessuna grazia viene dal cielo senza passare per le sue mani.
I santi avevano un cuore buono, un cuore limpido.
Per essere santi bisogna essere pazzi, aver perso la testa.
Gli amici del Buon Dio si riconoscono dappertutto.

IL SACRAMENTO DEL PERDONO

Il sacramento della penitenza, nel quale Dio sembra dimenticare la sua giustizia, per manifestare solo la sua misericordia...
Nel sacramento della penitenza, Dio ci mostra la sua misericordia e ce ne rende partecipi all�infinito.
Per ricevere il sacramento della penitenza, occorrono tre cose. La fede, che ci fa vedere Dio presente nel sacerdote. La speranza, che ci fa credere che Dio ci far� la grazia del perdono. La carit�, che ci fa amare Dio e ci mette nel cuore il dolore di averlo offeso.

Bisogna impiegare pi� tempo a chiedere la contrizione che a esaminarsi.
So bene che l�accusa che voi fate vi procura un momentino di umiliazione... Ma � poi davvero umiliante accusare i vostri peccati? Il sacerdote sa gi�, press�a poco, quello che potete aver fatto.

Quando il sacerdote assolve, bisogna pensare a una cosa sola: che il sangue del Buon Dio scorre sulla nostra anima per lavarla, purificarla e renderla bella come lo era dopo il battesimo.
Al momento dell�assoluzione, il Buon Dio si getta i nostri peccati dietro le spalle, cio� li dimentica, li annienta: essi non torneranno pi�.

Il Buon Dio sa tutto. Sa fin da prima che dopo esservi confessati, peccherete di nuovo. E tuttavia vi perdona. Quale amore, quello del nostro Dio, che arriva fino a dimenticare volontariamente l�avvenire, per perdonarci!

Non � il peccatore che torna a Dio per chiedergli perdono, ma � Dio stesso che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a lui.






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