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Walter Amaducci: Conferenze



Il Giubileo del 2000



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Walter Amaducci

IL GIUBILEO DEL DUEMILA


«Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (Luca 4,16-21)

UN ANNO DI GRAZIA DEL SIGNORE

«La storia mostra con quanto trasporto il popolo di Dio abbia sempre vissuto gli anni santi, vedendo in essi una ricorrenza in cui l’invito di Gesù alla conversione si fa sentire in modo più intenso» (Incarnationis mysterium, 5).
È un tempo speciale per me, il tempo adatto per pentirmi.
Sotto il segno dell’emergenza: è già tardi! Un minuto dopo il peccato è già tardi!
Conversione, anno di grazia: la scena si svolge nel campo dei porci, più che nella casa del Padre, che è sempre aperta. La porta santa è più larga... perché più squillante risuona la voce dell’araldo, come quella di Gesù a Nazaret: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
È l’anno di grazia del Signore, il tempo favorevole, come ascoltiamo ogni anno all’inizio di quel tempo forte che è la Quaresima:
«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2 Cor 6,2).

Quello del giubileo è essenzialmente un tempo di conversione e di rinnovamento interiore.

IL GRANDE GIUBILEO DEL DUEMILA

1. Il primo solenne annuncio del Grande Giubileo del Duemila lo troviamo nell’Enciclica “Redemptor hominis”. Il Papa parlava di un’ora solenne, di «questo tempo già molto vicino all’anno Duemila». «Sarà l’anno di un gran Giubileo». Grande Giubileo: passaggio di secolo e di millennio.
Una preparazione remota dunque, certamente nei pensieri del Papa. La Redemptor hominis è del 4 marzo 1979: si è da poco concluso il Giubileo del 1975 e si avvicina quello straordinario della Redenzione (1983); ma il Grande Giubileo è senza tentennamenti quello del Duemila.
2. La preparazione prossima è quella prospettata e avviata dalla Lettera apostolica Tertio millennio adveniente del 10 novembre 1994.
Questa Lettera apostolica è un documento completo, di principi e di linee programmatiche.
Una Lettera programmatica con indicazioni precise su contenuti dottrinali, spirituali, pastorali.

Prima fase: 1994-1996

 Creazione di un Comitato centrale per il Giubileo e di Commissioni nelle Chiese locali
 Aggiornamento dei martirologi della Chiesa universale, con particolare attenzione ai santi sposati e a quelli ecumenici
 Ipotesi di Sinodi continentali per le Americhe, l’Asia e l’Oceania
 In previsione viaggi del Papa a Sarajevo, in Libano, Siria e Terra Santa

Seconda fase: anni 1997-1999: Da Cristo e per Cristo, nello Spirito santo, al Padre.

1997: anno di Gesù Cristo

 Libro: Bibbia e Catechismo universale
 Sacramento: Battesimo
 Virtù: fede
 Impegno: ecumenismo e riscoperta della catechesi
 Devozione: Maria Madre di Dio

1998: anno dello Spirito Santo

 Sacramento: Cresima
 Virtù: speranza
 Impegno: nuova evangelizzazione e unità all’interno della Chiesa
 Devozione: Maria, donna del silenzio e dell’ascolto

1999: anno di Dio Padre

 Sacramento: Penitenza
 Virtù: carità
 Impegno: conversione e scelta dei poveri, diritti della donna, condono del debito estero del terzo mondo, confronto con il secolarismo, dialogo interreligioso
 Appuntamenti: incontro con ebrei e musulmani a Betlemme, Gerusalemme e sul Sinai; incontri con i rappresentanti di altre religioni
 Devozione: Maria esempio perfetto di amore
Grande Giubileo del Duemila dedicato alla Trinità

Obiettivo: la glorificazione della Trinità, dalla quale tutto viene e alla quale tutti si dirige, nel mondo e nella storia.
 Celebrazione contemporanea a Roma, in Terra Santa e in tutte le Chiese locali
 Cristo è l’unica via di accesso al Padre. Per sottolinerane la presenza viva e salvifica nella Chiesa e nel mondo si terrà a Roma, in occasione del giubileo il Congresso eucaristico internazionale. Eucaristia: sorgente di vita divina.
 Incontro pancristiano ; dimensione ecumenica ed universale del giubileo, di grata apertura a quelle religioni che volessero attenzione alla gioia comune dei discepoli di Cristo.

Chiesa missionaria. Nuova evangelizzazione.
Più l’occidente si stacca dalle sue radici cristiane, più diventa terreno di missione.
«La Chiesa crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine dell’uomo nonché di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sotto di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli » Christus heri, hodie, semper è il motto del logo o simbolo del Giubileo del Duemila.

Nota sul logo del Giubileo

In un campo azzurro di forma circolare si staglia la croce che sostiene l’umanità raccolta nei cinque continenti, raffigurati da altrettante colombe colorate (bianca, rossa, verde, gialla, azzurra: i colori simboleggiano i continenti; la loro vivacità ed armonia vogliono ricordare la gioia e la pace come doni auspicabili della celebrazione giubilare). È il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, che diventa uomo per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria (simboleggiata dal campo azzurro). La luce che si sprigiona dal centro della croce indica Cristo, luce d del mondo, unico salvatore dell’umanità, «ieri, oggi e sempre» (Ebrei 13,8). L’intrecciarsi delle colombe significa l’unità e la fraternità verso cui anelano i figli di Dio.

3. Il Giubileo è un evento di Chiesa. La responsabilità personale - attraverso l’appello alla conversione - è chiamata ad essere protagonista dell’accoglienza di uno straordinario dono di grazia. Ma la connotazione di un giubileo, mai come in questo caso, è stata fortemente plasmata e determinata dalla personalità e volontà di un papa.
Il giubileo di per sé è un contenitore: non è essenziale al Cristianesimo, come non lo è una chiesa fosse pure la cattedrale o un santuario come la basilica del Monte. Nei primi tre secoli di Cristianesimo non c’erano chiese: ma la comunità cristiana c’era e fisicamente e visibilmente si riuniva in qualche luogo (nelle case). C’erano gli appelli alla conversione, i tempi forti di celebrazione della misericordia del Signore, la penitenza rigorosa, la carità verso tutti, compresi i morti, nel qual caso assumeva i caratteri del suffragio...
4. Il giubileo cristiano
Il Giubileo cristiano, sappiamo tutti, ebbe origine nel 1300 non certamente per iniziativa pontificia: Bonifacio VIII prese atto di una corrente, anzi una marea di pellegrini e la convogliò...
Le interpretazioni storiche dell’origine e la evoluzione dei giubilei sono state già affrontate e non intendo ribadirle: se faccio qualche accenno è perché le teniamo presenti, sia per la continuità che per la discontinuità. I lati caratteristici del Giubileo del Duemila, come è proprio di ogni regola ermeneutica, trovano nel contesto e nel confronto i primi elementi di interpretazione e di garanzia di identità.

Ma innanzi tutto, che cos’è un giubileo? Qual è la sua essenza? Esistono alcuni tratti permanenti?

1. È un tempo di conversione e di rinnovamento interiore,
2. di riconciliazione con Dio e con i fratelli che culmina nel sacramento della Confessione,
3. di purificazione totale per una comunione piena con Dio, grazie al dono dell’indulgenza.

Presupposti, dati e non concessi:
Certezza dell’universale chiamata dei cristiani alla santità
Necessità della grazia divina mediata da Cristo e amministrata dalla Chiesa (» Pelagio)
Possibilità di una comunione piena con Dio già qui in terra

I segni e i gesti del Giubileo devono servire a questo, sono funzionali a questo.

Il pellegrinaggio
Roma - Terra Santa - La Cattedrale
Le altre chiese giubilari decise da ogni singolo Vescovo per la propria diocesi
Visita ai fratelli in difficoltà
La vita è un viaggio. Il pellegrinaggio consiste nell’andare verso una meta significativa che richiama la meta definitiva.
Pellegrinaggio: esistenza dell’uomo come un cammino: (homo viator)
Caratteristiche: veglia, digiuno, preghiera (il pellegrinaggio non è viaggio turistico; il pellegrino avanza sulla strada della perfezione cristiana)

La porta santa a Roma. Gesù: «Io sono la porta». Gesù unico accesso alla vita di comunione con Dio (Lo scopo)
Lasciare per entrare, dal peccato alla grazia.
Aperta per la prima volta nella basilica del SS.mo Salvatore in Laterano durante il Giubileo del 1423.
L’indulgenza: l’avvenuta riconciliazione con Dio non esclude la permanenza di alcune conseguenze del peccato dalle quali è necessario purificarsi. Al peccatore pentito è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa (la pena eterna è stata rimessa).
Citando il catechismo della chiesa cattolica «ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta ‘pena temporale’ del peccato, espiata la quale viene a cancellarsi ciò che osta alla piena comunione con Dio e con i fratelli».
La comunione dei santi nel corpo mistico: meraviglioso scambio di beni spirituali in forza del quale la santità dell’uno giova agli altri ben al di là del danno che il peccato dell’uno ha potuto causare agli altri (pure reale)

Disposizioni per ricevere l’indulgenza giubilare:
 Confessione sacramentale individuale ed integra
 Partecipazione all’Eucaristia
 Professione di fede o Credo
 Preghiera secondo le intenzioni del Papa
 Visita a una delle chiese indicate ( o a un fratello bisognoso)

PELLEGRINAGGIO INTERIORE

Urbano VIII con la Pontificia sollicitudo (28.1.1625) (Bollario dell’Anno Santo. EDB, Bologna 1998) concedeva l’indulgenza «a tutte e singole le claustrali, e anche agli anacoreti ed eremiti, e anche ai fedeli cristiani di ambo i sessi sia incarcerati sia infermi»: aveva inizio un Giubileo non solo Romano per gli impossibilitati.
Non è una novità, dunque, se i religiosi e le religiose tenuti alla clausura, gli infermi e tutti coloro che comunque non fossero in grado di uscire dalla propria abitazione, potranno com- piere, in luogo della visita a una certa chiesa, una visita nella cappella della loro casa, o unirsi spiritualmente ai pellegrini offrendo a Dio le loro preghiere, le loro sofferenze e i loro disagi.

ALTRI LUOGHI

Accanto alla visita alle Basiliche romane, è prevista quella in Terra Santa e quella alla propria Cattedrale o ad altre chiese indicate dal Vescovo (per Cesena-Sarsina: la Concattedrale di Sarsina, la Basilica di S. Maria del Monte, il Santuario del SS. Crocifisso di Longiano).
Il Giubileo fu esteso da Benedetto XIV «a tutti i fedeli cristiani di ambo i sessi, in qualsiasi parte del mondo abitino, se avranno visitato devotamente la cattedrale della diocesi o la chiesa più importante e altre tre chiese della stessa città o del luogo» (Benedictus Deus 25.12.1750).
Questa preoccupazione di venire incontro a molte persone non segue la logica dello ‘sconto’. Lo stesso vale per la scadenza giubilare che già Urbano VI (1378-1389) aveva portato a 33 anni perché Cristo «nell’anno trentesimo terzo saldò per noi al Padre eterno il debito di Adamo» ma anche avendo considerato come «l’età degli uomini diventi di giorno in giorno più breve, non pervenendo parecchi al loro cinquantesimo anno» (Salvator noster Unigenitus (8.4.1389) e nello zelo lo indisse per il 1390, ma morì il 15 ottobre 1389 (epoca tristissima dello scisma d’occidente, con l’antipapa Roberto di Ginevra, Clemente VII - 1377: Gregorio XI era tornato a Roma da Avignone)

Paolo II (Pietro Barbo, il costruttore di Palazzo Venezia), che usò per la prima volta il termine Giubileo, lo volle a cadenza di 25 anni a causa della brevità della vita (Ineffabilis providentia 19.4.1470). Il povero Paolo II morì per un colpo apoplettico l’anno seguente, il 26 luglio 1471 e il giubileo del 1475 fu celebrato dal successore Sisto IV.

RIDUZIONE DELLE VISITE

1300: Bonifacio VIII: trenta visite alle basiliche dei SS: Pietro e Paolo (15 per gli stranieri)
1900: Leone XIII: venti visite per i Romani e dieci per gli altri
1933: Pio XI: anno santo straordinario della Redenzione: tre visite, anche consecutive alla stessa basilica (sconto)
1950: Pio XII: Visita alle quattro basiliche, o in luogo della visita, opere di religione, di carità e di pietà
1975: Paolo VI: visita a una delle quattro basiliche o uniti spiritualmente al pellegrinaggio «dal luogo in cui si trovano» (Apostolurum limina 23.5.1974)

SEGNI DI CARITÀ

1950: opere di religione, di carità e di pietà.
Dal “pellegrinaggio interiore” (1625) all’uniti spiritualmente di Paolo VI (1975) il segno (o l’opera) si purifica sempre più, ed esce anche da alcune ambiguità come poteva essere la capiente cassa con tre serrature, fatta collocare da Alessandro VI nel 1500 accanto alla porta, con l’invito a lucrare l’indulgenza, applicabile ai defunti se i pellegrini, tra l’altro, «avranno depositato nella cassa stabilita nella basilica di san Pietro una qualche elemosina per la riparazione della basilica» (Varcata la soglia, avevano dimenticato per l’eccitazione di cantare il Te Deum...).




INCARNATIONIS MYSTERIUM
Bolla di indizione del Grande Giubileo del 2000: 29 novembre 1998

«Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi
per opera di Gesù Cristo,
secondo il beneplacito della sua volontà...
egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà,
secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito
per realizzarlo nella pienezza dei tempi:
il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose,
quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1, 3-6. 9-10)

Quello del Duemila è il 26° giubileo della storia cristiana: il 1°, quello del 1300, riprendeva un’antica tradizione che elargiva «abbondanti remissioni e indulgenze di peccati» a quanti visitavano nella Città eterna la Basilica di San Pietro; Bonifacio VIII - ricorda il papa - volle concedere in quell’occasione «un’indulgenza di tutti i peccati non solo più abbondante, ma pienissima».
Anno santo con due centri: Roma e la Terra Santa
Notte di Natale 1999: apertura della porta santa in S. Pietro
Giorno di Natale: Gerusalemme e Betlemme, altre basiliche patriarcali di Roma, chiese locali.
Il 18 gennaio (inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) apertura della porta santa a S. Paolo fuori le mura, per il peculiare carattere ecumenico che connota questo giubileo
Chiusura: Epifania del 2001

I NUOVI SEGNI

1. Purificazione della memoria
Un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani. La storia della Chiesa è stata macchiata purtroppo anche da momenti di controtestimonianza. Portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto. Il nostro peccato ha ostacolato l’azione dello Spirito nel cuore di tante persone. La nostra poca fede ha fatto cadere nell’indifferenza e allontanato molti da un autentico incontro con Cristo
«Lo facciamo senza nulla chiedere in cambio. Non mancheranno persone equanimi capaci di riconoscere che la storia del passato e del presente ha registrato e registra spesso nei confronti dei figli della Chiesa vicende di emarginazione, di ingiustizie e di persecuzioni.
La gioia del perdono sia più forte e più grande di ogni risentimento».
Il documento della Commissione teologica internazionale «Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato» pubblicato recentemente, ha avuto il suo momento pubblico Domenica scorsa con la solenne e memorabile liturgia penitenziale durante la quale il papa ha chiesto perdono a Dio e ai fratelli per alcune rilevanti colpe, riguardanti: intolleranza e verità, l’unità lacerata, colpe contro Israele, religioni e culture, donne emarginate diritti dell’uomo. «Mai più contraddizioni alla carità nel servizio della verità, mai più gesti contro la comunione della Chiesa, mai più offese contro qualsiasi popolo, mai ricorsi alla logica della violenza, mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo dei poveri e degli ultimi».

2. La carità: riduzione del debito estero
Il genere umano si trova di fronte a forme di schiavitù nuove e più sottili di quelle conosciute in passato. Nazioni oppresse da un debito che ha assunto proporzioni tali da renderne praticamente impossibile il pagamento. Creare una nuova cultura di solidarietà e cooperazione internazionali. L’estrema povertà è sorgente di violenze, di rancori e di scandali. «Non si devono assolutizzare né i beni della terra, perché essi non sono Dio, né il dominio o la pretesa di dominio dell’uomo, perché la terra appartiene a Dio e solo a lui: la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini (Lev 25,23)». Dal giubileo del 1975 è stato recuperato l’aggancio al giubileo di tradizione ebraica di cui si parla al c. 25 del Levitico.

3. Memoria dei martiri
Hanno annunciato il vangelo dando la vita per amore. Segno di quell’amore più grande che compendia ogni altro valore.
Questo secolo: martiri del nazismo, del comunismo, delle lotte razziali o tribali. Dal punto di vista psicologico, il martirio è la prova più eloquente della verità della fede, che sa dare un volto umano anche alla più violenta delle morti e manifesta la sua bellezza anche nelle più atroci persecuzioni.
L’ammirazione per il loro martirio si coniughi, nel cuore dei fedeli, con il desiderio di poterne seguire, con la grazia di Dio, l’esempio qualora le circostanze lo richiedessero.




Conferenza tenuta a Cesena, S. Maria del Monte, sabato 18 marzo 2000, ore 16,30.






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