Deprecated: Function eregi() is deprecated in /membri/walteramaducci/func.inc.php(170) : eval()'d code on line 1
Walter Amaducci: Conferenze



Unità pastorali, un cammino di vent'anni



torna indietro all'elenco dei Documenti.Elenco Documenti     Stampa questo documento dal titolo: Unità pastorali, un cammino di vent'anni. Stampa




UNITA' PASTORALI
Un cammino di vent'anni

don Walter Amaducci,
al Presbiterio della diocesi di Senigallia.
Eremo di San Silvestro, Fabriano, 18 e 29-30 ottobre 2012



�In questi decenni � avanzata una �desertificazione� spirituale. Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, al tempo del Concilio lo si poteva gi� sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E� il vuoto che si � diffuso. Ma � proprio a partire dall�esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ci� che � essenziale per vivere; cos� nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita�.
(Benedetto XVI, Piazza San Pietro, Gioved�, 11 ottobre 2012. Apertura dell�Anno della fede)

�L'Italia per�, come accennavo, costituisce al tempo stesso un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana. La Chiesa, infatti, qui � una realt� molto viva, - e lo vediamo! - che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni et� e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre � in atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni, ma ormai sempre pi� anche alle famiglie. � inoltre sentita con crescente chiarezza l'insufficienza di una razionalit� chiusa in se stessa e di un'etica troppo individualista: in concreto, si avverte la gravit� del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civilt�.
Questa sensazione, che � diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede. La Chiesa e i cattolici italiani sono dunque chiamati a cogliere questa grande opportunit�, e anzitutto ad esserne consapevoli.
� non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia.
� la Chiesa in Italia render� un grande servizio non solo a questa Nazione, ma anche all'Europa e al mondo�.
(Benedetto XVI al IV Convegno nazionale della chiesa italiana - Fiera di Verona, Gioved�, 19 ottobre 2006)

Anche quando la diagnosi � impietosa (desertificazione) l�intenzione del papa � senza dubbio quella di un incoraggiamento per un nuovo �balzo in avanti�. Ricordiamo Giovanni XXIII, 11.10.1962: �Nelle attuali condizioni della societ� umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che � maestra di vita� A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo�.

La �desertificazione� spirituale in effetti, mette il dito sulla piaga di una scristianizzazione che non possiamo certo ignorare, e che costituisce il fenomeno pi� doloroso della nostra epoca.

Nel segno del calo e della diminuzione si accompagnano anche altri fattori epocali, di cultura e di civilt�, che richiedono atteggiamenti e risposte nuove, come lo spopolamento delle campagne, il calo delle matrimoni o la stessa denatalit�.
Anche quando non sembrano di per s� legati direttamente al calo della fede o della religiosit� in realt�, almeno alcuni di questi, risentono proprio di quella desertificazione di cui parla il papa.
Questa diminuzione a vari livelli costituisce la prima ragione, la pi� evidente, della necessit� di una revisione pastorale sul piano territoriale a cui le Unit� pastorali intendono dare una risposta.

Diminuzione del numero dei presbiteri,

diminuzione degli abitanti in tante parrocchie un tempo anche floride (soprattutto nelle zone montane e collinari),

diminuzione della partecipazione alla vita ecclesiale (a cominciare dalla Messa domenicale) da parte dei battezzati.

A secoli di espansione nei nostri territori, da alcuni decenni sta subentrando la tendenza opposta. Nell�immediato post � concilio si ebbero gli accorpamenti di molte diocesi.
Esempi:

Nella provincia ecclesiastica di Ravenna:
Arcidiocesi di Ravenna-Cervia; diocesi di Cesena-Sarsina; diocesi di Forl�-Bertinoro; diocesi di Rimini; diocesi di San Marino-Montefeltro

Nella provincia ecclesiastica di Ancona:
Arcidiocesi di Ancona-Osimo; diocesi di Fabriano-Matelica; diocesi di Jesi; prelatura territoriale di Loreto; diocesi di Senigallia.

Negli stessi anni cominciarono a incrociarsi, in Italia, due movimenti opposti riguardanti le parrocchie: soppressione di parrocchie da un lato e istituzione di nuove parrocchie dall�altro.

Esempio.
San Pietro (Cesena) fino al met� del 1700 era molto estesa: dal 1756 sono nate nuove parrocchie: esattamente sette: Gattolino (oggi: 1.400 abitanti), Capannaguzzo (1.000 ab.), Macerone (1.757 ab.), Ponte Pietra (2.400 ab.), Madonna del Fuoco (1.265 ab.), Case Finali (2.824 ab.), Santo Stefano (3.000 ab.) (oltre che parti di: S. Egidio, Villa Chiaviche, Calabrina).
San Pietro conta oggi 3.795 abitanti; se si sommassero quelli delle parrocchie staccate sarebbero 17.441 (senza contare la parti di S. Egidio, ecc.).

Diocesi di Cesena - Sarsina
Parrocchie soppresse

Nel 1979 le parrocchie di Cesena e Sarsina erano 152 ma undici di esse erano considerate come �unit� parrocchiali ante litteram�, risultando perci� 141.
Sette anni dopo, nel 1986, con l�estinzione e il mutamento di denominazione delle parrocchie delle due diocesi (30 settembre 1986 unica diocesi di Cesena-Sarsina) le parrocchie scendono a 122 (comprese due nuove parrocchie)
Nel 1999 le parrocchie da 122 diventano 113.
Nel 2000 sono ridotte a 106.
Nel 2001 viene soppressa la parrocchia di S. Agostino e le parrocchie da 106 diventano 105.
Nel 2002 avviene la soppressione di quattro parrocchie: le parrocchie passano a 101.
Nel 2012 sono soppresse sei parrocchie. Le parrocchie da 101 scendono a 95.

1979-2012: in 33 anni il numero delle parrocchie � passato da 152 a 95.

I preti nel 1979 erano 212 (Cesena 166 - Sarsina 46).
I preti nel 2012 sono 114.

Tutte queste osservazioni riguardano sempre l�aspetto territoriale, che � quello di ci stiamo occupando. In questa sede, ribadita la centralit� della parrocchia nella configurazione della pastorale odierna, va anche rimarcata la necessit� di una conversione missionaria della parrocchia e di tutta la pastorale; il bisogno di rivedere e integrare la tradizionale impostazione della parrocchia per renderla davvero �fedele� alla sua vocazione di �chiesa che vive tra le case degli uomini� (l�espressione � tratta dall�esortazione apostolica Christifideles laici del 1988).

Tra le grandi trasformazioni sociali e culturali (da una civilt� prevalentemente agricola ad una industriale e dei servizi, lo spopolamento delle campagne, l�urbanizzazione) vi � quella che chiamiamo la mobilit�, la moltiplicazione di centri di interesse e di relazioni, che provocano una rete in cui la stabilit� e la centralit� di un luogo tendono a relativizzarsi o a sparire. Questo ha un riflesso enorme sulla parrocchia che ha proprio nel territorio il suo primo elemento caratteristico e di forza. Il legame col territorio non � pi� scontato e comunque non basta. Integrazione.


EPISCOPATO DI LINO GARAVAGLIA
1991-2004


Sono trascorsi vent�anni da quando il vescovo Lino Garavaglia intraprese per la prima volta in modo sistematico un progetto di ristrutturazione della pastorale territoriale nella diocesi di Cesena-Sarsina.
Il 17 settembre 1992 veniva infatti costituita dal vescovo Lino Garavaglia una �Commissione di studio per la revisione della struttura geografico-pastorale della diocesi�.

Cesena-Sarsina, come diocesi unica, esiste da ventisei anni (1986). Nei mesi di maggio e giugno 1986 furono decretati l�estinzione e il mutamento di denominazione delle parrocchie delle due diocesi (nel 1975 quattordici parrocchie della diocesi di Sansepolcro erano state unite a Cesena e nel 1976 la diocesi di Sarsina veniva anch�essa unita a Cesena in persona episcopi) che in data 30 settembre 1986 diventarono l�unica diocesi di Cesena-Sarsina
L�attenzione al territorio stava alla base delle nuove rettifiche di confini e appartenenze; l�integrazione tra pastorale territoriale e ambienti di vita che vedeva sempre pi� protagonisti movimenti, associazioni e gruppi ecclesiali, come pure lo stimolo e la sussidiazione alle diverse iniziative di carattere formativo e operativo nei vari settori della pastorale, trovarono il loro ambito principale nel Centro pastorale.

Anche negli anni del dopo concilio si pensa sempre ad una pastorale radicata nel territorio, a partire dalla parrocchia, cellula della diocesi, prima e insostituibile forma di comunit� ecclesiale (cf. can. 374) alla quale �devono naturalmente convergere e da essa non possono normalmente prescindere� altre aggregazioni intermedie o altre esperienze articolate (cfr. Comunione e comunit�, 1981. n. 42). Le associazioni e i movimenti non sono mai concepibili in alternativa alla comunit� parrocchiale o diocesana. (Ibid. n. 46).
Ma lo stesso codice di diritto canonico prevede dei raggruppamenti di parrocchie vicine, in vista di un�azione pastorale comune e cita quale esempio i vicariati foranei.

Proprio in questi anni (met� degli anni Ottanta), si manifestava in Italia l�esigenza di far fronte ai nuovi problemi emergenti sul territorio con una pastorale interparrocchiale dai tratti inediti, quella che si precis� gradualmente attorno alla formula �Unit� pastorale� (i primi ad introdurre il problema e ad usare l�espressione �Unit� pastorale� furono i membri della Commissione Presbiterale Regionale del Piemonte, in una nota del 1985).
La diocesi di Novara speriment� per tre anni (dal 1989 al 1992) l�unit� pastorale cittadina (Parrocchie Unite di Novara Centro), impostazione che dal 2 ottobre 1992 divenne definitiva. Negli stessi anni �89-�92 il tema � stato introdotto e dibattuto in Francia, Spagna e Germania.
Ci� che ha caratterizzato l�approccio al problema in Francia � stato principalmente un duplice dato d�urgenza: lo spopolamento di certe zone e la diminuzione dei sacerdoti. Si � cominciato cos� a parlare di ensembles paroissiaux (insiemi parrocchiali).
In Spagna e Germania � stato posto maggiormente l�accento sulla necessit� di una nuova mentalit� pastorale, pur verificandosi in tali paesi difficolt� simili a quelle francesi.

Se nel 1985 la formula �unit� pastorali� emergeva dal basso come risposta ad un problema avvertito dai presbiteri, circa vent�anni dopo a Verona la realt� indicata dalle due parole era ormai ben nota a tutti e la Nota pastorale dell�Episcopato italiano del29 giugno 2007 (��Rigenerati per una speranza via� (1Pt 1,3): testimoni del grande �s�� di Dio all�uomo� al n. 25 affermava:
�Vediamo crescere un forte impulso a far convergere esperienze pastorali diverse su temi comuni, per uscire dalla settorialit� e rispondere efficacemente ai problemi concreti delle persone. Sempre pi� si sta diffondendo l�esperienza delle �unit� pastorali�: una scelta che non � riducibile alla mera esigenza di fronteggiare la carenza di sacerdoti, n� alla costituzione di �super-parrocchie�, ma va nella direzione di un rapporto nuovo con il territorio, di una corresponsabilit� pastorale diffusa, di un�azione pi� organica e missionaria�.

All�indomani del suo ingresso nella diocesi di Cesena-Sarsina (5 maggio 1991) il vescovo Lino Garavaglia decise di affrontare questa problematica costituendo una �Commissione di studio per la revisione della struttura geografico-pastorale della diocesi� (17 settembre 1992).
Il Consiglio pastorale diocesano dedic� la riunione del 5 febbraio 1995 ad una riflessione sulle Unit� Pastorali, dopo che il vescovo aveva esposto il tema al Presbiterio riunito per la festa di san Mauro il 19 gennaio 1995 (per l�occasione era stato invitato a fare una relazione sulle unit� pastorali l�allora vicario generale di Modena Mons. Giuseppe Verucchi).

La ristrutturazione aveva intanto gi� interessato le Zone pastorali che da nove erano state ridotte a sette col decreto del 27 novembre 1994. Ma la vera novit� era ormai costituita dalla decisione di introdurre l�esperienza delle Unit� pastorali, mentre quelle che diciotto anni dopo saranno chiamate Unit� parrocchiali avevano trovato un prodromo in un decreto ancora precedente del Vescovo Lino Garavaglia, datato 18 aprile 1994.

Il decreto riguardava le parrocchie di S. Giorgio e Bagnile, e prevedeva espressamente �che fra le Parrocchie di S. Giorgio in Piano e dei Ss. Filippo e Giacomo in Bagnile unica e unitaria sia la vita pastorale. In modo particolare:
- unica e unitaria sar� la catechesi;
- uniche e unitarie saranno le varie iniziative pastorali;
- unico sar� il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Il Parroco, coadiuvato dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, avr� cura di attuare il presente decreto con la dovuta prudenza e verificando, quando opportuno, le necessarie scelte pastorali con l'Ordinario Diocesano�.
Altri nove decreti che ricalcano quasi sempre alla lettera la medesima formula, vennero emanati nel giro di otto anni. Dal 1994 al 2002 presero cos� inizio una progressiva integrazione e una unificazione pastorale fra diverse parrocchie, qui di seguito elencate insieme alla data del rispettivo decreto.

S. Giorgio � Bagnile: 18 aprile 1994 (fuse insieme: 8.9. 1999)
Alfero � Riofreddo: 26 novembre 1995 (fuse insieme: 8.9. 1999)
Borello � Formignano: 30 novembre 1995 (fuse insieme: 8.9. 1999)
Cannucceto � Villalta: 17 gennaio 1997
Calisese � Casale: 31 agosto 1997 (fuse insieme: 8.9. 1999)
Sarsina � Sorbano: 18 novembre 1997 (fuse insieme: 1.11.2000)
S. Andrea � S. Cristoforo: 30 novembre 1997
Balze � Verghereto � Montecoronaro: 15 ottobre 2000
Montecastello � Montepetra: 15 ottobre 2001
Pievesestina � S. Cristoforo � S. Andrea: 15 maggio 2002

Considerando che due decreti riguardano le stesse parrocchie di S. Andrea e S. Cristoforo (con l�aggiunta di Pievesestina per quello del 2002) delle nove situazioni di Unit� parrocchiali ante litteram va notato che cinque di esse sono diventate nel 1999 e nel 2000 parrocchie uniche anche sul piano giuridico.
Dopo il 2002 non risultano pi� decreti indirizzati a comunit� parrocchiali rette da un medesimo parroco in ordine ad una pastorale unitaria.

Per esortare tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi ad accogliere le nuove prospettive pastorali il vescovo Garavaglia scrisse una Notifica dal titolo �L�adeguamento delle strutture e la ridistribuzione del personale pastorale sul territorio della diocesi� datata 4 novembre 1996 chiedendo che venisse letta �ad ogni Messa, in tutte le chiese, anche quelle dei religiosi, domenica 1 dicembre 1996, prima domenica di Avvento�.

Facendo riferimento ai lavori della Commissione insediata quattro anni prima (17 settembre 1992) il vescovo comunica: �La Commissione composta da sacerdoti e da esperti laici, ha intensamente lavorato per un triennio e mi ha gi� consegnato un Documento sulla riorganizzazione geografico-pastorale della Diocesi, molto serio per l�analisi fatta e le indicazioni prospettate�.

Nella Notifica il vescovo scende ormai sul piano operativo corredando il suo progetto di indicazioni concrete. Si tratta di valutazioni e disposizioni date con comprensibile prudenza e con il tono di chi somministra un rimedio amaro: ma la disponibilit� a fare di necessit� virt� non � per forza sinonimo di rassegnazione passiva; non lo era ieri e non deve esserlo oggi.
Scrive il vescovo Garavaglia:
�Ora mi preme comunicare a tutta Comunit� diocesana, che siamo nella necessit� di cominciare a mettere in atto le indicazioni della Commissione:
1. si dovranno rettificare certi confini tra parrocchia e parrocchia, che sono diventati anacronistici e incompatibili con le nuove condizioni sviluppatesi sul territorio;
2. pi� parrocchie dovranno essere pastoralmente accorpate, sotto la guida di un unico sacerdote e, dove esistano le condizioni, si faranno nascere tra parrocchie omogenee, collaborazioni organiche e continuative, chiamate �unit� pastorali�.
3. alcuni servizi non si potranno pi� mantenere nel raggio delle parrocchie singole, ma si dovranno organizzare a livello di Zona pastorale.
Ci si rende conto benissimo che tutto ci� comporta la necessit� anche per i fedeli di cambiare consolidate abitudini, adeguando la propria mentalit� a quanto di nuovo, talora meno comodo, viene imposto dal bene comune. Ma queste decisioni s�impongono se non si vuole lasciare completamente scoperte un numero crescente di parrocchie.
I provvedimenti sopra esposti, secondo le ipotesi formulate dalla Commissione, verranno attuati in modo prudente e graduale, ma si deve procedere in questa direzione. Nella realt�, certe decisioni, dolorose per noi prima che per i fedeli, non possono essere rimandate.
Chiedo ai sacerdoti in cura d�anime di aiutare i fedeli ad accogliere con spirito di fede e di sacrificio, questi prossimi cambiamenti. A nessuno venga In mente di creare disagi o remore, quasi considerasse il servizio pastorale un privilegio o un possesso intoccabile�.

Triste rassegnazione o convinta riscoperta � mai entusiastica, pur avendo vissuto alcuni momenti intonati a tale clima per opera di alcuni laici � non sono mai stati atteggiamenti netti e alternativi, ma in qualche misura sempre comunicanti.
Con l�avvicendamento dei vescovi Garavaglia e Lanfranchi tutta la problematica si concentrer� sulle Unit� pastorali e molte questioni vengono affrontate dentro tale ottica.

Quando Lino Garavaglia diramava la sua Notifica (4 novembre 1996) circa l�adeguamento delle strutture si stava aprendo il cantiere del sinodo diocesano. Il Vescovo aveva annunciato l�intenzione di indire il Sinodo diocesano la sera di gioved� 15 giugno 1995, al termine della solenne celebrazione del Corpus Domini. Ai fedeli venne consegnata la lettera pastorale che ne spiegava il significato e le modalit�: Sinodo come verifica di tutta la pastorale in vista di una nuova progettazione per il futuro.
Nei mesi di dicembre 1995 e gennaio 1996 iniziava il lavoro della commissione centrale e di quella antepreparatoria col compito di stendere i �lineamenti� sinodali.
Il 15 aprile 1999, in occasione della festa della Madonna del Popolo, il Vescovo consegna alla diocesi il Libro Sinodale, contenente le indicazioni pastorali emerse dal Sinodo.

Sono trascorsi tre anni dalla lettura della Notifica �ad ogni Messa e in tutte le chiese� e le pagine del libro sinodale, trattano delle unit� pastorali con espressioni che denotano tutta la fatica sperimentata:
�Purtroppo la formazione e la conseguente mentalit� del passato, riscontrabile anche nei presbiteri, unite alla insufficiente conoscenza del soggetto, rendono difficile oggi l�attuazione di unit� pastorali, che sono comunque una reale proposta pastorale innovativa� (n. 324).
�Reale proposta pastorale innovativa� sono termini che esprimono chiaramente la convinzione di dover continuare sulla strada imboccata, come si pu� dedurre dalle esortazioni contenute nei nn. 353 e 354 del libro sinodale:
�Si avviino esperienze di unit� pastorale, che possano essere di riferimento per le successive programmazioni� (n. 353). �Quale opportuna risposta alle odierne difficolt� pastorali, si raccomanda ogni iniziativa atta a favorire l�approfondimento teologico e sociologico delle unit� pastorali ed il loro realizzarsi fra parrocchie vicine� (n. 354).



EPISCOPATO DI ANTONIO LANFRANCHI
2004-2010



Affrontata nuovamente la questione dal vescovo Antonio Lanfranchi, il 9 dicembre 2004 - in sede di Consiglio presbiterale � fu costituita un�apposita commissione col compito di �studiare ipotesi concrete� di Unit� pastorali e il 22 maggio 2008 il medesimo Consiglio approv� l�ipotesi finale sulla costituzione delle singole Unit� pastorali che nel decreto del vescovo (14 settembre 2008) risultarono ventuno (immediatamente ridotte a venti, essendo state accorpate le unit� corrispondenti ai n. 7-8 dell�elenco ufficiale: Bagno di Romagna. � - e Alfero-Riofreddo, ...).
Significative variazioni riguardano ancora una volta le Zone pastorali, con parrocchie scorporate e aggregate a nuove Zone, e con la riduzione delle Zone da sette a sei con la fusione di Sarsina e Alta Valle del Savio in un�unica Zona.

Ma le principali novit� presentate dal decreto riguardano la suddivisione dell�intera diocesi in Unit� pastorali con l�indicazione di partire subito in una collaborazione dentro la logica dell�integrazione e il superamento della �soluzione di necessit�� nel recupero di una effettiva ecclesiologia di comunione. Struttura, compiti, rapporto con la Zona e inserimento delle Unit� pastorali nel quadro dell�unica pastorale diocesana, sono comprensibili a partire dalle motivazioni di fondo pi� volte espresse dal vescovo in vari suoi interventi, soprattutto nelle due Lettere pastorali per gli anni 2007-2008 e 2008-2009.

La determinazione del vescovo, netta sulla scelta di istituire le Unit� pastorali, lasciava comunque ampio spazio alle forme specifiche della collaborazione: �Vanno individuati concretamente gli ambiti pastorali da cui si pu� partire per un�azione pastorale unitaria (Caritas, formazione dei catechisti, animatori liturgici, pastorale giovanile, pastorale familiare, catechesi degli adulti, Azione Cattolica�). Non importa quanti siano; l�importante � partire� (Lettera pastorale �Avevano un cuor solo e un�anima sola � Amiamo e viviamo la Chiesa�, p. 67)

In data 2 febbraio 2009 veniva pubblicato il Direttorio per le Unit� pastorali sulla base dei due decreti del vescovo Lanfranchi (14.9.2008 � 1.11.2008) entrati in vigore il 30 novembre 2008, delle sue due ultime lettere pastorali (14.9.2007 e 8.9.2008) e dell�approfondimento fatto nella prima riunione dei moderatori all�abbazia del Monte l�8 gennaio 2009.
Tutto il 2009 � stato impegnato nella costituzione dei Consigli di Unit� pastorale e nelle prime scelte di campi sui quali collaborare. In corso d�opera si sono evidenziati almeno tre aspetti che hanno richiesto una verifica del primo direttorio.

1. Rettifiche di confini territoriali.
La prima verifica ha riguardato rettifiche dei confini delle parrocchie, il loro inserimento nelle specifiche unit�, il nuovo ruolo acquisito dalla Zona Pastorale.
Sul piano territoriale ho gi� accennato che si � immediatamente rivelato necessario l�accorpamento di due unit�, la 7 e la 8 che, su richiesta dei rispettivi moderatori, oggi costituiscono una sola unit� di 7.992 abitanti (6.117 + 1.875)

2. La questione delle Unit� parrocchiali.
A met� del percorso �ad experimentum� previsto della durata di un triennio, mentre gi� mons. Lanfranchi era stato nominato arcivescovo di Modena-Nonantola (nomina annunciata il 27 gennaio 2010) emerse all�interno delle esperienze avviate una problematica particolare, quella delle Unit� parrocchiali.
Con la formula unit� parrocchiale si indicava l�insieme di pi� parrocchie affidate ad un solo parroco. L�introduzione delle Unit� parrocchiali era gi� un dato di fatto e richiedeva risposte concrete e urgenti a problemi di carattere pastorale, giuridico e amministrativo sorti a causa del calo del numero dei presbiteri e della scarsit� della popolazione residente in molte parrocchie.
Delle due ragioni appena riportate la prima era ed � determinante, dal momento che anche parrocchie che hanno una popolazione sufficiente ad impegnare un presbitero a tempo pieno o sono provviste di strutture efficienti e bene attrezzate a cominciare dalla casa canonica, non possono pi� avere, gi� oggi, un parroco residente per la scarsit� di sacerdoti.
Varie chiese o cappelle aperte al culto nel territorio dell�Unit� parrocchiale avrebbero dovuto probabilmente essere chiuse o destinate ad un uso saltuario, mentre le case canoniche totalmente disabitate richiedevano a loro volta scelte oculate circa la loro destinazione.
Tra i problemi di carattere pastorale e giuridico pi� urgenti da risolvere andavano annoverati senza dubbio quello dei consigli (consiglio pastorale e consiglio per gli affari economici) e quello degli archivi parrocchiali.

3. La logica della pastorale integrata orientata verso gli ambiti di vita
Una delle tre scelte di fondo della CEI dopo il Convegno di Verona (2006) � quella di �una pastorale che converge sull�unit� della persona ed � capace di rinnovarsi nel segno della speranza integrale, dell�attenzione alla vita, dell�unit� tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettivit� ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell�esperienza cristiana� (Nota pastorale della CEI dopo il IV convegno nazionale, n. 4).
Il convegno di Verona, scegliendo di articolare i lavori in alcuni ambiti fondamentali dell�esistenza umana (vita affettiva, lavoro e festa, fragilit� umana, tradizione, cittadinanza) ha voluto sottolineare l�unit� della persona come criterio per ricondurre all�unit� tutta l�azione pastorale. Oltre la pastorale integrata, dunque viene ad imporsi un ripensamento delle strutture ecclesiali in vista di un maggior coordinamento e stile unitario (cfr. Nota n. 22).

Il 27 gennaio 2010, mentre a Parma parlavo di questo argomento al clero riunito, mons. Antonio Lanfranchi comunicava ai convocati in episcopio la sua nomina ad arcivescovo di Modena-Nonantola.
Pur rimanendo Amministratore apostolico di Cesena-Sarsina, nel corso dell�anno 2010 soprattutto dopo l�ingresso a Modena (14 marzo) la presenza effettiva del vescovo Lanfranchi in diocesi divenne pi� saltuaria.
Anche il processo avviato da poco pi� di un anno, quello riguardante le Unit� pastorali, registr� a sua volta un comprensibile rallentamento.
Nonostante tutto questo, la maggior parte delle Unit� pastorali ha proseguito la propria attivit�, in genere secondo la convinzione e il ritmo impressi dai rispettivi moderatori.
Alcune Unit� pastorali hanno invece stentato a partire davvero o hanno di fatto rinviato tale partenza in attesa di conoscere il pensiero e le disposizioni del nuovo vescovo.


EPISCOPATO DI DOUGLAS REGATTIERI
2010 -


Terminato il triennio ad experimentum previsto dal decreto di mons. Lanfranchi il nuovo vescovo Douglas Regattieri ha avviato una lunga e approfondita verifica sull�argomento, interessando ad essa presbiteri, comunit�, organismi e operatori pastorali in vista di un nuovo Direttorio da consegnare alla comunit� diocesana all�inizio dell�anno pastorale 2012-2013.

Dopo avere incontrato nel suo primo anno di episcopato tutte le realt� pastorali attive in diocesi, mons. Regattieri ha manifestato un parere di massima orientato alla conferma dell�impostazione del vescovo Lanfranchi, chiedendo tuttavia che la verifica prevista non durasse solo qualche mese ma un anno intero.
Da tale verifica � uscita confermata la necessit� di predisporre una regolamentazione delle Unit� parrocchiali che costituiscono la terza parte del nuovo direttorio pastorale, promulgato in data 16 settembre 2012, intitolato appunto Le Zone pastorale, le Unit� pastorali, le Unit� parrocchiali.

Ridefinita l�identit� della Zona pastorale (modificata talora in maniera notevole in seguito alla introduzione delle Unit� pastorali) e confermata la fusione delle precedenti Unit� 7-8 cos� da suddividere l�intera diocesi in venti Unit� pastorali, quella delle Unit� parrocchiali � stata la vera novit� presentata dal direttorio che cos� si esprime sul�argomento.

I motivi ispiratori, i principi e gli obiettivi pastorali, sono illustrati alle pagine 7-13 del direttorio e costituiscono il fondamento solido di una impostazione che non vuole adeguarsi alla pura logica della necessit� e dell�emergenza.

Unit� Parrocchiale

Definizione
L��Unit� parrocchiale� � costituita da due o pi� parrocchie tra loro confinanti che, conservando inalterata la propria identit� giuridica, sono affidate alla guida e all�animazione pastorale di un unico parroco.
Parroco e presbiteri collaboratori
Qualora il parroco fosse affiancato da uno o pi� presbiteri che collaborano con lui nell�azione pastorale, a prescindere dalle denominazioni di tali ruoli (coadiutore, vice parroco, �) o dalla residenza di questi presbiteri (vita comune, abitazione in una delle canoniche dell�unit� parrocchiale, domicilio privato) rimane la responsabilit� giuridica dell�unico e medesimo sacerdote il criterio per definire l�insieme di quelle parrocchie �Unit� parrocchiale�.
Consigli dell�unit� parrocchiale
Essendo ogni singola parrocchia riconosciuta come �ente� dal punto di vita civile e legale, il parroco continua a svolgere il ruolo di legale rappresentante in maniera distinta per ciascuna parrocchia. Per la stessa ragione ogni parrocchia conserva il consiglio pastorale parrocchiale e il consiglio per gli affari economici.
Ma per consentire un�effettiva impostazione pastorale unitaria, i componenti dei consigli pastorali saranno i medesimi, provenienti da ciascuna parrocchia dell�Unit� parrocchiale. Anche i consigli per affari economici verranno costituiti seguendo il medesimo criterio, salvaguardando in tal modo sia la rappresentativit� che la gestione unitaria delle risorse e delle incombenze di carattere economico.

Archivio parrocchiale
Il decreto Prot. 60/10/DE emanato dal vescovo Antonio Lanfranchi in data 4 giugno 2010, dispone che �gli archivi storici parrocchiali e degli altri enti ecclesiastici diocesani vengano raccolti nell�unico archivio storico diocesano. Resteranno custoditi presso i singoli enti i documenti e i libri dei sacramenti dal 1900 ad oggi�.
L�attuazione di questa disposizione semplifica i problemi di custodia e di sicurezza di molti archivi, ma conferma al tempo stesso il legame diretto tra archivio ed ente parrocchia. Pertanto ogni singola parrocchia � dotata di un proprio archivio per i libri dei sacramenti, per i registri dei morti e per tutta la documentazione relativa al territorio e all�attivit� dell�ente parrocchia.

Case canoniche
La collaborazione di diaconi o di famiglie che scelgono un apostolato di animazione parrocchiale accettando, in taluni casi, la residenza stabile in una casa canonica, non andr� mai impostata o interpretata come sostituiva della presenza e del ministero tipici del presbitero, n� tanto meno come assunzione della responsabilit� giuridica specifica del parroco.
Per quanto riguarda le case canoniche totalmente disabitate, prima di ricorrere ad affitti a persone estranee e non essendo possibile come tale, per legge, l�ospitalit� gratuita, si valutino forme di comodato con persone o famiglie disponibili ad offrire un servizio di riferimento per la parrocchia, di manutenzione ordinaria di tutti gli ambienti e di eventuale animazione di una o pi� attivit�.

Prospettive future
Il destino futuro dell�Unit� parrocchiale non � necessariamente quello della fusione in una parrocchia unica, proprio perch� l�identit� di una parrocchia e la sua tradizione non sono sacrificabili alla scarsit� del numero di presbiteri in cura d�anime, per quanto preoccupante sia tale contingenza.
La promozione della ministerialit� laicale e nuove forme di corresponsabilit� ecclesiale potranno e dovranno essere sollecitate, dentro un�ottica missionaria, proprio dalle difficolt� del momento presente.


CONCLUSIONE



Queste annotazioni, soprattutto la presentazione dei tratti dell�Unit� parrocchiale, ci portano a ricordare che la pastorale � continuamente sollecitata da novit� e necessit� spesso non prevedibili, ma ugualmente determinanti per scelte e impegni.
Saper leggere i segni dei tempi � condizione di reale fedelt� al vangelo e alla vitalit� della Chiesa nella sua vita di comunione e di missione. I mezzi e i metodi restano funzionali, cos� come le strutture, a questa vitalit� che trova sempre nei presbiteri dei protagonisti insostituibili.

L�accoglienza � stata ed � ovviamente variegata. La prospettiva dell�Unit� parrocchiale, soprattutto per i laici, � quasi sempre accolta con preoccupazione, col timore della scomparsa di una identit� molto cara e con quello ancora pi� grave di una sorta di �abbandono�. Potranno essere solo i fatti a dimostrare il contrario.
Il commento di alcuni presbiteri (cito per tutti quello di un vicario zonale) � pi� realistico: �Dovremo comunque essere preparati tutti alle Unit� parrocchiali: le Unit� pastorali ci aiuteranno in questo cammino di avvicinamento�.





torna indietro all'elenco dei Documenti.Elenco Documenti