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Scuola di Teologia e Master 2018



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Apertura martedì 2 ottobre 2018

SCUOLA DIOCESANA DI TEOLOGIA E MASTER

Tema del Master: «Il papa che vorrei - Dal papa re a papa Francesco».




Sono già in distribuzione manifesti e depliant del nuovo anno della Scuola di teologia, questo settimanale ne ha pubblicato le informazioni essenziali e io stesso, in occasione dell'Assemblea diocesana degli operatori pastorali, ho avuto modo di sottolineare alcune caratteristiche di questo servizio che la diocesi sta offrendo a tutte le comunità da vari anni (questo è il tredicesimo anno della Scuola di teologia, a sua volta preceduta da undici anni di Scuola diocesana di formazione pastorale).

Mi preme tornare a ribadire il primo aspetto che può apparire fin troppo ovvio: si tratta di una vera scuola che, come tale, richiede l'impegno e la fatica dell'apprendimento fino alla capacità di riesporre i contenuti acquisiti (in occasione dei colloqui d'esame) in misura sufficientemente completa. Si tratta pertando di una formazione di base che non può e non intende sostituire tutti gli altri corsi, incontri e conferenze ma che può rendere capaci di ricordurne i contenuti dentro l'orizzonte del patrimonio della tradizone cattolica, a cominciare dal metodo di approccio alla verità stessa e con un'attenzione costante al tempo in cui viviamo.
Il vescovo, nel suo messagio di invito alla scuola, sintetizza così questo aspetto: «Essa ha come obiettivo di fondo quello di educare alla serietà del “pensiero cristiano” dove ragione e fede si stimolano a vicenda, tenendo conto della situazione culturale e sociale contemporanea».

Un secondo rilievo riguarda il Master, cioè il corso annuale di approfondimento che quest'anno viene proposto nella sua IX edizione sul tema: «Il papa che vorrei - Dal papa re a papa Francesco». Il titolo del Master riprende alla lettera quello della lezione inaugurale «Il papa che vorrei» che sarà tenuta dal vescovo Douglas Regattieri, martedì 9 ottobre, alle ore 21 e che avrà come contrappunto l'argomento conclusivo «Accuse al papa» affidato al vescovo di Rimini, mons Francesco Lambiasi, martedì 29 gennaio 2019.

Questa sorta di "inclusione" mostra chiaramente che non si tratta di operare una semplice rassegna storica dei pontificati di questi ultimi centocinquant'anni, quanto di far emergere la precisa concezione cattolica del primato petrino che continua nei suoi successori, proprio atraverso il paragone tra le specifiche personalità dei pontefici, le sollecitazioni storiche da essi affrontate, il maggiore o minor grado di risposta alla propria vocazione e missione secondo il metro comune ad ogni battezzato che è la perfezione della carità (santità) e le varie linee pastorali (necessarie, diverse, legittime, complementari, ...) che maggiormente prestano il fianco alla opinabilità e quindi alla valutazione, nel passato e nel presente, di chiunque voglia tentare una sintesi di bilancio.

Il pontificato di papa Francesco non suscita un'accoglienza unanime e condivisa. A partire proprio dalle posizioni ecclesiali, esplicitamente cattoliche, si verificano quasi quotidianamente reazione disparate, che tendono a polarizzarsi sui due versanti contrapposti dell'adesione entusiastica e della contestazione aperta.
Che papa vorrei? La domanda è tutt'altro che provocatoria: è invece molto seria. Il cattolico ha un solo papa, quello che oggi è il vescovo di Roma e come tale, in quanto successore di Pietro, guida tutta la Chiesa cattolica che in ogni Messa prega per lui chiamandolo per nome. Ogni cattolico coltiva il giusto desiderio che sia un papa santo, e per questo prega per lui affidandolo ogni giorno al Pastore di cui egli è vicario, Gesù Cristo, che gli ha affidato il proprio gregge. Ogni battezzato, a cominciare dai vescovi primi collaboratori del ministero apostolico, ha a cuore la persona e la missione del papa e se spetta a Pietro confermare nella fede i propri fratelli spetta a costoro sostenerlo ed agevolargli il compito in ogni modo possibile.

Walter Amaducci

CC 27 settembre 2018, p. 7






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