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Walter Amaducci: Articoli



Pellegrini a Lourdes



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Fede e spiritualità

PELLEGRINI ALLA GROTTA DI LOURDES

Dal 18 al 21 luglio (4 giorni, 3 notti) il viaggio guidato dal vescovo Douglas Regattieri




Da martedì 18 a venerdì 21 luglio si terrà il pellegrinaggio diocesano al santuario di Lourdes. Pensato e programmato all'interno del programma pastorale dell'anno in corso che chiama la nostra Chiesa particolare ad educare alla fede nella fragilità, il pellegrinaggio intende essere "un momento forte di attenzione ai malati e ai sofferenti". Sarà l'occasione per affidare a Maria, la Vergine addolorata, quanti vivono l'esperienza della croce", come annota il vescovo nella sua lettera pastorale.

Anche chi non è mai stato a Lourdes, conosce bene la particolare attrattiva che questo santuario mariano esercita innanzi tutto nei malati, suscitando o riattivando in essi un grande affidamento all'intercessione di Maria, così da essere condotti e accompagnati in profondità dentro una esperienza di fede e di carità, di vita sacramentale, in un clima di preghiera pressoché ininterrotto.

La speranza, avvertita come desiderio ed augurio, attinge proprio dalla fede i tratti sempre più marcati di virtù teologale. Ecco che allora, alla richiesta di guarigione, si affianca quella di una capacità di accogliere e sostenere la croce dentro una dimensione vocazionale, nella certezza che Cristo non solo ha redento ogni sofferenza umana, ma ha associato in una vera opera di "corredenzione" tutti coloro che uniscono la propria croce alla sua.

Ma se il pensiero va immediatamente alle schiere di malati segnati nel corpo dalle forme più svariate di fragilità ed infermità, di persone ferite negli affetti e nelle relazioni, non meno impressionante è l'esperienza di chi si reca a Lourdes oppresso dal rimorso della coscienza, di chi cerca la pace interiore come frutto di un pentimento e di una riconciliazione. Il peccatore di solito sa di poter trovare in Dio un Padre misericordioso, sempre pronto all'abbraccio dell'accoglienza, ma conosce anche la fatica di passare dal rimorso al pentimento, passaggio che richiede una decisione della volontà a sua volta sorretta dalla forza della grazia. Ho sperimentato personalmente in più casi, proprio a Lourdes, mentre ero a disposizione in confessionale per il sacramento della Riconciliazione, l'incontro con questa fragilità, non meno drammatica e lancinante rispetto ad altre sofferenze fisiche e morali.

C'è infine chi approda al santuario mariano condotto non dalla fede, ma dalla paura di non averla o di averla perduta. "Tu non mi cercheresti se non mi avesse già trovato": le parole di S. Agostino sono certamente incoraggianti, poiché in ogni crisi di fede avvertita e vissuta come angustia e ricerca rinnovata, il silenzio di Dio è a suo modo un segnale di orientamento, un richiamo nitido ed efficace. Ma anche in questi casi, quanta sofferenza nell'anima oppressa e ferita! La gratitudine di chi al termine di questo viaggio vede rispuntare la luce, può davvero esprimere in un ex voto, come è già accaduto, la propria consolazione e la gioia ritrovata.

Sta davanti a noi questo appuntamento ecclesiale. Tutti possono sentirsene interpellati, poiché esiste sempre una debolezza dalla quale risollevarsi, ma in ogni caso esiste qualcuno da accompagnare come fratello che sorregge, come cireneo che si fa carico, come amico che sa consigliare, indicare e incoraggiare con una presenza attiva e cordiale.


Walter Amaducci

CC 9 febbraio 2017, p. 7





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