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Scelte pastorali del vescovo Antonio Lanfranchi



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SCELTE PASTORALI DEL VESCOVO ANTONIO LANFRANCHI




L'aggettivo pastorale può riferirsi, in modo sintetico, all'intero episcopato di un vescovo come all'intera vita di una comunità cristiana. Pertanto l'opuscolo che dedichiamo alla rassegna del ministero cesenate del vescovo Lanfranchi è attraversato in ogni sua pagina da una connotazione pastorale, sia per gli aspetti presi in esame, sia per l'approccio della trattazione.
Ciò che conferisce a questo capitolo un'angolatura specifica è l'individuazione del metodo seguito dal vescovo nel proporre alcune sottolineature di contenuti e alcune scelte orientative per il cammino della comunità diocesana, con particolare riferimento ai programmi triennali.
Già sul termine programma o "programmazione", il vescovo ebbe subito modo di esprimere all'assemblea del Consiglio Pastorale Diocesano, incontrata sabato 14 febbraio 2004 ad appena tre settimane dal suo ingresso in diocesi, la propria impostazione. Il Consiglio Pastorale, come gli altri organismi di partecipazione (Consiglio Presbiterale e Consiglio delle Aggregazioni Laicali), avrebbe dovuto aiutare il vescovo ad elaborare, proporre e accompagnare nella fase esecutiva, delle "linee pastorali" da affidare alle Zone pastorali per una vera e propria programmazione atta ad incarnare la missione della Chiesa nel territorio.
Considerata poi la specificità del CPD il vescovo ribadì che nella sua configurazione fosse rispettata la rappresentatività delle componenti della Chiesa di Cesena-Sarsina, ma ne fosse anche assicurata l'operatività. Procedendo ad una revisione dello statuto egli volle quindi renderlo pià snello, perché oltre ad essere rappresentativo, il consiglio fosse anche agile ed efficiente. L'insediamento del nuovo Consiglio avvenne il 24 giugno 2004 durante la S. Messa delle ore 18 in Cattedrale a Cesena, preceduta da un incontro con il vescovo alle ore 16,30 a Palazzo Ghini.
Nel settembre 2004, il vescovo Lanfranchi presentò la sua prima lettera pastorale "Di te si dicono cose stupende, città di Dio - La Parrocchia vasto mondo". In quella lettera è possibile cogliere tutti i temi fondamentali ripresi successivamente, ma soprattutto la preoccupazione di fondo: aiutare le comunità a compiere alcune scelte, per assumere un volto marcatamente missionario. Il futuro della parrocchia in un mondo che cambia non pu� che essere la missione.
Sul tema della parrocchia si era incentrata anche la nostra riflessione immediatamente precedente e quella di tutta la Chiesa italiana approdate nella Nota Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, con un�urgenza allora impellente e che tale rimane: quella della pastorale integrata, aperta e dinamica in tre direzioni: le parrocchie in rapporto alla diocesi, le parrocchie in relazione tra loro, la presenza e l�attivit� sul territorio dei movimenti e delle associazioni.
Le problematiche inerenti la pastorale integrata non potevano certo risolversi attorno al tema pur fondamentale della parrocchia, n� sarebbero potuti bastare i successivi programmi triennali a tradurre in impostazione di metodo stabile tale imprescindibile urgenza.
Fu cos� che il nuovo Consiglio Presbiterale, insediato il 4 novembre 2004, fin dalla prima sua riunione effettiva, quella del 9 dicembre successivo, affront� in termini concreti la questione delle Unit� Pastorali, problematica non nuova nella nostra diocesi, con soluzioni a fondo studiate e in qualche modo gi� avviate, ma in gran parte arenatesi in attesa di un nuovo impulso. Se poi il Consiglio Presbiterale si concentr� in primo luogo sulla vita del prete, non tralasci� mai le questioni strettamente pastorali, essendo interpellato dal vescovo, in particolare, nell�elaborazione dei programmi triennali e annuali.
Alla presentazione delle Lettere pastorali � riservato un capitolo specifico e rimando ad esso per i contenuti dei programmi annuali che tramite le Lettere venivano illustrati e motivati. Mi preme ancora una volta rimarcare il metodo seguito dal vescovo per giungere a tali elaborazioni. Soprattutto in quella che inaugura il primo triennio (�Maestro dove abiti? Venite e vedrete�, Gv 1,38-39) egli stesso lo richiama nella prima parte della Introduzione articolandolo attorno a tre note: comunione, corresponsabilit� e discernimento: �Nella scelta e nella formulazione del Programma Pastorale la nostra comunit� ecclesiale ha cercato, con tutti i limiti dovuti alla nostra povert�, di avere presente queste tre note, attivandole soprattutto attraverso gli organismi di partecipazione: il Consiglio Pastorale Diocesano e il Consiglio Presbiterale Diocesano. Nelle assemblee di questi organismi sono emerse alcune esigenze da tenere presenti nella formulazione del programma pastorale: un programma unitario articolato in tre anni; la scelta di "temi generatori" che permettano di unificare i tanti argomenti urgenti e rilevanti da affrontare e, nello stesso tempo, che permettano un coinvolgimento di tutte le realt� ecclesiali nel rispetto delle loro specificit�; un programma che si inserisca nel cammino ordinario della comunit� cristiana come "lievito" per dare un volto concreto e unitario alla nostra Chiesa; un programma armonizzato con le proposte della Chiesa italiana, in particolare con il Convegno Pastorale di Verona nel 2006, e con quello della Chiesa a livello universale�.
Nella fase di coinvolgimento iniziata ai primi del 2005, era emersa in particolare come urgente una serie di �passaggi� che sarebbero stati riconfermati negli anni successivi: dall'indifferenza-immobilismo alla ricerca, dalla ricerca all'incontro con Ges� Cristo, dalla religiosit� alla fede, dalla fede al riconoscimento di una presenza, dal riconoscimento alla testimonianza.
Se in questa opera di coinvolgimento, divenuto presto operativo, hanno avuto un ruolo di primo piano i presbiteri e la grande schiera degli operatori pastorali, non minore � stato il compito di cui � stato investito l�intero laicato cattolico, in particolare quello organizzato nei movimenti e nelle associazioni ecclesiali. I laici hanno trovato nel vescovo un forte incoraggiamento unito a discernimento e costante stimolo a convergere nella comunione vissuta. Il Consiglio delle Aggregazioni laicali � stato direttamente responsabilizzato in questo, mentre momenti come la Giornata della pace (primo gennaio) e la veglia di Pentecoste hanno assunto connotati nuovi e pi� eloquenti in ordine alla crescita e alla testimonianza dell�unit� ecclesiale.
I due trienni hanno avuto al centro della programmazione pastorale La persona di Cristo e il suo messaggio (�Testimoni di Ges� risorto speranza del mondo� 2005-2008) e La Chiesa (2008-2011). Trattandosi di �linee pastorali� il vescovo ha sempre invitato ad una responsabile duttilit� nella traduzione delle proposte pratiche sul territorio, invitando in particolare le Zone pastorali ad assumersi questo specifico impegno.
Ma proprio l�immagine della Zona pastorale � stata oggetto di un�approfondita revisione, trainata dal tema emergente delle Unit� Pastorali che ne hanno modificato la struttura esterna e soprattutto compiti e prerogative.
Una �Commissione di studio per la revisione della struttura geografico-pastorale della diocesi� era stata costituita fin dal 17 settembre 1992 dal vescovo Lino Garavaglia, e gi� due anni dopo si era giunti ad una ristrutturazione che aveva interessato le Zone pastorali le quali da nove erano state ridotte a sette; le Zone �Valle del Savio� e �Oltresavio-Dismano� erano confluite nell�unica Zona �Valle del Savio-Dismano� mentre le Zone di �Gambettola-Longiano� e del �Rubicone� avevano dato vita alla nuova zona �Rubicone-Rigossa�. Ma la vera novit� era ormai costituita dalla decisione di introdurre l�esperienza delle Unit� pastorali; la Notifica �L�adeguamento delle strutture e la ridistribuzione del personale pastorale sul territorio della diocesi� porta la data del 4 novembre 1996. Tre anni dopo il Libro sinodale fa il punto della situazione in questi termini: �Purtroppo la formazione e la conseguente mentalit� del passato, riscontrabile anche nei presbiteri, unite alla insufficiente conoscenza del soggetto, rendono difficile oggi l�attuazione di unit� pastorali, che sono comunque una reale proposta pastorale innovativa� (n. 324).�Si avviino esperienze di unit� pastorale, che possano essere di riferimento per le successive programmazioni� (353). �Quale opportuna risposta alle odierne difficolt� pastorali, si raccomanda ogni iniziativa atta a favorire l�approfondimento teologico e sociologico delle unit� pastorali ed il loro realizzarsi fra parrocchie vicine� (354).
Il vescovo Antonio Lanfranchi affront� di nuovo la questione e il 9 dicembre 2004 - in sede di Consiglio presbiterale - fu costituita un�apposita commissione col compito di �studiare ipotesi concrete� di Unit� pastorali. Il 22 maggio 2008 il medesimo Consiglio approv� l�ipotesi finale sulla costituzione delle singole Unit� pastorali che acquisirono forma di struttura pastorale definita col decreto del vescovo del 14 settembre 2008.
Significative variazioni hanno riguardato ancora una volta le Zone pastorali, con parrocchie scorporate e aggregate a nuove Zone, e con la riduzione delle Zone da sette a sei con la fusione di Sarsina e Alta Valle del Savio in un�unica Zona.
Ma le principali novit� presentate dal decreto riguardano la suddivisione dell�intera diocesi in Unit� pastorali con l�indicazione di partire subito in una collaborazione dentro la logica dell�integrazione e il superamento della �soluzione di necessit�� nel recupero di una effettiva ecclesiologia di comunione. Struttura, compiti, rapporto con la Zona e inserimento delle Unit� pastorali nel quadro dell�unica pastorale diocesana, sono comprensibili a partire dalle motivazioni di fondo pi� volte espresse dal vescovo in vari suoi interventi, soprattutto nelle sue lettere pastorali del 2007 e del 2008 riassuntivi di tutti gli altri interventi fatti sull�argomento in diverse occasioni, rivolti sia al presbiterio che alle comunit�.
Un apposito Direttorio (2 febbraio 2009) ha dato la possibilit� di divulgare i principi ispiratori, la natura e la struttura dell�Unit� pastorale, unitamente all�illustrazione dei suoi organismi e del loro funzionamento. Tutto il 2009 � stato impegnato nella costituzione dei Consigli di Unit� pastorale e nelle prime scelte di campi sui quali collaborare. In corso d�opera si sono evidenziati alcuni aspetti che hanno richiesto un�immediata correzione, come l�accorpamento di due unit�, la 7 e la 8 che, su richiesta dei rispettivi moderatori, oggi costituiscono una sola unit� di 7.992 abitanti (6.117 + 1.875). Inizialmente in numero di 21 le Unit� pastorali sono oggi 20. Non pu� essere riconducibile alla struttura di Unit� pastorale l�insieme di pi� parrocchie affidate ad un solo parroco. � la grave urgenza del momento, che richiede soluzioni molto concrete, sia sul piano pastorale che amministrativo, con risvolti giuridici di non semplice soluzione. Questa �materia in movimento� non deve sorprendere: �Siamo arrivati a definire la composizione delle unit� pastorali, senza peraltro dare a questa un carattere di definitivit�. Sar� il cammino concreto a suggerirci se operare o meno cambiamenti� scriveva il vescovo nella lettera del 2008-2009.
Le gestioni di carattere amministrativo e le strutture materiali, a cominciare dai locali delle comunit� e dagli immobili in generale, sono state confermate o ricondotte alla loro funzione pastorale. Con la creazione dell�Ufficio Tecnico della Curia (operativo dall�ottobre 2005) il vescovo ha inteso garantire un sostegno concreto e programmatico alle parrocchie e a tutti gli altri enti ecclesiastici che si trovano a gestire tali strutture talora in condizioni difficili o di vera e propria emergenza.
Circa ambiti e settori pi� specifici della Pastorale diocesana, il vescovo si � avvalso della collaborazione di tutti coloro che fanno capo al Centro Pastorale: Uffici, Commissioni, Delegati hanno mantenuto un costante rapporto con il vescovo, indicando e recependo innanzi tutto le modalit� concrete di attuazione delle linee espresse nei programmi annuali, ma ancor di pi� studiando e offrendo collaborazioni a favore delle comunit� all�interno del loro cammino ordinario.
Cos� le indicazioni relative al rinnovamento dell�iniziazione cristiana, alla cura del �giorno del Signore�, alla promozione della famiglia, alla pastorale giovanile, alla formazione caritativa e missionaria, alla sensibilit� nei confronti della pastorale sociale e del lavoro sono state sempre di pi� il frutto di un discernimento comunitario, auspicato e caldeggiato anche per la struttura stessa del Centro Pastorale, soprattutto tra uffici e settori affini.
L�Assemblea diocesana degli operatori pastorali � stata, fin dal 18 settembre 2004, l�appuntamento annuale pi� significativo atto a consentire non soltanto l�informazione pi� accurata del programma pastorale annuale, ma anche il confronto e la risonanza circa le modalit� concrete della sua attuazione. Nel libretto allegato di anno in anno alla Lettera pastorale, hanno trovato spazio i momenti e le iniziative diocesane con le rispettive coordinate di calendario e, affidata ai singoli Uffici diocesani del Centro Pastorale, l�esposizione degli strumenti e delle opportunit� offerte, nella logica del servizio e della sussidiazione pastorale, a tutti gli operatori a cominciare dai presbiteri.
Momenti straordinari hanno richiesto e incontrato risposte altrettanto straordinarie: basti pensare al grande impegno profuso dalla Caritas diocesana, soprattutto attraverso l�associazione Onlus Mater Caritatis, nei confronti delle famiglie in difficolt� a causa della crisi economica, in aiuto delle quali tutta la comunit� diocesana � stata mobilitata. In ogni occasione il vescovo ha richiamato la necessit� di una formazione caritativa, necessaria premessa in ogni comunit� ad un�attivit� solidale pi� radicata, motivata e costante.
Del resto quello della formazione � stato uno dei capisaldi indiscussi della pastorale del vescovo, personalmente impegnato in quest�opera (ritiri ai politici e ad altri svariati gruppi, presenza e visite alle tre-giorni, ai campi-scuola, ai centri estivi, ecc.) e tenace promotore di momenti e strutture adeguate. Si colloca in questa ottica la promozione ininterrotta della Scuola diocesana di Teologia, dei corsi di formazione e il sostegno puntuale agli animatori dei gruppi del vangelo, iniziativa efficacemente rilanciata e incrementata nei tempi forti di Avvento e Quaresima.
L�attenzione alla dimensione missionaria non ha avuto soste, con un fattivo sostegno alla missione �ad gentes� e alla cooperazione tra le Chiese. Momento altamente significativo � stato, ogni anno, quello della veglia missionaria in cattedrale, ricca di segni e di richiami espressivi in s� e pedagogici per l�intera comunit�. Un sostegno diretto e incoraggiante in tal senso � venuto anche dai viaggi del vescovo in Venezuela e Colombia (17-26 novembre 2004), in Brasile (29 gennaio-4 febbraio 2006), in Eritrea (24-30 maggio 2006) e ancora in Venezuela (12-21 febbraio 2007).
Sempre intensa e costante � stata la premura del Vescovo nei confronti dei giovani, con una presenza assidua ai momenti aggregativi, formativi ed espressivi, promossi dalla Consulta di pastorale giovanile a livello diocesano, oppure organizzati nelle Zone pastorali, nelle associazioni e nei movimenti, nelle varie comunit� parrocchiali, nel mondo della scuola. Giovani protagonisti e non solo destinatari dell�azione ecclesiale, a cominciare dall�evangelizzazione e dal primo annuncio, hanno trovato nel vescovo Antonio il pastore desideroso e capace di camminare al loro fianco, nell�atteggiamento dell�ascolto non formale e della paternit� pronta a riproporre una meta alta ed esigente di risposta vocazionale.
Di notevole spessore sono stati l�impulso e il sostegno assicurati alla pastorale familiare, a cominciare dai corsi di formazione in preparazione al matrimonio per i quali, come per tutto l�ambito della catechesi, si sono avviate o approfondite sperimentazioni mirate; i guppi-famiglia sono stati incoraggiati come pure l�attenzione e l�accompagnamento spirituale ai coniugi separati o divorziati soli fedeli agli impegni del sacramento, e ai divorziati risposati o conviventi desiderosi di mantenere vivo il loro cammino di fede.
L�accenno fatto alla sperimentazione vuole ricordare l�attenzione di mons. Lanfranchi al grande campo della catechesi e della preparazione ai sacramenti, in particolare a quelli della iniziazione cristiana. Innovativi e particolarmente seguiti dal vescovo sono stati gli itinerari di preparazione ai sacramenti proposti agli adulti. Nella quaresima del 2005 e nella Veglia pasquale il vescovo fece compiere dei primi passi concreti al Catecumenato. Nei mesi successivi egli volle con molta determinazione che partisse un fitto lavoro di preparazione degli adulti, italiani e non, ai sacramenti dell�Iniziazione. Si form� un�equipe e si avviarono gli incontri formativi da ottobre. Alla Veglia pasquale del 2006 furono una quindicina le persone che ricevettero i tre sacramenti in cattedrale. L�inizio fu impegnativo e ricco di entusiasmo. Mediamente una decina di persone ogni anno dopo il cammino, hanno ricevuto i sacramenti.
Il vescovo Antonio Lanfranchi non ha potuto attuare il programma di una sistematica Visita pastorale, comunque gi� ipotizzata a conclusione del secondo triennio. Ma la sua presenza nelle parrocchie, normalmente culminante nella Celebrazione eucaristica del Giorno del Signore, spesso in occasione del conferimento del sacramento della Confermazione, ha costituito una capillare verifica e un puntuale stimolo a quella vita di comunione e di missione che costituisce il progetto permanente di chi ama e vive la Chiesa.


Walter Amaducci
SCELTE PASTORALI
in: Antonio Lanfranchi � Sei anni a Cesena-Sarsina � 2004-2010
Cesena, Stilgraf � Settembre 2010





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