Deprecated: Function eregi() is deprecated in /membri/walteramaducci/func.inc.php(170) : eval()'d code on line 1
Walter Amaducci: Articoli



Parrocchia chiesa per la gente



torna indietro all'elenco dei Documenti.Elenco Documenti     Stampa questo documento dal titolo: Parrocchia  chiesa per la gente . Stampa

PARROCCHIA, CHIESA PER LA GENTE


Il legame delle comunità con il territorio non è più scontato


La scelta di dedicare una riflessione particolare al tema della parrocchia nel presente anno pastorale è stata determinata dalla decisione dell'episcopato italiano di convocare un'assemblea straordinaria su tale argomento, quella che si è tenuta ad Assisi (ricorrendo quest'anno il 750° anniversario della morte di S. Chiara) la settimana scorsa, dal 17 al 20 novembre. L'assemblea era stata annunciata e preparata dal maggio 2003 e le conclusioni si prevedono per il prossimo maggio 2004. Per ora è nelle nostre mani il messaggio conclusivo rivolto da Assisi ai parroci, a tutti i battezzati e a tutti gli uomini di buona volontà.

Già nella tre-giorni di aggiornamento del nostro presbiterio, svoltasi in settembre, erano emersi alcuni punti fermi: la centralità della parrocchia nella configurazione della pastorale odierna; la fondamentale, urgentissima necessità di una conversione missionaria della parrocchia e di tutta la pastorale; il bisogno di rivedere e integrare la tradizionale impostazione della parrocchia per renderla davvero "fedele" alla sua vocazione e di chiesa incontrabile dalla gente.

L'esperienza della parrocchia come "chiesa che vive tra le case degli uomini" (l'espressione è tratta dall'esortazione apostolica Christifideles laici del 1988) è insostituibile. Questa è la convinzione di tutti i vescovi, condivisa dal papa stesso nel messaggio inviato ad Assisi.

Più urgente e stimolante è invece l'identificazione delle scelte preferenziali da condividere in questa epoca di grandi cambiamenti, sullo sfondo già delineato dall'esortazione apostolica Novo millennio ineunte e da quel "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia" nel quale sono contenuti gli orientamenti pastorali per il primo decennio del Duemila. Per quello che riguarda la nostra chiesa particolare il riferimento più immediato e autorevole è senza dubbio il Libro Sinodale.

La lettura dei cambiamenti giganteschi che sono avvenuti e stanno avvenendo in questi anni è faticosa, spesso dolorosa, mai definitiva. Ma occorre farla perché una corretta terapia non si improvvisa senza una precisa diagnosi. Certamente c'é, innanzi tutto, un'identità ecclesiale maturata. Dal Concilio in poi dobbiamo riconoscere che la Chiesa al suo interno e nella sua azione missionaria ha fatto grandi passi in avanti. Ma contemporaneamente sono avvenute trasformazioni sociali e culturali immense, trasformazioni che continuano: da una civiltà prevalentemente agricola ad una industriale e dei servizi, lo spopolamento delle campagne, l'urbanizzazione. Ma soprattutto quella che chiamiamo la mobilità, la moltiplicazione di centri di interesse e di relazioni, che provocano una rete in cui la stabilità e la centralità di un luogo tendono a relativizzarsi o a sparire. Questo ha un riflesso enorme sulla parrocchia che ha proprio nel territorio il suo primo elemento caratteristico e di forza. Il legame col territorio non è più scontato. Ma il cambiamento vero è dato dalla scristianizzazione. Sono sotto gli occhi di tutti la cosiddetta diminuzione della pratica religiosa, la diminuzione dei preti, l'indebolimento istituzionale, la perdita di spazi di intervento sociale, la sensazione diffusa di una esperienza di minoranza.

Questi e altri cambiamenti sono in accelerazione. Ieri non era così. L'accelerazione del cambiamento aumenta il senso della "provvisorietà" che tende a relativizzare qualunque centro di aggregazione e punto di riferimento. Rende ancora più problematica la già difficile impostazione vocazionale della vita e della pastorale. Anche questo è probabilmente un "segno dei tempi"; insieme agli altri che per l'ambivalenza della lettura richiedono un attento e corale discernimento, lancia una vera sfida che la comunità di fede non solo deve raccogliere ma vivere come verifica profonda e occasione di maturazione.

I due pericoli segnalati dal cardinale presidente, quello di una comunità chiusa, nido caldo in cui ci si trova bene e, per altri, la nota immagine della "stazione di servizio" per prestazioni religiose, rilanciano dunque la necessità di una conversione missionaria della parrocchia. Occorre pertanto coltivare il senso religioso che permane perché si apra all'esperienza cristiana; utilizzare le ancora numerosissime occasioni di incontro perché siano momenti forti e significativi di evangelizzazione e di proposta cristiana.

Walter Amaducci
CC XXXVI n. 43 - 28 novembre 2003 - p. 3






torna indietro all'elenco dei Documenti.Elenco Documenti