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Ripartire da Emmaus



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RIPARTIRE DA EMMAUS


«Le tappe principali della nostra Chiesa in questi anni sono state contrassegnate costantemente dall’icona dei discepoli di Emmaus»: con queste parole si apre la 26a Lettera pastorale indirizzata dal Vescovo Lino Garavaglia ‘alla Chiesa del Signore che vive in Cesena-Sarsina’. È noto infatti che il Sinodo, la Visita pastorale e l’Anno della Bibbia hanno trovato, nell’icona del ‘pellegrino’ che si accompagna ai due discepoli, un richiamo suggestivo e forte alla possibilità di fare esperienza del Cristo risorto nella vita della Chiesa e alla conseguente urgenza dell’annuncio e della testimonianza.

Ripartire da Emmaus costituisce un meditato bilancio della visita pastorale - in parte anticipato nelle sette lettere alle Zone pastorali - e un programma pastorale corredato di puntualizzazioni e sottolineature molto concrete.

La base di partenza è il Libro sinodale affiancato dalla Lettera pastorale Il Sinodo: conoscerlo per attuarlo, lo spirito che anima ogni prospettiva è quello della Lettera apostolica Novo millennio ineunte, la visuale specifica per le annotazioni, le valutazioni i richiami e le indicazioni è quella derivata dalla Visita pastorale. L’intento, come espressamente afferma il Vescovo, è quello di «fare una valutazione consuntiva, in cui esprimere la sintesi delle osservazioni sulle nostre carenze; poi le indicazioni prioritarie per tutta la diocesi e l’invito pressante a mettere in atto gli strumenti adatti per accelerare il passo».

Luci e ombre, gioie e sofferenze: con serena libertà il Vescovo esprime nel primo capitolo il suo compiacimento e la sua gratitudine per la constatazione dell’opera della grazia nelle nostre comunità e con altrettanta prontezza segnala le lentezze e i ritardi da recuperare.
La vitalità della parrocchia è il primo aspetto affrontato e approfondito, con rilievi e richiami sull’immagine che di essa prevale, sul clericalismo tuttora diffuso, sulla responsabilità e la ministerialità del laicato da promuovere con una adeguata opera di formazione e di sostegno, dentro una concezione ecclesiale che percorrendo tale strada recuperi al tempo stesso la corretta visione del ministero del presbitero e della funzione del Vescovo.

Tra le indicazioni pastorali contenute nel secondo capitolo emergono alcune priorità di carattere metodologico, come il problema del linguaggio e della comunicazione della fede, l’attenzione privilegiata al mondo degli adulti, la ripresa del tema del laicato. In linea con il messaggio della Novo millennio ineunte, espressamente citata, vengono indicate poi le linee-guida per il cammino della nostra Chiesa: il primato dell’annuncio di Gesù Cristo; la comunità che si converte annuncia la conversione; l’urgenza di puntare all’essenziale; ritmi rinnovati nella pastorale ordinaria; ripartire da Emmaus.

Il capitolo conclusivo offre una rassegna sintetica degli aiuti e degli strumenti «approntati a vantaggio comune e per un cammino omogeneo e sostanzialmente unitario», a cominciare dal Libro sinodale e dalle Lettere del Vescovo. Vengono menzionati i collaboratori più diretti del Vescovo e gli Uffici pastorali diocesani riorganizzati; è vivamente raccomandata la Scuola diocesana di formazione pastorale, da proporre in particolare ai laici chiamati ad una ministerialità catechistica, liturgica e caritativa.

Le osservazioni conclusive riprendono i toni carichi di speranza del Papa alla conclusione del recente Giubileo, in una accorata esortazione ad ‘accentuare i ritmi’ della nostra risposta al Signore per il ringiovanimento e il rinnovamento della vita delle nostre comunità.

Walter Amaducci
CC XXXIV – n.14 – 13 aprile 2001 – p. 2





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