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Un'omelia per trentamila



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UN'OMELIA PER TRENTAMILA

Siamo giunti ormai a metà del triennio pastorale che la nostra Chiesa di Cesena-Sarsina ha dedicato all'evangelizzazione degli adulti, triennio che non esaurirà certo l'impegno e l'urgenza della Nuova Evangelizzazione in questa vigilia del III millennio ma che intende dare impulso e solidità alle comunità cristiane del nostro territorio cominciando proprio dagli adulti che sono in senso più pieno i destinatari del messaggio cristiano. La comunità cristiana, a sua volta, sa di essere il soggetto dell'evangelizzazione, colei che propone non solo un messaggio ma una vita, una comunione di vita concreta, strutturata e visibile. La propone a tutti: al proprio interno (a tutti coloro che amano riconoscersi nel nome cristiano, alle nuove generazioni, a coloro che conservano legami anche solo sporadici e occasionali) e intorno a sè, a tutta la gente del territorio e degli ambienti di vita.

Le tre tappe (catechesi sistematica, catechesi occasionale, rievangelizzazione) del triennio hanno dunque un fortissimo legame interno e mirano a rendere più saldo il tessuto della nostra Chiesa aprendola all'azione dello Spirito che la edifica nella Parola di Dio, nei Sacramenti e nella Carità.

E' in atto la traduzione operativa della prima scelta, quella relativa alla catechesi sistematica: tra pochi giorni si procederà ad una prima verifica; alla fine del presente anno non dovrebbero risultare gruppi di adulti ancora privati di precisi momenti di approfondimento della propria fede. L'esortazione ad esperienze interparrocchiali per le situazioni più difficili (o limitate), la proposta di un tema (la Chiesa, con sottolineatura della famiglia), l'offerta di un sussidio diocesano, l'opportunità di un sostegno dato a catechisti e animatori di gruppi-adulti aggiunte alla precedente e lunga tradizione di varie parrocchie, associazioni e movimenti, costituiscono premesse e indicazioni incoraggianti per il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Il Consiglio Pastorale Diocesano sta nel frattempo approfondendo il tema della Catechesi occasionale che ha i suoi principali ambiti nella parrocchia e negli ambienti di vita. Lo scopo di questa riflessione che parte dalla rassegna delle esperienze in atto è quello di individuare non semplicemente le possibilità che a tutti i cristiani si offrono di rendere ragione della propria fede, ma di rimarcare quelle che puntualmente vedono i sacerdoti, i catechisti e altri cristiani venire a contatto con degli adulti; occasioni che esigono una chiarezza e una adeguata preparazione circa i contenuti, i metodi e le mete da tener presenti nel dialogo, negli inviti e nelle proposte concrete che vengono fatte ad essi. Talora queste occasioni andranno "create": sarà il tema ancora più complesso ed esigente della rievangelizzazione che ci attende il prossimo anno.

IL COMPITO DEI SACERDOTI

I sacerdoti, indispensabili protagonisti nell'opera della nuova evangelizzazione, sono impegnati in prima persona a riscoprire e vivere la loro missione privilegiando alcuni appuntamenti-cardine: nell'ambito del discorso appena fatto essi sono soprattutto due: la loro formazione permanente e lo spazio dell'omelia.

La formazione permanente, nello spirito e sulla spinta della `Pastores dabo vobis' sono un passaggio di qualità - almeno nell'intento dell'esortazione - rispetto alla pure significativa disponibilità all'aggiornamento. I sacerdoti sono fortemente invitati ad aiutarsi e a farsi aiutare a ravvivare il dono di Dio che è in loro, a ravvivare le certezze della fede che sono innanzi tutto alimento per la propria persona consegnata a Cristo; a privilegiare il loro essere preti "sempre", attimo per attimo, rispetto al "fare" che rischia di sommergerli e di assorbirli in maniera totalizzante. Una formazione teologica, spirituale e pastorale a cui dedicare tempo, attorno alla quale ritrovarsi insieme con costanza, senza alcun timore di "rubare tempo" all'attività e all'apostolato.

L'OMELIA: OGNI DOMENICA 30.000 PERSONE L'ASCOLTANO MA SE...

L'evangelizzazione non può essere ridotta ovviamente alla sola comunicazione verbale, alla predicazione, alla catechesi; queste forme rimangono tuttavia i momenti tipici ed irrinunciabili dell'annuncio, necessarie alle stesse opere e alle testimonianze della vita, per una lettura limpida e non equivocabile delle motivazioni, dei significati e degli scopi profondi dell'agire.

L'omelia costituisce veramente il culmine e la fonte di tutta la predicazione e di ogni evangelizzazione, come la Liturgia lo è di tutta la vita cristiana. Le molte migliaia (25-30 mila) di persone che ogni domenica nelle nostre chiese ascoltano l'omelia, questo servizio della Parola radicato per sua natura nella Sacra Scrittura e nel Mistero liturgico che si sta celebrando, nell'attenzione all'uomo concreto che si pone in ascolto, richiedono ano straordinario senso di responsabilità, una diligente preparazione, un coinvolgimento personale quali primi destinatari dell'annuncio proprio a coloro che ne sono incaricati.

L'omelia rimane, dunque, la prima sfida e l'opportunità più preziosa, il primo servizio del sacerdote evangelizzatore. In questa fedeltà a Dio e all'uomo nessuna fatica e nessun impegno saranno mai "esagerati".

Walter Amaducci
CC XXVII n.3 - 29 gennaio 1994 - p. 1





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