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La catechesi degli adulti



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Al C.P.D.: la Catechesi degli Adulti ci interpella

L’IMPEGNO DELLA RIEVANGELIZZAZIONE
LA CATECHESI OCCASIONALE

La catechesi degli adulti è stata oggetto di una prima verifica promossa dal Consiglio Pastorale Diocesano. Sono state interpellate tutte le comunità (parrocchie, associazioni, movimenti) della diocesi e quasi tutte le Zone Pastorali hanno dedicato al problema un’assemblea zonale.
La catechesi degli adulti costituisce uno degli obiettivi del “Progetto pastorale per gli anni 86-90”; non ne è venuta meno l’urgenza, semmai appaiono sempre più stimolanti alcune affermazioni centrali del magistero di Giovanni Paolo Il espresse nella `Catechesi tradendae’: “... la catechesi deve essere permanente, e sarebbe davvero vana se si arrestasse proprio alle soglie dell’età matura”; quella agli adulti, infatti, è “la principale forma della catechesi, in quanto si rivolge a persone che hanno le più grandi responsabilità e la capacità di vivere il messaggio cristiano nella sua forma pienamente sviluppata” (C.T. 43).
È emerso che nella nostra Chiesa particolare tale mentalità non è diffusa, soprattutto nel laicato. La convinzione più radicata è quella che considera la scuola della fede un impegno proprio dell’età della fanciullezza, legato in particolare alla preparazione ai sacramenti, e tutt’al più prolungabile fino agli anni della giovinezza. Sono abbastanza piccoli i gruppi di adulti che continuano sistematicamente l’approfondimento della propria fede; si trova una consapevolezza e quindi un’attuazione maggiore di tale momento all’interno delle associazioni e dei movimenti che, tra l’altro, possono disporre di metodi e di strumenti più adeguati. A questo proposito è risultata scarsissima l’utilizzazione del testo della CEI “Signore da chi andremo?” (in fase di revisione ormai ultimata).
La testimonianza di adulti personalmente impegnati in questo itinerario permanente ha mostrato come, pur in mezzo alle difficoltà presenti, non debbano essere trascurate mai le attese e la disponibilità di non pochi adulti. Se pertanto nella maggioranza dei casi è una concezione di vita cristiana che va messa a fuoco attraverso la proposta ideale del cristiano adulto nella fede, costantemente richiamato e aiutato ad incarnare la sua fede nella storia, dall’altra parte urge la presenza di cristiani adulti capaci di offrire questo prezioso sostegno: occorrono, cioè dei catechisti per adulti.
Ancora una volta il campo si rivela sterminato, tanto più che a monte si impone, pressante, una domanda di nuova evangelizzazione alla quale ogni cristiano è chiamato `in quest’ora magnifica e drammatica della storia’ perché `non è lecito a nessuno rimanere in ozio’ (Chr. Laici 3).
La ripresa dei centri di ascolto, in gran parte caduti, o la sperimentazione di vie nuove all’insegna dell’andare e non solo dell’aspettare rappresentano una direzione senz’altro percorribile.
Ma nello stesso itinerario catechistico si aggiungono esigenze precise, quali, ad esempio, la completezza e l’organicità che richiedono programmi di lungo respiro, o come l’attenzione al contesto vitale che cambia (catechesi della dottrina sociale della Chiesa, catechesi famigliare, sostegno alla missione negli ambienti di vita, catechesi agli anziani). Trattandosi di necessità legate al divenire adulti nella fede, non é sufficiente rispondervi con l’improvvisazione o saltuariamente.
Da molte parti si conferma una vasta azione di catechesi definita “occasionale”; pare proprio che questa sia la via maggiormente percorsa dagli adulti delle nostre comunità. L’espressione merita di essere chiarita, almeno a tre livelli.
1. Non è esatto, innanzi tutto, chiamare occasionale la catechesi legata allo svolgersi dell’anno liturgico o ai tempi forti di questo (Avvento, Quaresima, principali festività): essa infatti risponde in pieno alla pedagogia sistematica che la Chiesa pone in atto attraverso quella fondamentale scuola di fede che è la stessa Liturgia.
2. Certe occasioni possono essere, e spesso già lo sono, provocate in maniera consapevole, con intento mirato, perché la scintilla dell’annuncio evangelico possa sprigionarsi o rinsaldarvi l’avventura della fede. Questo richiama allora tutta una serie di ’occasioni’ da prevedere o da non lasciar cadere.
3. C’è infine l’opportunità che l’aggettivo occasionale descrive nel suo significato più ovvio e che rivela lo zelo appassionato di un Paolo che esorta il discepolo Timoteo ad `insistere in ogni occasione, opportuna e non opportuna’ (2 Tim 4,2) perché di fronte al bisogno di Cristo, Via, Verità e Vita, ogni ritardo è impoverimento, e ogni alternativa è illusione o inganno.
La catechesi in definitiva, nella sua impostazione sistematica e nei suoi percorsi occasionali, ha bisogno di integrarsi e di riattivarsi principalmente nei confronti degli adulti che sono `in senso pieno i destinatari del messaggio cristiano’. Il positivo già in atto possa dilatarsi e incoraggiare una rinnovata `fatica’ a servizio di Colui che è capace di “aprire il cuore” (Atti 16,14) in ogni stagione della vita.

Walter Amaducci
CC XXII n. 41 – 25 novembre 1989 - pp. 1.6





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