Sulle frontiere della missione
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Inizia un nuovo anno pastorale
LA NOSTRA CHIESA SULLE
FRONTIERE DELLA MISSIONE
L'Anno Internazionale della Famiglia ha fatto venire a galla tutte le contraddizioni che sulla scena mondiale gridano una paurosa erosione dei riferimenti essenziali della vita dell'uomo. Questa povera umanità alla Conferenza del Cairo sta interpretando in maniera drammatica l'atteggiamento smarrito e brancolante di chi giunto al bivio si accorge di non sapere pià chi è, e deve comunque decidere dove andare..., deve promuovere lo sviluppo dell'uomo: di quale uomo?
"Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura": oggi come ieri la Via, la Verità e la Vita hanno un solo nome: Gesù Cristo. La Chiesa ne è testimone, anzi ne è presenza efficace; umanità rinnovata da Lui, la Chiesa sa di esserne il Sacramento.
Questa Chiesa siamo noi. L'altissima missione in questa striscia di Romagna (e non solo) spetta a noi, Chiesa di Cesena-Sarsina, guidata dal Vescovo Lino in comunione col Vescovo di Roma.
Il bisogno permanente delle nostre comunitò di ritessere e consolidare il proprio tessuto ecclesiale significa innanzi tutto la presa di coscienza della "verità che salva". Questo triennio pastorale dedicato all'evangelizzazione è ripartito proprio da quanto il Papa richiamava a Loreto nell'85: l'urgenza di una sistematica, approfondita e capillare catechesi degli adulti, che renda i cristiani consapevoli del ricchissimo patrimonio di verità di cui sono portatori e della necessità di dare sempre fedele testimonianza alla propria identità cristiana.
Questa coscienza di verità, fattore essenziale del dinamismo missionario, non dovrà assolutamente appannarsi nel momento in cui riprendiamo un più deciso impegno di rievangelizzazione, attraverso la Catechesi occasionale e anche attraverso momenti straordinari come la prossima Missione.
Anche quest'anno, dunque, rientra nella metodologia prioritaria da seguire nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti la formazione dei formatori.
Questo appello riguarda innanzi tutto il Presbiterio. Alla nostra Chiesa che pure rimane scossa di fronte alla scomparsa dei suoi sacerdoti (e recentemente lo è stata di fronte alla tragica scomparsa di un seminarista) è chiesto un più deciso impegno per le vocazioni al Presbiterato. A tutti noi preti è chiesto di "avere cura di noi", di non trascurare i "rifornimenti" di ordine sacramentale, spirituale, dottrinale e pastorale; di intensificare la nostra vita di comunione con il Cristo Pastore e con l'intero Presbiterio.
Come avviene (o dovrebbe avvenire per i pastori) così i più stretti collaboratori dei sacerdoti hanno necessità di essere "formati", che non significa "dottrinalmente eruditi", ma seguiti a tutto campo nella loro crescita verso la maturità di fede, verso una statura adulta di discepoli del Signore. Prima ancora che di strutture, di sussidi e di metodi, una comunità ha bisogno di persone che "vivano" e sappiano testimoniare ciò che vivono.
Il tema da rivisitare e da approfondire con tutti, quest'anno è "Il giorno del Signore". Nell'esperienza ecclesiale l'evento della Risurrezione è la nuova e definitiva misura del tempo. Il cuore della festa è l'attuale (= in atto) esperienza di essere salvati da un Cristo vivente tra noi, sorgente di mentalità trasformata, di volontà redenta, di azioni e relazioni nuove.
Con queste premesse e in aiuto a queste esigenze ecco il recupero della dimensione missionaria. "La fede si rafforza donandola!" (RM 2).
La Chiesa di Cesena-Sarsina è attesa sulle frontiere della Missione, se non vuole appassire e perdere la sua stessa identità.
Walter Amaducci
CC XXVII n. 32 - 17 settembre 1994 - p. 1
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