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Walter Amaducci: Recensione

Recensione.    


Il parroco di San Pietro Apostolo, a Cesena,
è l'autore di un volume pubblicato dalla editrice Stilgraf


TU ES PETRUS
Il dramma dell'apostolo

raccontato da don Walter Amaducci


E' di per sè lapidario, solenne e maestoso quel Tu es Petrus riferito nel Vangelo di Matteo (16, 18) a Simon Pietro, "servo e apostolo di Gesù Cristo" come si autodefinisce (2Pt 1, 1): del resto la presenza di questo discepolo principe è assai elevata nel Nuovo Testamento e il nome che gli attribuisce lo stesso Gesù, Petros, ricorre ben 154 volte, in 27 congiunto all'originario ebraico Shim'ôn, grecizzato in Simôn (Symeôn), in 9 all'aramaico Kêfa ("pietra - Pietro"), specie nell'epistolario paolino. Dunque una presenza alta, seconda soltanto a quella di Cristo.

Rileggiamo quel celebre e fondativo Mt 16, 13-19: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". [...] Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". La professione di fede di Pietro è tutt'uno col suo primato; d'ora in poi la pietra/Pietro sarà tutt'uno con la pietra angolare/Cristo; e su questo apostolo confluirà il più pregnante concentrato simbolico riferito alla missione: la pietra o roccia (stabilità, sicurezza e fiducia), le chiavi (potere su città e regno, ma anche sull'interpretazione dei testi), il legare e lo sciogliere (potere di remissione dei peccati).

Nondimeno Pietro, inscindibile dalla nozione medesima di confessione, è lo stesso della sconfessione, in quella notte che fu la notte della sua vita. Ecco le drammatiche sequenze: "Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai"; "In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte"; "Non conosco quell'uomo!". Questo è Petrus (l'abbiamo più volte sentito nella Settimana Santa): eppure prevarrà ben altro, anche rispetto al rinnegamento, perché la tenebra non può soverchiare la luce.

E' impressionante quanto storia, immagine e memoria siano state segnate da Simon Pietro: dalla pittura alla scultura, dalla letteratura alla musica. Anche la chiesa di San Pietro a Cesena ostende un percorso iconografico sul santo titolare che attraversa pittura, scultura e vetrata, nell'interpretazione offerta da due artisti cesenati (Giovanni Cappelli e Ilario Fioravanti); e ora il suo parroco ha imbandito un trittico per così dire multidisciplinare nella forma veicolatoria, unitario nella formula ispiratrice e nella finalità, d'indubbia intelligenza anche sotto il profilo pastorale.

Il testo d'apertura, fondamentale e generatore degli altri due, è una composizione teatrale che ha come protagonista l'apostolo Pietro: don Walter Amaducci imbandisce, nell'alveo del genere musical, un dramma tutto focalizzato sul discepolo prigioniero in Roma nella vigilia del martirio. La sacra composizione è imperniata sulla sequela dell'apostolo, su quel "seguire" che l'autore da tempo considera quale cifra interpretativa dell'esistenza petrina: il verbo che non a caso viene sviluppato nella terza parte del volume (ad un livello specialistico e approfondito: una vera disamina filologica) così come si dipana e articola nel IV Vangelo. L'akolouthein giovanneo non è soltanto il lemma tematico e paradigmatico dell'approfondimento scritturistico ma soprattutto l'albero maestro dell'impianto dialogico del dramma: il "tu seguimi" che incrocia la vita e segna il destino di Pietro si pone all'origine di ciascuna adesione alla fede cristiana; il tu me sequere costituisce lo stimolo ordinario e quotidiano della sequela al pari della sua meta.

C'è un ulteriore punto di forza in questo maturo e ponderato lavoro di mons. Amaducci: il complemento iconografico costituito dal ciclo petrino che la chiesa parrocchiale conserva e squaderna, peraltro in una fortunata poichilia artistica e liturgico-devozionale. Si va dall'umile solennità del bronzo di Fioravanti sulla facciata (1982) alla sconquassata drammaticità della pala di Cappelli all'altare maggiore (1963), alle essenziali forme colorate che dominano e tralucono le varie superfici vetrate (1984, '87, '88): queste ultime, peraltro, corredate di lucide e vibranti riflessioni sulla genesi e le motivazioni ispiratrici, di recente dettate a don Walter dall'artista e dunque fra le ultime testimonianze prodotte dal compianto Ilario.

L'autore di questo volume - che ai finora navigati registri storico e letterario aggiunge ora quello iconografico - confessa, a monte della stesura, un prolungato imperativo interiore: una sorta di "tu scrivimi" che vorremmo girare a molti destinatari mutuato in "tu leggimi".

Marino Mengozzi

WALTER AMADUCCI, Tu es Petrus,
Cesena, Stilgraf, 2012, pp. 138, ill. 25



Corriere Cesenate, 5 aprile 2012, p. 19