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Walter Amaducci: Recensione

Recensione.    


I PRIMI CINQUANT'ANNI DEL SEMINARIO DI CESENA

L'edificio intitolato a papa Giovanni XXIII, a Case Finali di Cesena, venne inaugurato nel 1963.

Un libro di Walter Amaducci ne ripercorre la storia


Era la tarda mattinata del 15 maggio 1963. Con don Corrado Mongiusti, allora padre spirituale del nostro seminario, accompagnai il vescovo Augusto Gianfranceschi in udienza da papa Giovanni XXIII. Il papa aveva ripetutamente espresso il desiderio d'incontrarlo venendo a Roma da Cesena: e senza passare dalla Prefettura della Casa pontificia che organizza il calendario delle udienze.
Erano lunghe conversazioni che rievocavano i tempi della buona collaborazione nel governo pastorale di Venezia, e ancor più confidenze del pontefice circa le vicende della Chiesa nel mondo e le attese dei buoni frutti che sarebbero fioriti dal Concilio Ecumenico da lui profeticamente convocato.
Fu in quella circostanza che propose a monsignor Gianfranceschi il governo pastorale della prestigiosa diocesi di Brescia, tanta era la stima che ormai si era consolidata per l'antico ausiliare, ma il vescovo declinò questa preziosa proposta. Finalmente - ed era ora tarda (i fotografi se ne erano già andati) - la porta dello studio si aprì e fu in quel momento che, dopo averci affettuosamente salutati, ci disse della sua gratitudine per il delicato pensiero che il vescovo Augusto gli aveva comunicato: la nuova sede del seminario di Cesena, costruito nella periferia della città, sarebbe stata intitolata a "Papa Giovanni XXIII". Confermò il suo gradimento promettendo il dono di un suo busto in bronzo, opera dello scultore romagnolo (nativo di Lugo) Enrico Manfrini. Il volto sorridente del "papa buono" ancora oggi accoglie, nell'atrio, quanti convengono nel seminario della diocesi di Cesena-Sarsina: quasi la sua paterna benedizione per la piccola comunità dei seminaristi e per quanti vi convengono per le diverse iniziative promosse dalla diocesi (da segnalare, la Scuola diocesana di Teologia).
Ricorrendo il cinquantesimo anniversario dell'inaugurazione della nuova sede, in zona Case Finali di Cesena, è stato messo in cantiere un volume intitolato Il seminario di Cesena, curato con rigore scientifico e amore per la nostra Chiesa diocesana da monsignor Walter Amaducci, alunno del seminario già nelle antiche case di via Roverella per il suo primo anno del Ginnasio, e poi a Case Finali. La Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena ha inserito l'opera nella prestigiosa collana "Complementi alla Storia di Cesena". Ancora una volta è da sottolineare la diligente collaborazione per questa impresa editoriale del professor Marino Mengozzi, coordinatore della Commissione cultura della Fondazione CRC. Non meraviglia più l'arte tipografica della Stilgraf!
L'opera è scandita in tre parti. E' la storia del nostro seminario, uno dei primi in Italia dopo la provvidenziale decisione presa dal Concilio di Trento (1545-1563) in una delle sue ultime sessioni cui aveva partecipato il vescovo di Cesena Edoardo Gualandi; fin dagli inizi, per giungere ai nostri giorni. I saggi di Claudio Riva, Giuliano Mami, Giovanni Maroni, Filippo Cappelli, Walter Amaducci, Pier Giulio Diaco e del sottoscritto, ancorati a ricerche di archivio, avvalendosi di pubblicazioni che già nel passato aveva prestato attenzione al "vivaio" del seminario, ripropongono capitoli fondativi della storia della Chiesa di Cesena, opportunamente contestualizzati nel quadro più ampio della storia della Chiesa impegnata nell'opera urgente (e sempre attuale) della Ecclesia semper reformanda. Viene così riproposta la presenza feconda e necessaria del seminario per la formazione spirituale, culturale e pastorale dei futuri sacerdoti, pur nel rinnovato orizzonte ecclesiale, così come è stato promosso dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Lo sottolinea il vescovo Douglas Regattieri nella presentazione citando il fondamentale documento del beato Giovanni Paolo II Pastores dabo vobis.
La seconda parte è formata da approfondimenti monografici: vita, ambiente e personaggi. Mario Morigi si sofferma sui metodi formativi del seminario, dal Concilio di Trento al Vaticano II. Giovanni Maroni rapporta la vita culturale proposta ai seminaristi con la vita culturale a Cesena, via via lungo i secoli, fino ai nostri giorni. Walter Amaducci, Giampiero Savini e Maria Letizia Antoniacci - avvalendosi anche di opportuna documentazione fotografica a colori - documentano la chiesa del vecchio seminario in via Roverella con i suoi dipinti e la nuova, dedicata a "Gesù sommo ed eterno sacerdote", illustrata dai graffiti di Mirco Casaril. Per i sacerdoti (e non solo) che hanno trascorso per lunghi tempi le vacanze estive nella villa di Carpineta, don Piero Teodorani ha raccontato con simpatia e nostalgia vicende e personaggi che coinvolgevano anche la popolazione locale: come le recite nel piccolo teatro la domenica sera! Ben dodici profili biografici richiamano alla riconoscenza tutta la comunità diocesana: superiori, insegnanti, padri spirituali, le suore così amorevolmente dedite al buon funzionamento non solo delle cucine. Come non ricordare il rettore Giuseppe Brunazzi, il vice rettore monsignor Pietro Severi (poi vescovo di Palestrina), monsignor Aldo Casadei primo collaboratore del vescovo Gianfranceschi per la costruzione del nuovo seminario?
La terza parte fa attenzione all'archivio storico e al fondo antico della biblioteca del seminario vescovile (come lo si è denominato fino al Concilio!) e riporta opportunamente trascritte le "Regole" che fin dagli inizi hanno guidato le giornate, la formazione spirituale, gli studi dei futuri sacerdoti. Sono documenti datati ai primi secoli; gli sviluppi sapienti si potranno felicemente riscontrare nel saggio di don Mario Morigi, già citato. La presentazione dell'opera nelle sale della Biblioteca Malatestiana, a Cesena, è evento di vita diocesana, è un appuntamento per chi è partecipe della vita culturale della città.
Può essere una felice circostanza, per sentire la loro presenza in mezzo a noi dei beati pontefici Giovanni XXIII, cui il seminario è dedicato, e Giovanni Paolo II, che ospitò nel maggio del 1986, quando venne pellegrino apostolico a incontrare la gente di Romagna.

Piero Altieri