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Walter Amaducci: Missione_cittadina_6

Missione_cittadina_6.    



MISSIONE CITTADINA
« SPALANCATE LE PORTE A CRISTO »
Relazione conclusiva







La Missione Cittadina fu proposta dal Comitato preparatorio del Convegno Diocesano “Evangelizzarsi per evangelizzare” nel giugno del 1992 quale momento forte e conclusivo del triennio pastorale dedicato all’evangelizzazione degli adulti. Valutata e fatta propria dal Consiglio Presbiterale tale proposta venne affidata ad un gruppo di lavoro che diede vita ad un Comitato Cittadino il quale iniziò i lavori di preparazione ai primi di giugno del 1993, coordinato dal Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione.

Il tema scelto “Spalancate le porte a Cristo” fu ulteriormente precisato con la decisione di riproporre i contenuti essenziali dell’annuncio cristiano:

A - Gesù Cristo vero Dio e vero uomo,
B - Gesù Cristo vivo e presente nella sua Chiesa.

L’impostazione di fondo della Missione prevedeva due linee essenziali:
1. organizzazione incentrata sulla parrocchia all’interno di un coordinamento cittadino che mobilitasse innanzi tutto forze locali con il coinvolgimento più ampio possibile di laici;
2. presenza straordinaria dei missionari da contattare in anticipo da parte delle singole parrocchie e coi quali concordare i vari aspetti del programma. Il compito del ‘reclutamento’ e delll’assegnazione dei missionari veniva affidato a P. Lino Ruscelli.

Sabato 19 febbraio 1994 durante la Celebrazione Eucaristica in Cattedrale il Vescovo diede l’annuncio della Missione per avviare in tutte le comunità un periodo di intensa preparazione incentrata soprattutto sulla preghiera. Alla Messa furono invitati tutti i Consigli Pastorali Parrocchiali delle 21 parrocchie interessate alla missione; al termine della celebrazione fu consegnata dal Vescovo ad un rappresentante di ciascun consiglio la Lettera che l’indomani, prima Domenica di Quaresima, sarebbe stata letta in tutte le chiese durante la celebrazione delle SS.Messe.

La stampa e le emittenti radio-televisive locali erano state coinvolte per dare eco all’avvenimento con una prima conferenza stampa il 15 febbraio.

Il 25 marzo veniva diffusa la preghiera per la Missione; per l’occasione fu approntato il ‘logo’ della Missione: l’immagine di Cristo risorto con le braccia allargate sullo sfondo dei monumenti della nostra città, opera del prof. A.Calderoni, che venne stampata in 30.000 immaginette, la maggior parte delle quali fu subito distribuita nelle parrocchie e nei santuari della città. La medesima immagine fu poi riportata sul manifesto ufficiale distribuito e affisso a due riprese, agli inizi dell’Avvento e della Quaresima e, infine, fu collocata come ‘icona’ nelle chiese durante lo svolgimento della Missione stessa.

Nel mese di maggio (1994) si dava avvio alla costituzione dei Comitati Parrocchiali della missione col compito di :
- fare il punto della situazione in parrocchia dei destinatari della Missione, offrendo quanto prima tale profilo ai missionari,
- delineare insieme al parroco il programma parrocchiale della Missione nei suoi aspetti concreti e organizzativi:
come e quando proporre la predicazione, individuare e seguire i centri di ascolto, programmare le visite alle famiglie, ai malati, nei vari ambienti, proporre gli altri momenti diversi dalla predicazione (preghiera, sacramenti,...) e raccordarsi con le iniziative cittadine.

Per i membri dei comitati parrocchiali e per gli animatori dei centri di ascolto furono organizzati tre incontri in novembre-dicembre sul tema della Missione (Gesù Cristo vero Dio e vero uomo - Gesù Cristo vivo e presente nella sua Chiesa) e sulla natura e metodologia del centro di ascolto; buona la partecipazione.

Complessivamente la costituzione dei comitati parrocchiali e soprattutto la definizione dei singoli programmi hanno proceduto con una certa lentezza, registrando una accelerazione dopo le feste natalizie quando si rendeva indispensabile la redazione del libretto contenente il programma completo della missione che sarebbe stato consegnato in ogni casa dai parroci durante le benedizioni pasquali.

Nel frattempo il quadro complessivo dei missionari era ormai delineato e vari di questi avevano già avuto modo di contattare e fare visita alle rispettive parrocchie.
Il grave incidente occorso a P. Lino il 16 febbraio ha certamente segnato un momento di turbamento e di disagio sul piano organizzativo, ma a parte qualche contrattempo e la necessità di pochi leggeri aggiustamenti, la squadra dei 79 missionari (73 padri e 6 suore) è stata rispondente alle richieste e al bisogno.

A ravvivare l’attesa e la preparazione della Missione hanno contribuito efficacemente gli incontri pubblici in cattedrale con i Cardinali Biffi e Tonini; al loro intervento di magistero e di testimonianza si sarebbe poi aggiunto quello di S.E.Mons. Sgreccia durante i giorni della Missione. Super affollato il duomo in ascolto del card. Tonini introdotto e intervistato da Elisabetta Gardini.

Un richiamo di notevole portata è stato offerto, prima e durante la missione, dalle quattro mostre allestite:

- quella di pittori e scultori contemporanei alla Galleria Ex Pescheria
- la mostra di arte sacra antica alla Galleria comunale d’arte,
- la mostra fotografica presso il Lapidario della Biblioteca Malatestiana
- e quella dei lavori artistici e letterari degli studenti delle scuole elementari e medie inferiori della città, nella chiesa di S.Agostino.

La preparazione remota e l’opera impegnativa degli allestimenti, i momenti della inaugurazione e l’afflusso dei visitatori hanno mobilitato tantissime persone facendo delle mostre uno degli appuntamenti più riusciti della missione sotto l’aspetto del coinvolgimento ampio e differenziato.

L’apertura della Missione ha avuto luogo in Cattedrale sabato 25 marzo alle ore 17. I Missionari si sono radunati al Santuario dell’Addolorata e di qui sono partiti in processione verso la Cattedrale dove il Vescovo li ha accolti e ha affidato loro il mandato, durante la celebrazione eucaristica.
Alla sera undici parrocchie hanno immediatamente dato l’avvio al programma parrocchiale con celebrazioni comunitarie, incontrando i missionari, iniziando i centri di ascolto.

Durante i giorni feriali della missione i missionari hanno pranzato insieme a Palazzo Ghini per avere l’opportunità di una verifica costante e di uno scambio di pareri e informazioni sul piano metodologico e organizzativo.

Sabato 8 aprile, alla fine della mattinata, si è svolta una riunione di verifica presieduta dal Vescovo, nella quale i missionari presenti hanno fatto un bilancio delle diverse iniziative e dei vari momenti vissuti. A questa avrebbero fatto seguito il 20 aprile l’incontro dei parroci e dei membri del comitato cittadino e il 16 maggio quello coi comitati parrocchiali.

All’interno dei programmi parrocchiali le vie risultate più efficaci si sono dimostrate quelle dei centri di ascolto e quella della visita alle famiglie.

Le convocazioni in parrocchia e in parte gli stessi centri di ascolto hanno mobilitato prevalentemente persone già in qualche modo legate alla parrocchia; secondo un parere ricorrente, tuttavia, queste stesse persone, soprattutto se attivamente impegnate nella missione, hanno sperimentato l’utilità e la bellezza del porsi in stato e «clima di missione» per un risveglio della loro esperienza di fede.

La ‘categoria’ che a livello parrocchiale ha presentato maggiori problemi è stata quella dei giovani; tra i vari tentativi, anche quello fatto nell’ambiente dello sport a livello cittadino ha ottenuto una debole risposta.

Per alcune parrocchie quella dei centri di ascolto è stata un’esperienza inedita: in questi casi sono state incontrate maggiormente persone nuove, e tutti hanno espresso desiderio e volontà di ripeterli, almeno nei periodi forti dell’anno.
I centri di ascolto sono stati censiti e descritti attraverso schede compilate dai missionari; sono stati in totale 573 con 9012 presenze (6340 donne, 2589 uomini; 83 partecipanti senza dati di suddivisione).
Normalmente i centri di ascolto sono stati preparati e seguiti con una certa cura da animatori laici che hanno accompagnato il missionario o che, in alcuni casi, hanno anche guidato gli incontri. Di utilità sono risultate le schede contenenti i brani e le domande utilizzate come traccia su cui iniziare la riflessione nei gruppi.

I temi indicati “Cristo-Chiesa” sono stati generalmente trattati sia nella predicazione che nella catechesi e negli incontri dei centri; non di rado, tuttavia, i missionari hanno preferito affrontare altre tematiche; tale ‘libertà’ essi hanno avuto anche nella utilizzazione degli strumenti e dei metodi nonostante l’insistenza a privilegiare la S.Scrittura e il Catechismo della Chiesa Cattolica.

La visita alle famiglie in alcune parrocchie è stata organizzata in maniera sistematica e capillare costituendo un preziosissimo momento di annuncio e di proposta; in altre parrocchie questo è avvenuto principalmente nelle case delle persone malate o anziane.

Gli appuntamenti liturgici e di preghiera hanno avuto una partecipazione molto differenziata: in varie occasioni la risposta è stata ampia e superiore alle attese; più spesso ha interessato i soliti o appena qualcuno in più.

Moltissima gente si è accostata al sacramento della Penitenza in Cattedrale, dove i confessori sono stati a disposizione ad orario continuato fino a tarda sera; non così è accaduto al Monte, all’Addolorata e al Suffragio; anche l’adorazione eucaristica in quest’ultimo santuario non ha avuto particolare partecipazione.
I vari momenti della Liturgia mattutina celebrata presso il Monastero delle Clarisse Cappuccine sono stati trasmessi, per una settimana, da Radio Maria.

Grande afflusso di gente ha richiamato venerdì sera 31 marzo la Via Crucis che si è snodata da Piazza Guidazzi fino all’inizio di viale Mazzoni percorrendo le piazze della città, con le stazioni rappresentate suggestivamente dagli studenti dell’Istituto Magistrale “Immacolata”.

Al soddisfacente afflusso di giovani al Carisport sabato sera 8 aprile per l’incontro con don Pierino Gelmini non ha corrisposto invece l’immagine complessiva del momento proposto, soprattutto per la parte finale che avrebbe dovuto svolgersi nel clima della festa e che si è invece rivelata alquanto inadeguata.
Il mondo giovanile ha avuto il momento privilegiato di proposta, di fatto, nelle scuole superiori dove i missionari hanno trovato un’accoglienza molto positiva generalizzata. La disponibilità degli studenti ha sorpreso e impressionato, facendo sorgere domande e riflessioni in vista della continuazione della pastorale scolastica e, in particolare, sull’utilizzazione dell’ora di Religione.

Non altrettanto positivo era stato invece, forse anche per motivi organizzativi, il tentativo di coinvolgimento promosso in preparazione alla Missione nei confronti degli insegnanti delle scuole elementari e di quelli delle medie inferiori e superiori.
Ampia e qualitativamente significativa è stata la risposta ai concorsi proposti ai ragazzi delle scuole elementari e medie; la mostra allestita in S.Agostino è risultata un’iniziativa valida proprio a cominciare dall’interessamento suscitato nelle classi intorno alle tematiche della Missione.

La presenza negli ambienti di lavoro è stata predisposta sia impegnando i missionari delle singole parrocchie, sia utilizzando due missionari a tempo pieno. Anche vari laici hanno collaborato per la realizzazione degli incontri che hanno avuto partecipazione e durata molto varie. Generalmente l’invito ai centri di ascolto non ha riservato grande accoglienza dal punto di vista numerico; anche l’atteggiamento prevalente, almeno iniziale, è stato piuttosto freddo e indifferente. In vari casi l’apertura è subentrata grazie al colloquio e all’incontro, in altri è rimasto inalterato un distacco privo di ostilità ma anche di interesse. E’ apparso urgente riprendere un impegno di ‘presenze’ laicali più significative e decise, e curare almeno un momento annuale - ad esempio quello delle benedizioni pasquali - che preveda la visita del sacerdote nell’ambiente del lavoro.

La Missione all’Ospedale, nelle due Case di cura e nelle quattro Case di riposo si è realizzata attraverso diversi incontri con i degenti, con gli operatori del settore e con il mondo del volontariato. Preziose la presenza e l’opera di Mons. Giorgini, del missionario a tempo pieno, dei cappellani; più sporadico il coinvolgimento dei laici ivi impegnati e anche faticosa e parziale la risposta e la partecipazione alle iniziative promosse.

Predicazione, confessioni, colloqui hanno costituito l’impegno del padre Missionario che ha affiancato il Cappellano del Cimitero; tale presenza si è confermata importante a motivo della domanda di speranza e di consolazione che dispone gli animi a una particolare apertura a Dio.

La chiusura della Missione si è svolta in Cattedrale il pomeriggio del 9 aprile, Domenica delle Palme, nel contesto di un incontro di preghiera presieduto dal Vescovo. Al saluto di uno dei padri missionari hanno fatto seguito l’intervento del Vescovo e la preghiera corale dell’assemblea, conclusa con un momento di omaggio alla Madonna del Popolo e l’affidamento a lei di tutta l’opera svolta.

Dagli incontri di verifica fatti con i missionari, con i parroci, con i membri del comitato cittadino e con quelli dei comitati parrocchiali sono emerse sia le valutazioni sullo svolgimento della Missione, sia le proposte di ordine pastorale per il cammino ordinario non solo delle parrocchie interessate ma di tutta la comunità diocesana. Oltre le osservazioni in massima parte già riportate nel corso della presente relazione, è opportuno sottolineare qualche conclusione da cui possono emergere precise indicazioni pastorali.


Conclusioni e indicazioni pastorali

1. I laici personalmente coinvolti nella preparazione della Missione e nei vari servizi hanno testimoniato il grande beneficio loro arrecato da tale impegno.
Occorrerà incrementare e sostenere tale collaborazione in una prospettiva di ministerialità sempre più generosa e consapevole.

2. I centri di ascolto si sono confermati una via indispensabile per l’annuncio cristiano nel contesto odierno. Preparati con cura essi dovrebbero diventare un appuntamento stabile almeno nei momenti forti dell’anno liturgico.

3. Si è confermato un bisogno enorme di formazione e soprattutto una disponibilità in talune situazioni superiore alla proposta ordinariamente fatta. In particolare la pastorale scolastica e quella del lavoro, recuperando la consapevolezza e la spinta missionaria, sono attese ad una urgente e impegnativa azione.

4. La dimensione straordinaria della Missione è parsa sostenuta dalla presenza dei missionari anche per il carisma proprio della vita religiosa che essi testimoniavano, risultato particolarmente prezioso nell’impatto della visita alle case. Verso questo provvidenziale ed irrinunciabile aspetto dell’annuncio e della proposta cristiana andrebbe orientata almeno parte della presenza religiosa in diocesi.

5. La via della cultura e del messaggio dell’arte, come era accaduto in occasione del Congresso Mariano del 1988, si è mostrata particolarmente feconda; andrà dunque percorsa con rinnovato convincimento e corrispondente attenzione.

6. Il mondo giovanile mostra sempre più le caratteristiche di soggetto ‘lontano che non è mai stato vicino’; la fatica ardua della proposta e la ricerca del linguaggio adatto a questa generazione sono sfide non demandabili né rimandabili.

7. La maggior parte delle considerazioni emerse a proposito della catechesi occasionale possono e devono essere riprese per la rievangelizzazione: i tredici ambiti là individuati coprono infatti praticamente tutta la rete di rapporti possibili e accessibili ai cristiani, sacerdoti, religiosi e laici; ma rimane fondamentale una comunità viva attorno al cui altare chiunque possa essere invitato, nella convinzione visibilmente mostrata che da quell’altare si plasma il volto della comunità e si dispiega una vita ricca di novità e di concretezza.

20 aprile 1995, giovedì dopo Pasqua

Mons. Walter Amaducci
Vicario Episcopale
per l’Evangelizzazione