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Walter Amaducci: Icona

Icona.    




ICONA DEL SINODO






Il “logo” del nostro Sinodo Diocesano fa riferimento all’episodio dei discepoli di Emmaus, narrato da Luca al capitolo 24 del suo Vangelo (versetti 13-35).“ ...e lo riconobbero” segna il momento culminante dell’incontro, al termine di un cammino durante il quale Gesù “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”(v. 31).Un breve accenno a questo fatto si trova anche nella finale ‘lunga’ del Vangelo di Marco, al capitolo 16, vv.12-13.

Il racconto di Luca, che ha come contesto e clima quello della catechesi biblica ed eucaristica della primitiva comunità cristiana, riferisce l’apparizione del Risorto a due discepoli in cammino verso Emmaus; uno di questi si chiamava Cleopa, mentre il nome dell’altro non è noto (secondo una congettura di Benoit potrebbe essere il Filippo di Atti 8; questa e altre ipotesi avanzate rimangono comunque approssimative, come pure presenta qualche problema l’esatta identificazione del villaggio di Emmaus).

L’«icona» riproduce un particolare del capolavoro di DUCCIO DI BUONINSEGNA, “La Maestà”, grande pala realizzata tra il 1308 e il 1311 per l’altare maggiore del duomo di Siena, dipinta sui due lati, a tempera su tavola. Il complesso, smembrato dal 1771, è conservato in massima parte nel Museo dell’Opera del duomo, a Siena. La scena dei discepoli di Emmaus era situata sul verso dell’elemento principale dell’opera, su uno dei vari pannelli raffiguranti scene evangeliche.

Gesù è rappresentato con gli abiti di un pellegrino (“...i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” Lc 24,16) mentre viene invitato dai due discepoli ad entrare nel loro villaggio e a sostarvi (“Resta con noi perché si fa sera...”Lc 24,29).Ancora non hanno riconosciuto il Risorto, ma qualcosa di grande è già avvenuto dentro di loro, la speranza si è riaccesa (“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” Lc 24,32). Tra poco, allo “spezzare del pane”, il velo cadrà dai loro occhi...( “Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” Lc 24,31), e senza indugio faranno ritorno a Gerusalemme, per rendere partecipi gli altri discepoli dell’accaduto.

“In cammino con Cristo verso il nuovo millennio”: la vicenda dei discepoli di Emmaus, simbolo dei discepoli di tutti i tempi, può aiutare noi tutti, cristiani di Cesena-Sarsina, a vivere con intensità l’esperienza del Sinodo, come itinerario verso la pienezza della fede e del culto per una testimonianza di Lui che si irradia ‘senza indugio’ intorno a noi.

Il ‘volto triste’ dei cristiani ai quali ‘Dio non basta’, i quali parlano di Gesù coi verbi sempre e solo al passato, comincerà a rasserenarsi al contatto con la sua Parola viva, assumerà i tratti dello stupore in una rinnovata esperienza sacramentale, ritroverà l’‘impazienza’ e l’entusiasmo dell’annuncio e della testimonianza.

Non si tratta di immergersi in una grande finzione, quanto piuttosto di accorgersi sul serio che Cristo è già dentro l’esperienza che viviamo; si tratta di ‘riconoscere i segni dei tempi’ con quel discernimento sapienziale che sa leggere in profondità gli eventi della nostra storia, alle soglie di un nuovo millennio, nella capacità di rallegrarsi e di preoccuparsi, di valutare e di agire in sintonia col cuore di Cristo. Un indizio, una prima avvertenza ci è comunque consegnata : quella di Cristo che cammina al nostro fianco non è una presenza abbagliante; la strada sulla quale camminiamo, di solito, è la via di Emmaus, non quella di Damasco.