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Walter Amaducci: Eventi_diocesani_5

Eventi_diocesani_5.    

 

“EVANGELIZZARSI PER EVANGELIZZARE

IL CONVEGNO DIOCESANO,
PRIMO «MOMENTO FORTE» DEL TRIENNIO PASTORALE 1992 - 1995

Intervento di Mons. Walter Amaducci, Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione
15 novembre 1992

Abbiamo chiamato questo nostro Convegno `un punto di arrivo’ e ancora di più un `punto di partenza’. Ieri ci siamo ritrovati tutti, limpidamente specchiati, nella relazione di S. E. Mons. Bonicelli che ha dato al nostro convenire il respiro della Chiesa italiana e dell’intera Chiesa Cattolica mandata agli uomini di questo tempo.
Stamattina facciamo il punto, in maniera sintetica, del cammino della nostra Chiesa particolare e del suo progetto pastorale. Concluso il piano per gli anni ‘86-‘90 scaturito dal Convegno del post-Loreto «Con Cristo incontro all’uomo», ci apprestavamo a compiere i primi passi per il Sinodo Diocesano la cui apertura era fissata per l’8 dicembre 1990; invece, proprio quel giorno, salutavamo il Vescovo Luigi Amaducci chiamato a reggere la Chiesa di Ravenna.
Prima ancora del 25 marzo 1991, giorno in cui apprendemmo il nome del nostro nuovo Pastore, il 1° marzo il Papa, in un discorso che fece scalpore, rivolto ai Vescovi dell’Emilia Romagna in `visita ad limina’ iniziativa con queste parole: «Durante le mie visite in Emilia Romagna ho parlato spesso della necessità di una nuova evangelizzazione, ed ho indicato nella nuova inculturazione della fede il compito primario della generazione cristiana che s’affaccia sul terzo millennio».
La prima lettera del nuovo Vescovo, Lino Garavaglia, datata 8 settembre 1991 e intitolata «Per una sempre più profonda evangelizzazione», letta in tutte le chiese, si faceva portatrice di questa pressante urgenza.
Appena quattro mesi dopo, ai sacerdoti riuniti per la festa di S. Mauro, il 23 gennaio 1992, il Vescovo manifestava l’intenzione di convocare un Convegno su questo tema e di dedicarvi il prossimo triennio pastorale.
Da gennaio a settembre varie persone (in particolare i Consigli presbiterale e pastorale) hanno individuato delle piste di lavoro; ne è scaturito, in maniera articolata, il piano pastorale per il prossimo triennio a cui ha dato immediatamente l’avvio la nuova lettera del Vescovo «Evangelizzarsi per evangelizzare» seguita dallo «Strumento di lavoro» per il Convegno sul quale le comunità parrocchiali, le associazioni, i movimenti e le comunità religiose sono stati esortati a riflettere. I sacerdoti hanno dedicato al tema l’aggiornamento di settembre (23 - 25 settembre).
Ecco in quale senso il Convegno è un punto di arrivo: varie comunità, gruppi e intere zone vi hanno lavorato e in taluni casi con notevole impegno. Per tutti è, comunque, un momento di ripartenza.
Vi invito a prestare attenzione allo schema che vi è stato distribuito; farò qualche rilievo sperando che sia di chiarimento e quindi di aiuto al lavoro dei gruppi che riprenderemo in questa mattinata.
1. Il tema: «L’evangelizzazione degli adulti». È un tema ben preciso e delimitato.
La vita cristiana non è certo solo evangelizzazione e catechesi: è «vita», cioè tutto. Sotto l’aspetto pastorale non sono scindibili catechesi, liturgia, carità, missione, testimonianza di vita...
2. Evangelizzare e fare catechesi non è sicuramente `solo’ un fatto verbale, ma è `anche’ questo: è didascalia di una vita, di un’esperienza, di un fatto; è approfondimento anche di conoscenza per poter e saper dare ragione della speranza che è in noi (cfr. 1 Pt 3,15).
3. Evangelizzazione e catechesi non riguardano solo gli adulti, ma anche i fanciulli, i ragazzi, i giovani. In ogni caso è indispensabile una comunità adulta che viva ed abbia una robusta coscienza di Chiesa. I più giovani devono poter vedere il cristiano adulto, poterlo incontrare per sapere esistenzialmente `chi è’ il cristiano adulto, per accogliere una proposta di vita cristiana non puramente «stagionale», temporanea.
Tornando al tema, allora, ci occupiamo di evangelizzazione, di proposta esplicita di fede agli adulti. Anche se ben delimitato il tema rimane amplissimo, di enorme portata.
Ecco il perché di un triennio pastorale dedicato ad esso con la triplice suddivisione: catechesi sistematica, catechesi occasionale, rievangelizzazione.
- Partiamo dalla «catechesi sistematica» perché è quella che un gruppo di cristiani non può trascurare o ritenere `accessoria’: la `Catechesi tradendae’ lo esige in termini inequivocabili.
- Circa la «catechesi occasionale» mi preme precisare che l’aggettivo non significa `casuale’. Fare catechesi occasionale significa fare tesoro di `occasioni’ di solito previste e prevedibili. L’aspetto `missionario’ è qui ovviamente più sottolineato, benché il destinatario vada sempre visto come persona che vive già una sua vita di fede, in qualche misura.
- La «rievangelizzazione» costituisce la vera e propria sfida per la nostra Chiesa, per tutti noi. Il nostro contesto socio - culturale presenta innegabili sintomi di scristianizzazione avanzata, di epoca post-cristiana. La `terra di missione’ comincia dalla porta accanto o addirittura tra le pareti di casa.
Gli obiettivi del triennio sono indicati dettagliatamente nello schema. Averli chiari significa anche comprendere meglio l’impostazione dello `strumento di lavoro’ e quindi le finalità del nostro Convegno.
Riprendiamo i nostri lavori, sapendo di operare già, attraverso l’apporto dei nostri contributi, dentro il campo vasto ed esigente della `nuova evangelizzazione’




IL CONVEGNO HA TRACCIATO
IL CAMMINO DELLA EVANGELIZZAZIONE
VERSO IL III MILLENNIO




Atteso e vissuto come il primo «momento forte» del triennio pastorale dedicato all’Evangelizzazione degli adulti, il Convegno diocesano «Evangelizzarsi per evangelizzare» ha senza dubbio risposto a questo suo compito dì lancio e di forte sottolineatura della scelta pastorale che il nostro Vescovo ha indicato per i prossimi tre anni.
Oggi i circa trecento delegati presenti al Convegno e le loro comunità di appartenenza conoscono questo progetto in maniera più precisa e dettagliata e sanno di aver contribuito, essi stessi, ad affrontarlo con maggiore consapevolezza.

UN’INTENSA ESPERIENZA DI CHIESA

Il Convegno ha innanzi tutto manifestato e reso esplicito quel formidabile legame che unisce i battezzati ben prima del loro impegno e ben oltre i limiti delle proprie miserie umane: il legame della comunione, donata da Dio stesso e accolta con l’aiuto dello Spirito di Dio nella risposta di fede, di speranza e di carità.
La preghiera liturgica, culminata con la S. Messa in Cattedrale è stata vissuta dai partecipanti con la calma interiore e il fervore evidente di chi ne coglie la portata di `prima opera’. Il Vangelo intronizzato ha richiamato senza sosta ai presenti il Verbo, quell’appello incarnato di Dio che attende ascolto e ubbidienza e che illumina continuamente i passi nuovi e incerti dell’uomo nella storia. L’oggetto dell’evangelizzazione, il contenuto della bella notizia, infatti, è sempre e solo Lui, il Cristo, Figlio di Dio fatto carne, salvezza di ogni uomo e di tutto l’uomo.
La preghiera delle suore di clausura, Benedettine e Cappuccine, l’offerta silenziosa di preghiera e di sacrificio di tanti malati, hanno preceduto e accompagnato i lavori del convegno nella identica coscienza di Chiesa, realtà umano-divina irriducibile a puri criteri sociologici e mai catturabile in uno schema organizzativo.
L’assemblea dei convegnisti ha voluto subito sintonizzarsi con il Magistero della Chiesa. La parola del Papa e dei Vescovi è risuonata come eco appassionata e fedele della Parola di Dio che bussa oggi alle coscienze degli uomini e cerca terreno buono e accogliente. Questa “ecclesialità” mi è sembrata veramente desiderata nel profondo, esaltata negli interventi, sentita come bene sommamente prezioso.
La nostra Chiesa particolare non è al di fuori di questo mondo né di questo tempo. La diversità delle esperienze ecclesiali (tra parrocchie, associazioni e movimenti) e tra componenti del popolo di Dio (sacerdoti, religiosi e laici) porta non di rado a difficoltà di incontro e di armonica collaborazione. La comunione vissuta è sempre anche conquista, l’accoglienza dei doni di Dio rimane comunque esigente e impegnativa.
L’autocompiacimento e il dito puntato insidieranno sempre il tessuto ecclesiale. L’instancabile richiamo del Vescovo Lino all’unità; ad evitare le contrapposizioni è il grido della sentinella che vigila sul suo popolo; l’esortazione a conoscere e ad amare la Chiesa di Cristo è l’invito a saper superare il proprio esclusivo ‘punto di osservazione’.
È apparsa grande, dicevo, la disponibilità ad ascoltarsi reciprocamente, anche se non è mancato talora un’accentuata premura a parlare di sé.

UNA RISCOPERTA ANSIA MISSIONARIA

Il Convegno ha posto un forte accento sull’andare. La sfida dell’età adulta contemporanea è stata raccolta con realismo e coraggio.
La relazione introduttiva dell’arcivescovo di Siena, Mons. Bonicelli ha risvegliato in tutti la consapevolezza del bene posseduto, della gioiosa appartenenza al Corpo di Cristo Signore che si chiama Chiesa, e il desiderio di essere portatori a tutti del lieto messaggio che salva dal grigiore, dal nonsenso, dalla frantumazione, dal male, dall’incubo dell’annientamento.
La missione è un dovere, l’evangelizzazione è ubbidienza all’«andate» di Gesù Cristo, è la prima e più preziosa opera di carità verso il fratello uomo; il Convegno, pur richiamando tutto ciò, ha evidenziato molto anche il “bisogno” di evangelizzare: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato!” (Atti 4, 20).
Se l’autenticità della propria esperienza di fede ha un riscontro immancabile nell’ansia missionaria, accanto alla preoccupazione che nessuno di noi si nasconde di fronte ad un cattolicesimo in pantofole e alle sue timide risposte all’erosione e all’aggressività mondana, c’è spazio per la speranza e per l’ottimismo.
L’assemblea, certo qualificata, che ha animato le sale del Palazzo Ghini il 13 e 14 novembre scorso ha mostrato di volere e sapere fare ben più di una azione di contenimento; si è offerta, disponibile, ad essere ricaricata di ardore, si è indirizzata alla ricerca di nuovi metodi e di nuove espressioni, si è rivelata pronta, dunque, ad intraprendere l’azione della nuova evangelizzazione a cui il Papa e i Vescovi ci stanno sollecitando.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Il Convegno era chiamato a rispondere in maniera molto concreta ai tanti aspetti che l’impegno di evangelizzare gli adulti implica.
La lettura dell’esistente, la valutazione, le proposte, hanno costituito un apporto ricco e variegato che è stato raccolto nei dodici gruppi di studio.
Ora tutto questo materiale è a disposizione del Vescovo che nei modi e nei tempi opportuni saprà certamente farne tesoro.
Torneremo su queste pagine proprio per dare notizia dei frutti che il Convegno, evento di grazia per la nostra Chiesa, avrà portato sul piano pastorale in ordine all’evangelizzazione e alla catechesi degli adulti.
Ancora una volta, come sempre, il cammino continua.

Walter Amaducci
CC XXV n- 40 – 21 novembre 1992 pp. 1.6




ATTI DEL CONVEGNO
PRESENTAZIONE



La pubblicazione degli «Atti» del Convegno Diocesano sulla evangelizzazione degli adulti «Evangelizzarsi per evangelizzare» (Cesena, 14-15 novembre 1992) risponde principalmente al bisogno di avere a disposizione, in una raccolta comoda e accessibile, tutto il materiale riguardante la scelta prioritaria operata, sul piano pastorale, per il triennio 1992-1995.
Questo lavoro si giustifica non tanto per una ragione storico-archivistica, ma al contrario per il bisogno e il proposito
- di continuare ad attingere alle motivazioni di fondo della scelta fatta dal Vescovo a proposito dell’evangelizzazione (fase preparatoria);
- di conoscere tutto il contributo di riflessione e di esperienza confluito in sede di convegno da tutta la realtà diocesana;
- di conoscere e fare proprie le soluzioni e le decisioni che sono scaturite dai lavori del Convegno stesso.
Il terzo obiettivo appena indicato prevede scadenze a breve o medio termine già ben identificate e messe a fuoco; altre invece, pur individuate, richiederanno nei prossimi mesi un ulteriore approfondimento e la relativa concretizzazione.
Tutto ciò è indicato in maniera precisa e articolata nel «Piano di_applicazione» datato 21 gennaio 1993 che in parte è già in fase di attuazione, ma che ha bisogno di una «squadra» di operatori molto ampia e motivata.
Accanto ai sacerdoti, primi responsabili in questo impegno, sono chiamati ed attesi in particolare i religiosi e i diaconi, i convegnisti, i membri del C.P.D. e dei consigli pastorali parrocchiali.
A tutti costoro, dunque, e a tutta la comunità diocesana che già conosce la presenza e l’impegno di tanti laici adulti nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali, vengono consegnati questi «Atti» con l’esortazione ad essere protagonisti, quali strumenti attivi dello Spirito di Dio, sulla frontiera della nuova evangelizzazione.

21 gennaio 1993
Mons. Walter Amaducci
Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione



ASSEMBLEA CONVEGNISTI ‘92
Cesena - Palazzo Ghini - 15 ottobre 1995



Questa è la terza assemblea alla quale sono convocati i partecipanti al Convegno Diocesano del 14-15 novembre 1992 “Evangelizzarsi per evangelizzare”.
Da quel Convegno scaturì un piano di applicazione pubblicato alle pagg 73-76 degli Atti del Convegno che dopo una serie di valutazioni espresse in dieci punti elenca precise indicazioni (esattamente 22). La ventunesima recita espressamente:
“All’inizio dell’anno pastorale (settembre-ottobre) si terrà un’assemblea dei convegnisti nella quale:
- si farà una verifica dell’anno trascorso,
- si daranno le indicazioni operative per l’anno che sta iniziando,
- si proporrà il nuovo aspetto da approfondire nella riflessione.”
Come abbiamo fatto nel ‘93 e nel ‘94 eccoci riuniti, dunque, per questa verifica che quest’anno assume un’importanza particolare:
- è la verifica non solo dell’ultimo anno ma di tutto il triennio;
- con essa si scioglie questo gruppo di riferimento in coincidenza tra l’altro con la scadenza e il rinnovo dello stesso Consiglio Pastorale Diocesano i cui membri erano tutti Convegnisti. Si scioglie ma per un arrivederci imminente fra tanti di noi;
- quest’assemblea costituisce infatti un’ideale cerniera con il nuovo programma pastorale che impegnerà la Chiesa di Cesena-Sarsina per i prossimi 2 o 3 anni : il Sinodo Diocesano.
Sarà il nostro Vescovo, nell’ultima parte dell’incontro, a fare questa saldatura tra l’esperienza appena conclusa e quella verso cui siamo già incamminati, perché in sinodo, “sulla strada insieme” ci siamo già.

Questo mia relazione introduttiva non vuole certo anticipare valutazioni e bilanci sul triennio, valutazioni che saranno oggetto dei vostri interventi sulla base della traccia che vi è stata fatta pervenire con la lettera di convocazione. Mi pare opportuno invece richiamare la cornice e lo sfondo di questo triennio , gli obiettivi fondamentali sui quali il Convegno si era soffermato , il programma secondo cui era articolato e le informazioni relative agli adempimenti a cui era chiamato il Centro Pastorale della Diocesi.
Già allora sottolineavo che il tema era ben preciso e delimitato anche se comunque molto ampio e impegnativo con tre rilievi.
Atti: pag 40 1. La vita cristiana non è solo evangelizzazione e catechesi...
2. Evangelizzare e fare catechesi non è solo un fatto verbale...
3. Evangelizzazione e catechesi non riguardano solo gli adulti...
Ecco perché siamo ripartiti dagli adulti suddividendo il triennio in tre tappe dedicate alla Catechesi sistematica, alla Catechesi occasionale e alla Rievangelizzazione.
A proposito delle indicazioni 6.7.8. mi sembrano due gli aspetti da ricordare:
1 Un problema affrontato più volte è stato quello della formazione dei formatori attraverso non solo esortazioni ma strumenti precisi. Si sono organizzati corsi e scuole (la Scuola biblica, la Scuola di formazione ai ministeri, corsi zonali,...) confluiti da quest’anno in una più completa e articolata “Scuola Diocesana di formazione pastorale” che a tutt’oggi conta 114 iscritti (94 nel primo anno).
2 Per quel che riguarda l’associazionismo cattolico è stato ristrutturato, con revisione dello Statuto, il Consiglio Diocesano dei Laici di cui ora fanno parte tutti i
17 tra movimenti e associazioni ecclesiali (che hanno un assistente)
e 6 associazioni legate al mondo cattolico (che hanno un consulente ecclesiastico)
Circa la catechesi sistematica
oltre la diffusione della scheda che illustra in maniera semplice e sintetica che cosa significhi “catechesi sistematica” c’era l’impegno al punto 11c :
“A cominciare dal prossimo settembre sarà indicato annualmente un tema comune, con proposte di strumenti e di metodi” (pag 75).
Questo è stato attuato con i tre temi e relativi sussidi; lo scorso anno sono state acquistate 550 copie e più di trenta parrocchie lo hanno utilizzato.
Quello di quest’anno è in distribuzione; nella presentazione si ricorda che l’altro strumento per la catechesi agli adulti è la Lettera del Vescovo sul Sinodo.
Circa la catechesi occasionale è stato messo in cantiere e quindi, con la presentazione del Vescovo, illustrato prima al Presbiterio e poi a questa stessa assemblea il documento (datato 8 sett 1994) che presenta i 13 ambiti della catechesi occasionale; è fin troppo evidente che queste 13 vie non sono da inventare e tanti le percorrono già; ma sono ugualmente da allargare, riattivare, percorrere con convinzione e questo non si mette in moto in un anno o due; furono invitati soprattutto i Consigli Pastorali Parrocchiali a prendere conoscenza di questo prezioso strumento, a farne oggetto di programma e di esame di coscienza, di verifica.
Lo strumento è doppiamente prezioso:
- contiene una rassegna che presume di essere completa (non sono solo esempi);
- offre suggerimenti e là dove è necessario ricorda disposizioni molto precise , concrete e circostanziate sul piano pastorale.
La scheda che accompagna il fascicolo ricorda che cosa si intende per catechesi occasionale e quando si arriva ai contenuti fondamentali dell’annuncio li sintetizza nelle due verità basilari:
1. Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, unico Redentore dell’Umanità
2. La presenza viva e salvifica di Cristo nella sua Chiesa.
Il mistero di Cristo e l’appartenenza alla Chiesa, dunque:
tema duplice, bifacciale, dai due elementi inscindibili (non diamolo per scontato, neppure noi qui presenti. Troppi cattolici sono convinti che il primo problema è quello di Dio, di credere in Dio; e quello della coscienza , di agire secondo coscienza. Non c’è bisogno del Cristianesimo per questo, non c’era bisogno che il Figlio di Dio si incarnasse...Bastava e basta essere ‘uomini’ col naturale “senso religioso” tema caro a don Lino ma se il Papa e i Vescovi ci martellano con la espressione nuova evangelizzazione significa che a 20 anni dalla stupenda Evangelii nuntiandi di Paolo VI non abbiamo ancora capito sul serio che il cuore del problema sta qui. Il prossimo Convegno di Palermo, secondo i preludi del Presidente della CEI dovrebbe concentrarsi proprio su questo.
Cuore del problema e anche per questo tema di fondo della Missione cittadina “Spalancate le porte a Cristo” che oltre a costituire un momento di intenso impegno sul piano dell’annuncio ci ha dato alcune elementi preziosi per tutta la comunità diocesana in ordine alla rievangelizzazione:
Le Conclusioni e indicazioni pastorali ricavate dall’esperienza della missione cittadina sono a mio avviso le seguenti.
1. I laici personalmente coinvolti nella preparazione della Missione e nei vari servizi hanno testimoniato il grande beneficio loro arrecato da tale impegno.
Occorrerà incrementare e sostenere tale collaborazione in una prospettiva di ministerialità sempre più generosa e consapevole.
2. I centri di ascolto si sono confermati una via indispensabile per l’annuncio cristiano nel contesto odierno. Preparati con cura essi dovrebbero diventare un appuntamento stabile almeno nei momenti forti dell’anno liturgico.
3. Si è confermato un bisogno enorme di formazione e soprattutto una disponibilità in talune situazioni superiore alla proposta ordinariamente fatta. In particolare la pastorale scolastica e quella del lavoro, recuperando la consapevolezza e la spinta missionaria, sono attese ad una urgente e impegnativa azione.
4. La dimensione straordinaria della Missione è parsa sostenuta dalla presenza dei missionari anche per il carisma proprio della vita religiosa che essi testimoniavano, risultato particolarmente prezioso nell’impatto della visita alle case. Verso questo provvidenziale ed irrinunciabile aspetto dell’annuncio e della proposta cristiana andrebbe orientata almeno parte della presenza religiosa in diocesi.
5. La via della cultura e del messaggio dell’arte, come era accaduto in occasione del Congresso Mariano del 1988, si è mostrata particolarmente feconda; andrà dunque percorsa con rinnovato convincimento e corrispondente attenzione.
6. Il mondo giovanile mostra sempre più le caratteristiche di soggetto ‘lontano che non è mai stato vicino’; la fatica ardua della proposta e la ricerca del linguaggio adatto a questa generazione sono sfide non demandabili né rimandabili.
7. La maggior parte delle considerazioni emerse a proposito della catechesi occasionale possono e devono essere riprese per la rievangelizzazione: i tredici ambiti là individuati coprono infatti praticamente tutta la rete di rapporti possibili e accessibili ai cristiani, sacerdoti, religiosi e laici; ma rimane fondamentale una comunità viva attorno al cui altare chiunque possa essere invitato, nella convinzione visibilmente mostrata che da quell’altare si plasma il volto della comunità e si dispiega una vita ricca di novità e di concretezza.

Mi rimane una parola da dire a proposito della conoscenza della nostra realtà dal punto di vista non solo ecclesiale ma socio-pastorale; il punto 16 delle indicazioni dice:
“sarà creato un osservatorio permanente socio-religioso per la conoscenza della nostra popolazione, facendo tesoro di persone, strumenti e metodi messi in opera nelle attuali indagini”.
La prima e la più impegnativa di queste indagini è stata condotta da un’apposita commissione incaricata dal Vescovo di uno studio per la revisione della struttura geografico-pastorale della Diocesi che prossimamente consegnerà il risultato dei suoi lavori; una seconda più prettamente pastorale l’ha affiancata e i suoi risultati sono stati comunicati a fine giugno in sede di CPD: più che un’indagine completa, considerato il numero non altissimo delle parrocchie che hanno risposto( 37), la sua utilità è quella di uno studio su campione o comunque di valore indicativo.
L’idea di un osservatorio permanente Diocesano rimane valida e alla conclusione di questo triennio sono già sufficienti gli elementi e le esperienze per poterne tratteggiare la struttura.
Ecco quello che intendevo per quadro di riferimento corredato dalle informazioni riguardanti soprattutto il Centro Pastorale della Diocesi. Ora tocca a voi, attraverso i vostri interventi fornire notizie, informazioni e valutazioni su quello che si è fatto e si fa , su quello che si vive nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti, e nelle comunità religiose a riguardo della catechesi sistematica, di quella occasionale e della rievangelizzazione.
Grazie.
Cesena 15 ottobre 1995