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Walter Amaducci: Documento

Documento.    






DOCUMENTO SINODALE




PRESENTAZIONE AL VESCOVO DEL DOCUMENTO SINODALE




 Eccellenza, a nome dell’Assemblea sinodale sono qui a consegnarle il Documento che raccoglie il risultato di un lungo lavoro; e mi riferisco non solo alle quindici sessioni di sistematica revisione del testo preparatorio, ma alle migliaia di ore che, a partire dai 680 gruppi sinodali del 1996, sono state dedicate da tante persone alla formulazione delle osservazioni e delle proposte, degli obiettivi e dei suggerimenti contenuti negli attuali 958 paragrafi in cui si articolano il Proemio e le quattro parti del Documento sinodale.

I paragrafi erano 846 quando il 31 maggio scorso i sinodali ricevettero dalle sue mani la bozza del documento in questa stessa cattedrale. 687 emendamenti, frutto di 511 interventi, hanno cercato di rendere più precise e più ampiamente condivisibili, ma soprattutto più vere e adeguate alla nostra situazione attuale, la lettura dei fatti e le soluzioni prospettate.

Lei conosce perfettamente questi contenuti, avendo presieduto personalmente tutte le riunioni della Commissione centrale durante la fase preparatoria e tutte le sessioni dell’Assemblea durante la celebrazione di questi mesi.

Le votazioni, secondo l’Istruzione pontificia sui sinodi diocesani, erano volte ad «accertare il grado di concordanza dei sinodali sulle proposte formulate». I vari capitoli sono stati approvati senza riserve mediamente dall’88% dei votanti, mentre le votazioni finali delle cinque parti hanno raccolto l’approvazione media del 92% dei votanti.

Lei stesso, Eccellenza, ha potuto prendere atto della costanza e del grande impegno di fedeltà dei sinodali. Dei 260 sinodali nominati 248 hanno portato a termine il loro compito. Quattro hanno declinato fin dall’inizio l’invito e la nomina, quattro religiosi sono stati chiamati da necessità e trasferimenti in altra diocesi, e appena quattro sono i sinodali decaduti. La presenza media alle sessioni è stata dell’88,6%, raggiungendo il 90,6% nelle undici sessioni del lunedì sera in Seminario.

Oggi la celebrazione del Sinodo si conclude; ma c’è un’avvertenza che non abbiamo mai dimenticato. Fin dall’inizio Lei disse che il momento di oggi non era il più importante, che il primo obiettivo di questo impegno ecclesiale era proprio il ‘camminare insieme’, fatto di preghiera, di catechesi, di riflessione comunitaria, di incontri, di pellegrinaggi, di momenti culturali ed espressivi, di testimonianza. Obiettivo era la nostra comunione, quella che tutti gli appuntamenti ricordati hanno inteso favorire ed esprimere, per rispondere con rinnovata fedeltà alla missione che non Lei, ma il Signore stesso ci affida, per questo tempo e per questa umanità.

Il segno di carità che resterà a memoria del Sinodo, la consegna del Libro sinodale il 15 aprile prossimo, il pellegrinaggio ad Assisi del 1° maggio e soprattutto l’applicazione delle disposizioni sinodali finali stanno davanti a noi come programma di continuità e rinnovata esortazione a lavorare con generosità nella vigna del Signore, a continuare a camminare con Cristo. E sappiamo che la pur doverosa verifica del nostro operato trova il suo senso nel bisogno di discernere il presente e affrontare con responsabilità e fiducia l’immediato futuro.

Eccellenza, Lei ha osservato ed ascoltato molto, perché a un padre è richiesto anche questo. Ciò è avvenuto in una modalità straordinaria e prolungata. Ora è giunto il momento della sua parola autorevole e decisiva, nel nome e con la sollecitudine di Cristo, unico pastore del suo popolo.

È stato un grande amore per questo Pastore e per questo Popolo che ci ha animati e sostenuti nel servizio che ci veniva chiesto. 


Saranno cinque pani, saranno due pesci... È quello che abbiamo. È quello che Lui ci domanda per continuare a compiere i suoi prodigi.


Mons. Walter Amaducci
Segretario Generale del Sinodo

Cesena, 8 dicembre 1998.
CC XXXI n. 45 – 19 dicembre 1998 . p. 2