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Walter Amaducci: Articoli

Articoli.    




ARTICOLI SUL SINODO DIOCESANO

IN CAMMINO VERSO IL SINODO




La preghiera, primo impegno per il Sinodo: il Vescovo da queste stesse pagine ha esortato tutta la comunità diocesana a vivere operosamente l’attesa del Sinodo in un clima orante di gratitudine e di intercessione.
Una particolare “consegna” dell’impegno della preghiera per il Sinodo è stata fatta ad alcune comunità la cui vita è scandita strutturalmente dagli appuntamenti di preghiera: le monache Benebettine, le monache Cappuccine e i monaci Benedettini; lo stesso è stato fatto nei confronti dei Gruppi di preghiera di P. Pio, e questo non certo per delegare qualcuno a pregare anche al posto degli altri, ma per evidenziare nella vita quotidiana di questi fratelli e sorelle la risposta necessaria e preziosa che tutti i cristiani sono invitati a dare.
Sempre nell’ambito di tali segni e richiami si colloca una particolare invocazione alla Madonna del Popolo secondo il proposito espresso dal Vescovo al capitolo 6 della sua lettera pastorale “ Il Sinodo diocesano”: a cominciare da sabato 5 agosto, ogni primo sabato del mese il Vescovo presiederà l’Eucarestia nella cappella della Madonna del Popolo, in Cattedrale, alle ore 8,30.
Ogni giorno, inoltre, al termine della S.Messa capitolare, verrà recitata la preghiera per il Sinodo all’altare della Madonna del Popolo; questo sarà infatti per tutti il “luogo di appuntamento per la preghiera, da ora fino alla fine del Sinodo”; anche chi sosterà personalmente in momenti diversi vi potrà trovare il testo della preghiera, e comunque, potrà elevare alla Vergine una particolare fervida invocazione.
In ottobre, una volta scelto il “logo”del Sinodo (simbolo e motto), saranno diffuse in tutta la diocesi le immaginette che riporteranno il testo della preghiera e saranno proposti i testi di alcune intenzioni di preghiera da recitare durante la S. Messa.
I sacerdoti dedicheranno al Sinodo le mattinate del 12 e 13 settembre, nell’ambito del loro aggiornamento pastorale, guidati da S.E. Mons. Vincenzo Savio, Vescovo Ausilare di Livorno. In tale prospettiva il Vescovo Lino sta incontrando, durante l’estate, i presbiteri delle varie Zone Pastorali, per presentare la Lettera consegnata loro la sera del 15 giugno u.s. dopo la Liturgia del Corpus Domini.
La sera di martedì 12 settembre, nel salone di Palazzo Ghini, S. E. Mons. Vincenzo Savio incontrerà tutti i laici, particolarmente quelli attivamente impeganti nei servizi pastorali, per illustrare loro le linee essenziali di un sinodo.
Il settimanale diocesano darà puntualmente informazione su tutto il percorso sinodale; nel periodo che ancora ci separa dalla costituzione della Commissione antepreparatoria (prevista per il prossimo autunno) verrà completata, in particolare, l’esposizione dell’esperienza sinodale per quel che riguarda la storia della nostra Chiesa; questa retrospettiva, ovviamente, si riferirà distintamente alle due diocesi di Cesena e di Sarsina, essendo, quello a cui ci stiamo preparando, il primo Sinodo della diocesi di Cesena-Sarsina.

Walter Amaducci
CC n 29 29.7.1995



L’EVANGELIZZAZIONE E IL SINODO


Domenica 15 ottobre a Palazzo Ghini si è svolta l’assemblea di verifica del triennio pastorale dedicato all’evangelizzazione degli adulti. Il programma del triennio aveva avuto il suo inizio con il Convegno Diocesano del 14-15 novembre “Evangelizzarsi per evangelizzare” che nel “piano di applicazione” prevedeva verifiche annuali sulle tre tappe del programma stesso: catechesi sistematica catechesi occasionale e rievangelizzazione.
Questo triennio ha certamente segnato una ripresa di convinzione e di impegno concreto nel campo della catechesi sistematica agli adulti. Varie comunità parrocchiali hanno dato inizio a questa attività superando una tradizione di incontri episodici, casuali e frammentari, o addirittura colmando un autentico vuoto in questo settore. E’ noto che il cammino deve ancora essere avviato per altre, anche se in sede di verifica sono mancati interventi relativi a queste situazione di fatica e di ritardo. E’ auspicabile che la positiva esperienza e la testimonianza di chi già opera costituisca un ulteriore stimolo per chi stenta a partire. Un aiuto concreto è stato ravvisato nella scelta di proporre annualmente un tema preciso e soprattutto il fascicolo di schede da utilizzare negli incontri; il numero delle schede richieste è andato crescendo e anche il giudizio sulla loro qualità e utilità è stato più che positivo.
Molti interventi hanno ribadito e confermato quanto siano preziose le vie della catechesi occasionale. Il testo delle indicazioni pastorali (8 settembre 1994) pur essendo nelle mani di tutti i sacerdoti e di vari operatori pastorali attende di essere maggiormente assunto come oggetto di programmi e di esame di coscienza. Le tredici vie indicate, infatti, presumono di offrire una rassegna completa delle possibilità che alla comunità cristiana sono offerte in questo campo; inoltre una serie di disposizioni e di suggerimenti pratici e circostanziati, rendono ‘La catechesi occasionale’ un prezioso strumento di riflessione e di programmazione pastorale.
Ricordando i contenuti fondamentali dell’annuncio si è tornato a sottolineare la centralità del mistero di Cristo e dell’appartenenza alla Chiesa:
1 Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, unico Redentore dell’umanità
2. La presenza viva e salvifica di Cristo nella sua Chiesa:
Il mistero di Cristo e la sua presenza nella Chiesa erano proprio i temi di fondo della stessa missione cittadina (25.3-8.4 1995), momento importante di rievangelizzazione che ha offerto varie indicazioni sul piano pastorale: il beneficio arrecato a tanti laici personalmente impegnati, il metodo dei centri di ascolto, la visita alle case, il particolare carisma dei religiosi e l’accoglienza riservata ad essi, la via della cultura e del messaggio dell’arte, il bisogno di formazione unito non di rado a inattese disponibilità, la fatica ardua della proposta in altri contesti...
La riflessione su questo campo dovrà continuare unita alla ricerca di vie nuove, inedite, suggerite anche da una conoscenza sempre più approfondita della nostra realtà sociale e culturale, oltre che pastorale. A tale scopo la creazione di un “osservatorio permanente” appare non soltanto utilissima, ma ormai ravvicinata e praticabile.
La necessità della “formazione dei formatori” ha trovato una prima risposta sufficientemente completa e articolata nella Scuola diocesana di formazione pastorale che conta a tutt’oggi 114 iscritti; accanto ad essa dovrà essere intensificata e qualificata la proposta dei vari corsi, soprattutto di quelli zonali.
L’assemblea conclusiva del triennio è stata anche il momento di cerniera col nuovo programma pastorale che impegnerà la Chiesa di Cesena-Sarsina per i prossimi due o tre anni: il Sinodo Diocesano. Tirando le fila dell’incontro, il Vescovo Lino ha evidenziato l’elemento di continuità: anche il Sinodo deve essere il grande momento dell’Evangelizzazione, in una seria verifica della fedeltà a Cristo e alla missione da questi affidata a noi, sua Chiesa. Si tratterà di riscoprire e sottolineare i tratti veri della nostra identità, approfondire la comunione, e vivere fedelmente la missione e la testimonianza con rinnovata franchezza.


Walter Amaducci
C C n 38 - 21 ott 1995



SINODO E CONSIGLI PASTORALI PARROCCHIALI



La corresponsabilità e la partecipazione di tutti i battezzati alla vita e alla missione della Chiesa troveranno nel Sinodo Diocesano un momento altamente significativo e di eccezionale rilevanza. Ma proprio questo vertice di coinvolgimento ecclesiale deve diventare una scuola di metodo nella prospettiva della ministerialità alla quale tutti, presbiteri, diaconi, religiosi e laici sono chiamati a convertirsi fattivamente, senza ulteriori resistenze e ritardi.
Ci accorgiamo che l’ambiente sociale e culturale nel quale siamo immersi viaggia su altre rotte, sembra anzi andare alla deriva dentro una perversa logica di frammentazione e di contrapposizione. Questo ci deve realisticamente premunire di fronte all’attesa di improbabili facili entusiasmi: la corresponsabilità e la partecipazione potranno attingere motivazioni, stile ed energia soprannaturale dalla comunione ecclesiale riscoperta come dono e vissuta come impegno prioritario. Si tratta in primo luogo di aderire a Cristo Signore, risorto e vivente, secondo quell’ecclesiologia di comunione che il Concilio Vaticano II ha così fortemente recuperato e di cui anche il nostro Sinodo vuole essere richiamo, verifica e strumento di attuazione.
In particolare dovranno riprendere quota i Consigli Pastorali Parrocchiali, in questa nuova stagione della Chiesa italiana che, dopo il Convegno di Palermo, riparte con l’impegno di riscoprire e riqualificare gli organismi di partecipazione. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è uno dei primi àmbiti di quel discernimento comunitario dal quale ogni Chiesa particolare deve procedere nella sua impostazione e programmazione pastorale.
Tutta questa materia sarà anche oggetto di verifica, di approfondimento e di proposta nelle diverse sedi della riflessione sinodale, ma sarà soprattutto una via pratica da seguire immediatamente nella struttura essenziale del lavoro sinodale. Infatti tutta l’attività sinodale prevista in parrocchia avrà come suo perno proprio il consiglio pastorale. Al Consiglio Pastorale Parrocchiale spetterà individuare i gruppi sinodali, organizzarne e seguirne l’attività, raccogliere i risultati del lavoro svolto, operare una prima sintesi di tali contributi, mantenere un contatto ininterrotto sia con la Segreteria del Sinodo che con la Zona Pastorale per gli aspetti, le questioni o le iniziative che lo richiederanno.
In tale prospettiva tutte le nostre parrocchie fanno sinodo già da ora riorganizzando, rilanciando o, laddove ancora non esista, costituendo il proprio Consiglio Pastorale; un adempimento, come si diceva, che va ben oltre l’aspetto organizzativo, trattandosi di dare respiro e spessore a un ‘soggetto reale e concreto della vitalità e della missione della comunità’.




Walter Amaducci
CC XXIX n. 12 - 30 marzo 1996, p.1



DA LORETO AL SINODO



“Tutti a Loreto!”: la frase che campeggiava nel primo manifesto distribuito alla fine di gennaio annunciava il pellegrinaggio del 25 aprile in termini essenziali e perentori, come se si trattasse di una ‘consegna’. Tale in effetti era il proposito della segreteria del Sinodo: realizzare col pellegrinaggio a Loreto la prima grande manifestazione sinodale della nostra Chiesa di Cesena-Sarsina. Questo è accaduto, secondo il programma stabilito e senza dubbio ben oltre le aspettative migliori.
L’appuntamento ha mobilitato moltissima gente delle nostre comunità ecclesiali: questo è il primo dato confortante ed eloquente. I due treni speciali, i 46 pullmans e gli altri mezzi privati hanno portato a Loreto 4.500 pellegrini, una vera folla, anzi un ‘popolo’ visibilmente adunato nel nome del Signore come raramente accade di sperimentare nella vita della nostra diocesi (bisognerebbe tornare alle giornate di maggio di dieci anni fa, attorno al Papa).
Un secondo aspetto che va subito sottolineato è quello della partecipazione di tutte le componenti e realtà ecclesiali presenti a Cesena-Sarsina: parrocchie da ogni zona pastorale, movimenti, associazioni e gruppi, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici di ogni età (ragazzi, giovani, adulti, anziani), famiglie al completo, sani e malati. Loreto ha dunque accolto una vera e propria, rappresentanza, folta e al tempo stesso qualificata, della nostra diocesi. Perché qualificata? Qui emerge un terzo dato relativo al ‘come’ il pellegrinaggio è stato vissuto, valutazione che non può più essere solo esterna ed oggettiva, ma che richiede una lettura discrezionale e perciò stesso opinabile. I ‘pellegrini’ hanno dimostrato di cercare una meta alta ed intensa: hanno vissuto con fede , con disponibilità e semplicità, con serenità e con entusiasmo i vari momenti della giornata che hanno avuto il loro centro nella celebrazione eucaristica, in piazza. Tale clima si è colto lungo lo svolgersi del programma, ed ha trovato conferma al momento del ritorno, nella contentezza diffusa e comunicata. Il pellegrinaggio a Loreto del 25 aprile ‘96 sarà ricordato da tanti, a lungo e volentieri.
Il Pellegrinaggio doveva dare “visibilità all’itinerario sinodale e alle sue fondamentali dimensioni che sono quelle della nostra quotidiana esperienza ecclesiale”. Il Vescovo, nell’omelia e nel saluto finale, ha richiamato fortemente questo intendimento centrale; lo stesso significato è stato sottolineato nel messaggio dell’Arcivescovo di Loreto, Mons. Pasquale Macchi. E’ stato tuttavia il programma dell’intera giornata che non solo ha concentrato nell’affidamento a Maria gli auspici e i propositi del futuro lavoro sinodale ma ha concretizzato e fatto sperimentare quel “camminare insieme” nella comunione e nella missione che già ora costituisce la nostra prima e più amata identità.
Ora il lavoro sinodale sta per imboccare la precisa strada della riflessione, dei contributi, della verifica e della progettazione. L’opera silenziosa delle commissioni si aprirà alla partecipazione diretta di tanti, in tutte le comunità, a cominciare dal prossimo mese di giugno. Il cammino sinodale ci ha portati a Loreto consentendoci di gustare, accanto a Maria, la bellezza del nome cristiano che portiamo; Loreto ci riconsegni al Sinodo con un forte desiderio di coinvolgimento, di impegno deciso, di forte e gioiosa corresponsabilità.



Walter Amaducci
CC XXIX n 17 – 4 maggio 1996, p.1



IL PELLEGRINAGGIO A LORETO



Del Sinodo diocesano che sarà celebrato nel 1998 sta per concludersi la fase antepreparatoria che ha visto impegnate principalmente le commissioni, ma che attraverso l’impegno della preghiera e delle catechesi sinodali ha già mosso i primi passi anche all’interno di molte comunità.
Il primo appuntamento esterno, pubblico e corale, si è concretizzato con il pellegrinaggio diocesano al santuario della Madonna di Loreto, svoltosi il 25 aprile scorso, al quale hanno partecipato 4500 persone, giunte nella cittadina marchigiana con due treni speciali, 46 pullmans e vari mezzi privati.
Il pellegrinaggio, come era stato spiegato dalla segreteria del Sinodo nella presentazione del libretto appositamente preparato per l’occasione, doveva dare “visibilità all’itinerario sinodale e alle sue fondamentali dimensioni che sono quelle della nostra quotidiana esperienza ecclesiale”. Tale finalità è stata più volte e fortemente richiamata dal Vescovo nell’omelia e nel saluto finale, a Loreto. A pellegrinaggio concluso si può fare un consuntivo non solo lusinghiero, ma sorprendentemente al di sopra delle migliori aspettative.
Ragazzi, giovani, adulti e anziani, con grande semplicità, con gioiosa disponibilità, e con momenti di partecipazione entusiastica hanno dato corpo ad un eccezionale convenire di Chiesa, aiutandosi gli uni gli altri a sperimentare quel “camminare insieme” nella comunione e nella missione che già ora costituisce il cuore dell’itinerario sinodale e che fa ben sperare circa l’accoglienza e la riuscita degli appuntamenti futuri.
Loreto ha evidenziato in primo luogo l’orizzonte di fede, fortemente vissuta e apertamente proclamata, dentro la quale acquistano significato e consistenza l’identità personale di chiunque porta il nome di «cristiano», e l’identità ecclesiale che proprio accanto alla Madonna dell’Incarnazione ha modo di contemplare il proprio modello, l’ideale, l’immagine perfetta di sé. Come è accaduto a Maria, questa nostra Chiesa di Cesena-Sarsina è chiamata a dare carne e sangue a Cristo Signore, alla sua presenza redentrice nella storia; e questo sta già accadendo in noi e tra noi, battezzati in Cristo, evangelizzati per evangelizzare, uniti nel suo nome e inviati a testimoniarlo coi fatti e con le parole.
Il pellegrinaggio ha tuttavia richiamato in modo altrettanto forte l’incompiutezza di ogni nostro passo, l’attesa della “città futura” che fa avvertire come provvisoria ogni nostra tenda terrena. La stessa preparazione al giubileo del 2000 e all’inizio del terzo millennio darà al cammino sinodale l’impronta marcata della speranza cristiana, che contempla ancora una volta in Maria un segno luminoso e soprattutto la propria realizzazione.
Il Sinodo ci ha donato il pellegrinaggio a Loreto, momento straordinario e indimenticabile di ecclesialità; Loreto ci riconduca al Sinodo profondamente motivati, aperti all’accoglienza del doni di Dio e a tutte le forme di partecipazione attiva che possono consentire alla nostra comunione di tradursi in comunità vive, sempre più adulte, capaci di testimonianza trasparente ed efficace, di missionarietà più consapevole e decisa.





Don Walter Amaducci



A PROPOSITO DI GRUPPI SINODALI





Con la ripresa a pieno ritmo delle attività pastorali nelle parrocchie e nelle altre comunità ecclesiali anche la partecipazione diretta ai lavori del Sinodo da parte della gente entra nel vivo attraverso la rete dei GRUPPI SINODALI. Per una illustrazione completa ed essenziale delle loro caratteristiche e del loro funzionamento si faccia riferimento all’opuscolo «I gruppi sinodali» (quaderno n° 3) distribuito insieme ai Lineamenti.
In questa sede è il caso di sottolineare alcune premesse ed aspetti che mi sembrano di particolare importanza, soprattutto a riguardo dei gruppi sinodali parrocchiali.
1. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
Già all’inizio dell’estate vari consigli pastorali parrocchiali hanno provveduto ad impostare il lavoro dei gruppi sinodali; altri consigli lo stanno facendo in questi giorni. La varietà, il numero, la configurazione dei gruppi sinodali e il coordinamento del loro lavoro richiedono l’attivazione urgente e il supporto responsabile del consiglio pastorale parrocchiale.
2. L’animatore
L’animatore del gruppo sinodale svolge un ruolo delicato e di notevole portata. E’ necessario allora che i parroci e i consigli pastorali parrocchiali scelgano con cura coloro che dovranno svolgere questo compito, preparandoli adeguatamente e mantenendo con essi un contatto ininterrotto.
3. Quante volte incontrarsi?
Non esiste un numero fisso di incontri stabilito per tutti. Considerato l’arco di tempo disponibile (fino al 31 gennaio 1997) e la reale possibilità di incontrarsi, ogni gruppo sinodale stabilirà il proprio calendario concertandolo, tramite l’animatore, con le esigenze e le indicazioni emerse in sede di consiglio pastorale parrocchiale.
4. Quali temi trattare?
Nel quadro delle sessanta schede del Lineamenti, ogni gruppo sinodale ha un’ampia libertà di scelta. Si raccomanda comunque a tutti di affrontare i temi indicati come ‘urgenti’: evangelizzazione, famiglia, giovani, donna. Questo significa che in ogni gruppo sinodale non dovrà mancare un momento dedicato a tali tematiche, fosse anche in maniera molto sintetica.
In particolare si chiede subito un contributo a tutti i gruppi sul tema della famiglia perché su tale argomento sta riflettendo il Consiglio Pastorale Diocesano e le Zone Pastorali dedicheranno ad esso il loro lavoro proprio in vista dell’approfondimento richiesto dal C.P.D.
5. Tutti partecipi
Tutti coloro che normalmente partecipano alla vita della comunità cristiana, coloro che si ritengono in qualche modo ad essa legati, i battezzati forse un po’ ai margini ma ancora disponibili ed aperti, coloro che sono sinceramente e cordialmente interessati alla vita della Chiesa: a tutti costoro deve giungere l’informazione, la proposta, l’invito a coinvolgersi nella riflessione dei gruppi sinodali. Giovani, adulti, anziani...(per i ragazzi è previsto un percorso particolare che in seguito verrà illustrato) nessuno dovrebbe concludere che il Sinodo riguarda altri, o solo degli ‘addetti’. Potrà non giungere la risposta, ma non deve mancare la proposta.
6. La comunicazione
Per le ragioni sopra esposte la comunicazione e l’informazione riguardanti i programmi e i lavori sinodali richiedono un cura particolare. Dall’assemblea domenicale puntualmente aggiornata, ai bollettini parrocchiali, dai notiziari speciali ai manifesti e ai volantini, dai gruppi corresponsabilizzati alla comunicazione interpersonale: la prima rete da costituire è proprio quella informativa. E forse non è superfluo tornare più volte sulle informazioni...




Don Walter Amaducci
CC XXIX n 32 – 14 settembre 1996 p.3



I GRUPPI SINODALI AL LAVORO




Un popolo in cammino, una moltitudine all’opera nel grande cantiere: queste due immagini possono dare un’idea di ciò che sta avvenendo in questi giorni nella nostra Chiesa. La preparazione al Sinodo è entrata nel vivo della prima fase, quella dell’ascolto.Vi è entrata col movimento tipico della massa ampia e variegata, con lo scatto dei drappelli più agili e pronti che già durante l’estate avevano cominciato la riflessione sui «Lineamenti», con la gradualità e il passo pesante di chi ha misurato le forze volendo mettere bene a fuoco il tragitto da percorrere, con la lentezza di coloro che ancora devono concretizzare una decisione presa.
Non manca, accanto a costoro, la presenza inerte o l’occupazione alternativa di chi fatica a sentire rivolto a sé l’invito del Vescovo a mettersi in Sinodo, o di chi ritiene, almeno per ora, difficilmente attuabile tale progetto.
Alla fine di ottobre erano circa ottanta le comunità parrocchiali impegnate con i gruppi sinodali, o in procinto di avviare la riflessione in gruppi già individuati. Il numero complessivo dei gruppi sinodali parrocchiali attualmente al lavoro supera i quattrocento.
A questi vanno aggiunti i gruppi dei movimenti e delle associazioni ecclesiali: quando in sede di Consiglio diocesano dei laici si è fatto il punto della situazione, tutti i presenti avevano iniziato o programmato il loro calendario di incontri.
Gruppi di insegnanti nelle scuole e di operatori nel campo della sanità hanno ugualmente dato inizio alla loro riflessione. Su altri luoghi di lavoro l’attività sta partendo, e proprio questa settimana viene definito il quadro completo delle iniziative.
Varie altra realtà sono state contattate e invitate al lavoro preparatorio del Sinodo.
Mi pare significativo ricordare gli incontri avuti con tutti i sindaci dei dieci comuni compresi nel territorio della nostra diocesi, la loro cordialissima accoglienza e la disponibilità manifestata a prendere in esame, con le loro amministrazioni, alcuni argomenti delle schede sinodali per potere inviare contributi appropriati.
Centotrentacinque tra gruppi di volontariato, associazioni culturali e gruppi vari hanno ricevuto lo stesso invito. Una volta preso in esame il testo dei lineamenti potranno esprimersi sui temi preferiti; ci auguriamo una attenzione cordiale e una risposta specifica da parte loro.
Nel frattempo, come era stato sollecitato, gli stessi sacerdoti a cominciare dalle Zone pastorali dove periodicamente si incontrano, i religiosi e le religiose negli ambiti loro propri, hanno cominciato l’esame delle schede e raccolto i primi contributi.
Il cammino sinodale prosegue col programma che, di volta in volta, verrà illustrato e commentato nell’apposita pagina curata da questo settimanale (coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi attraverso la lettera indirizzata loro dal Vescovo, pellegrinaggio a Ravenna del 20 aprile 1997,...). Ma essendo proprio il lavoro sui Lineamenti l’impegno fondamentale di questo periodo, torneremo a darne informazione su queste pagine con una apposita rubrica sui gruppi sinodali.




Walter Amaducci
CC XXIX n. 42 – 23 novembre 1996. p.1



1997 IN SINODO
Inizia la fase preparatoria


Alla fine di gennaio si concluderà, nelle comunità ecclesiali e negli altri gruppi interpellati, il lavoro di riflessione sui Lineamenti consegnati e illustrati all’assemblea del Presbiterio il 13 giugno 1996. Le osservazioni fatte nei gruppi sinodali, le richieste, le proposte e tutti i contributi di qualunque genere saranno a quel punto raccolti e inviati alla Segreteria del Sinodo, in Seminario (via del Seminario 85, Cesena - tel. e fax 302743).
Spetterà ai Consigli Pastorali Parrocchiali, in particolare, fare il bilancio di questa fase antepreparatoria e soprattutto stilare una sintesi complessiva, scheda per scheda, di quanto è emerso nei gruppi sinodali (se il tema di una scheda è stato trattato soltanto in un gruppo sinodale della parrocchia basterà inviare il verbale del lavoro di gruppo relativo a tale scheda).
Tutto il materiale inviato alla Segreteria sarà affidato alla Commissione Preparatoria costituita dal Vescovo allo scopo di predisporre lo Strumento di lavoro. Verrà redatta, cioè, una prima bozza di documento sinodale frutto di tutti i contributi raccolti e già strutturata come progetto pastorale della nostra Chiesa particolare. Lo Strumento di lavoro conterrà già, evidenziata, anche la parte normativa, a cominciare da quella serie di disposizioni vincolanti, dentro il quadro del Diritto Canonico universale, che spetta al Vescovo emanare secondo il diritto particolare.
Lo Strumento di lavoro, attorno al quale si caratterizzerà la fase preparatoria del Sinodo, sarà consegnato alla diocesi il prossimo 12 giugno per la seconda e definitiva consultazione presso tutte le parrocchie e le varie realtà ecclesiali.
Sinodo, Giubileo e Congresso Eucaristico Nazionale
Durante la Quaresima, mentre la Commissione Preparatoria sarà al lavoro, tutte le comunità sono invitate a riprendere un’intensa catechesi su Gesù Cristo alla cui Persona è dedicato il 1997, primo anno di preparazione al Giubileo del 2000 secondo l’itinerario tracciato dal Papa nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. In piena sintonia procederà anche la preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà a Bologna nel prossimo mese di settembre incentrato sul tema «Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre».
Come strumento per questa catechesi è stato predisposto un apposito ‘quaderno sinodale’ reperibile presso il Centro Pastorale. Il ‘quaderno’ contiene cinque catechesi : La buona notizia del Regno di Dio, I segni del Regno, Per noi obbediente fino alla morte di croce, Risorto per la nostra salvezza, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Pellegrinaggio a Ravenna del 20 aprile 1997
Dopo il grande pellegrinaggio a Loreto del 25 aprile scorso, la nostra diocesi vivrà un secondo pellegrinaggio sinodale “alle radici della nostra fede” domenica pomeriggio 20 aprile 1997 a Ravenna. Meta sarà l’antica basilica di S. Apollinare in Classe, alla quale ci recheremo con la gratitudine e la festa di chi sosta a contemplare le sorgenti della propria vicenda ecclesiale.
Il programma, i cui dettagli sono in fase di definizione, prevede un momento particolare per i ragazzi la cui partecipazione attiva al lavoro sinodale si sta concentrando attorno alla lettera che il Vescovo ha inviato loro. La videocassetta e il fascicolo Hei, ragazzi, sinodiamo? continueranno ad essere una proposta e un aiuto per conoscere meglio il Sinodo e rispondere alla lettera del Vescovo.
Per il pellegrinaggio sarà disponibile un opuscolo-guida che presenterà le motivazioni storiche che ci legano a Ravenna e i testi dei momenti che vivremo a S. Apollinare in Classe.
Sinodo in preghiera
Sinodo in preghiera non è solo il titolo del quarto quaderno sinodale, ma principalmente il richiamo ad un bisogno e ad uno stile di fondo che non possiamo mai trascurare. E’ l’affidamento del nostro cammino ecclesiale e della nostra riflessione su di esso alla grazia di Dio. E’ la continua riscoperta della presenza di Cristo accanto a noi, dentro le circostanze più svariate della nostra vita: «... e lo riconobbero».
Per il prossimo mese di maggio sarà disponibile un particolare sussidio-guida di celebrazioni mariane che cercherà di coniugare, ancora una volta, il nostro cammino sinodale con l’invito del Papa a fare della devozione mariana una componente “trasversale” ininterrotta nella preparazione al Giubileo.



Walter Amaducci
CC XXX n.1 - 11 gennaio 1997 – p3



QUARESIMA TEMPO DI ASCOLTO




La Pasqua, cuore pulsante dell’Anno Liturgico, irradia la sua centralità nella vita del cristiano attraverso la celebrazione settimanale del Giorno del Signore. Così ogni domenica la Chiesa, facendo memoria della morte e della risurrezione del Signore Gesù, si ritrova come Popolo Santo a dissetarsi alla sorgente della Grazia, fatta ‘contemporanea’ e beneficiaria di quell’evento di salvezza. La centralità della Pasqua si coglie, si assimila e si testimonia dentro un’intensa preparazione, costituita dal cammino quaresimale.
La Quaresima che si apre davanti a noi è innanzi tutto tempo forte sul piano della scelta di vita: la sua netta connotazione penitenziale costituisce il pedagogico appello a rinnovare l’atto di fede come sì di obbedienza fiduciosa a Dio: è il sì di Cristo capo e pastore fatto proprio con rinnovata coscienza da tutti coloro che ne portano il nome, è la condizione battesimale dei «Christifideles» che torna a splendere per consapevolezza, per desiderio di conversione e di rinnovamento, per autentico anelito alla santità.
La visita e la benedizione alle famiglie da parte dei Parroci, in un clima di accresciuta distrazione, dissipazione e dimenticanza, soprattutto da parte delle nuove generazioni, torna come paziente e concreta testimonianza di ascolto e di attenzione, ma ancor di più di riproposta del Signore dentro il tessuto della vita, dentro le svariate ‘storie’ del vissuto personale e familiare.
L’esortazione a una Quaresima di carità, inoltre, ripropone questa virtù teologale come stile totalmente nuovo nelle relazioni umane, reso possibile da un amore sperimentato, ricevuto e alimentato dall’Alto, dalla stessa vita divina partecipata all’uomo col Battesimo, alimentata alla doppia mensa della Parola di Dio e dell’Eucarestia, nel costante ‘respiro’ della preghiera. La carità è l’unico vero «debito» verso il prossimo, è capacità di farsi prossimo rispondendo al richiamo del bisogno umano, e prima ancora percependo tale richiamo, vicino o lontano che sia, gridato o appena sussurrato. Il frutto di una penitenza che diventa anche concretissima disponibilità di maggiori risorse materiali, trova già tese le mani innumerevoli dei poveri, i bisogni segnalati, il sostegno da continuare e intensificare, anche sul piano economico, nei confronti della Missione diocesana.
Se questo si rinnova ogni anno, come proposta e richiamo materno della Chiesa, la Quaresima del 1997 ha una sua sottolineatura unica per quanto riguarda il carattere spiccatamente cristologico e la dimensione battesimale. Questo ha chiesto il Papa nella lettera apostolica «Tertio millennio adveniente» per il primo dei tre anni che ci preparano al Giubileo del 2000.
La nostra Chiesa particolare è «in cammino con Cristo verso il nuovo millennio» in maniera tutta speciale: è iniziata infatti la fase preparatoria del Sinodo Diocesano, dopo la prima tappa di riflessione intorno ai Lineamenti. Mentre l’apposita Commissione è al lavoro, tutta la comunità diocesana è invitata durante questa Quaresima ad una sistematica catechesi sulla persona di «Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre».
La persona di Gesù è l’essenza della vita cristiana: fissare lo sguardo su di Lui è cogliere la radice della vita di fede. Ma questo tornare alle radici non si risolve mai su di un piano esclusivamente individuale, non è neppure possibile immaginarlo. Non c’è Cristo senza Chiesa. Questo sperimentiamo durante la Quaresima e la Liturgia Pasquale; questo ci sarà dato di meditare, in maniera particolare, subito dopo Pasqua, nel grande pellegrinaggio sinodale «alle radici della nostra fede», il 20 aprile, a S. Apollinare in Classe.





Walter Amaducci
CC XXX n 6 – 15 febbraio 1997, p.1.2



PELLEGRINAGGIO A RAVENNA


20 aprile 1997


Dopo il grande pellegrinaggio a Loreto del 25 aprile ‘96, la nostra diocesi vivrà un secondo pellegrinaggio sinodale “alle radici della nostra fede” domenica pomeriggio 20 aprile 1997 a Ravenna. Meta sarà l’antica basilica di S. Apollinare in Classe.
Per il pellegrinaggio sarà disponibile un opuscolo-guida che presenterà le motivazioni storiche che ci legano a Ravenna e i testi dei momenti che vivremo a S. Apollinare in Classe.

Si tratta del secondo pellegrinaggio sinodale che segue, nel significato e negli intenti essenziali, il grande pellegrinaggio a Loreto di un anno fa.
Il tema «ALLE RADICI DELLA NOSTRA FEDE» sottolinea, in particolare, il richiamo alla storicità della trasmissione della fede cristiana dentro la dinamica dell’incarnazione.
Proprio da Ravenna giunse nella nostra terra l’annuncio del Vangelo. Il pellegrinaggio alla tomba di S. Apollinare significherà, per tutti noi, farne memoria ricolmi di gratitudine e, anche per questo, ritrovare la gioia e la responsabilità dell’annuncio cristiano alle nuove generazioni.
1. Al mattino di domenica 20 aprile i pellegrini parteciperanno alla S. Messa ciascuno nella propria parrocchia. Tale celebrazione, contrassegnata da opportune sottolineature, costituirà il primo atto della giornata del pellegrinaggio. A tale scopo sarà a disposizione, presso il Centro Pastorale, un breve sussidio contenente didascalie e intenzioni di preghiera unitamente alle immaginette da distribuire durante la S. Messa.
2. Ogni comunità organizzerà il viaggio a Ravenna con mezzi propri. Si invita ad utilizzare soprattutto il pullman che può favorire il clima del pellegrinaggio, oltre che facilitare l’adesione di tante persone non autosufficienti ed agevolare il problema dei parcheggi.
3. Entro la prima metà di aprile dovrà essere promossa e organizzata la raccolta delle adesioni.
4. Dal 2 al 17 aprile, presso il Centro Pastorale (Palazzo Ghini, orario: 9,30-12) sarà in distribuzione tutto il materiale riguardante il pellegrinaggio. Il libretto del pellegrino e il fazzoletto distintivo-ricordo potranno essere ritirati al prezzo di £. 3.000.
5. I giovani che desiderassero fare il pellegrinaggio a piedi (con ritrovo a S. Andrea in Bagnolo alle ore 9, S. Messa, e partenza alle ore 10) potranno rivolgersi per ogni informazione alla Consulta Giovanile (tel. 302275).
6. Il raduno di tutti i pellegrini è fissato per le ore 15,30 sul viale antistante la basilica di S. Apollinare in Classe. Il programma del pomeriggio (cf. manifesto) prevede un momento diversificato di animazione per i ragazzi. La conclusione e il ritorno per tutti sono previsti per le ore 17, 45.




Walter Amaducci
20 marzo 1997
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ANNOTAZIONI SUL LAVORO DEI GRUPPI SINODALI



In questi giorni la Commissione Preparatoria del Sinodo sta ultimando l’esame dei contributi pervenuti alla Segreteria da parte di tutti coloro che hanno lavorato sulle schede dei Lineamenti. La rassegna sistematica delle osservazioni e dei suggerimenti costituisce la prima base dello Strumento di lavoro che entro i primi di giugno sarà disponibile per la seconda consultazione nelle comunità.
Nel frattempo la preparazione al Sinodo non si è interrotta, ma si incentra e si esprime negli altri appuntamenti programmati: la catechesi quaresimale su Gesù Cristo, l’attività particolare proposta ai ragazzi, il pellegrinaggio a S. Apollinare in Classe, il mese di maggio...
Il lavoro sui Lineamenti ha dunque costituito l’ossatura della fase antepreparatoria. Quali valutazioni si possono dare di questa esperienza? E’ possibile trarre già qualche segnale o indicazione di carattere pastorale a prescindere dai contenuti e dalle osservazioni emerse che, come si diceva, sono ancora oggetto di attenta lettura?
Una prima considerazione va fatta a proposito dei dati definitivi. Si tratta, è vero, di una sequenza di numeri, la cui lettura però appare subito stimolante e suscettibile di approfondimenti in più direzioni.
I gruppi sinodali
La riflessione sui Lineamenti è avvenuta, secondo le indicazioni date, all’interno di gruppi sinodali o in altri ambiti particolari che hanno raggiunto il totale di 680. Sono stati ben 535 i gruppi organizzati nelle parrocchie e 76 nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali. Nel mondo della scuola si sono costituiti 9 gruppi sinodali, 4 nell’ambiente della sanità, 2 in altri ambienti di lavoro, 9 nel presbiterio, 7 tra i religiosi, 14 sono stati i gruppi particolari. Sono pervenuti, infine, contributi da parte di altre realtà come organismi diocesani (7), contributi dalle missioni (10) e anche contributi personali (7).
Partecipazione ai gruppi sinodali parrocchiali
Per limitarci ai 535 gruppi parrocchiali, gli incontri sono stati complessivamente 2.650, con una media di circa 5 incontri per gruppo. Le presenze nei gruppi sinodali parrocchiali sono state 34.574, con l’interessamento di circa 7.000 persone. Ogni gruppo sinodale era composto mediamente da circa 13 persone.
Alcune parrocchie hanno superato il centinaio di incontri: S. Vittore (126 incontri con 16 gruppi), S. Pietro (118 incontri con 20 gruppi), S. Domenico (108 incontri con 18 gruppi).
Le schede esaminate
Tutte le 60 schede sono state affrontate in qualche gruppo. Le schede più esaminate risultano:
Scheda 56: Famiglia, Chiesa domestica (255 gruppi/contributi). Sch. 57: Famiglia e società (220 gr.). Sch. 58: I giovani (209 gr.). Sch. 60: La donna (198 gr.). Sch. 26: Evangelizzazione (165 gr.). Sch. 17: La Parrocchia (126 gr.). Sch. 41: La carità: farsi prossimo (85 gr.). Sch. 45: Gli anziani (72 gr.). Sch. 59: I pre-adolescenti (72 gr.). Sch. 33: La Celebrazione eucaristica (71 gr.). Sch. 27: La Bibbia, Parola di Dio per l’uomo (69 gr.). Sch. 40: La carità: testimonianza dell’unità (57 gr.).
Una seconda considerazione riguarda il metodo di lavoro adottato nei gruppi. Gli incontri hanno costituito in tantissimi casi un’occasione di autentica catechesi. La funzione degli animatori si è rivelata non solo preziosa ma, di solito, sufficientemente ‘abbordabile’ incoraggiando vari laici a rendersi più disponibili in questo genere di servizio. Infatti l’indicazione pastorale forse più nitida va proprio nella direzione di una rete di gruppi in parrocchia, a cominciare da quelli organizzati nelle case, nei quali impostare un cammino sistematico di catechesi, integrabile con momenti di preghiera, di scambio di esperienza, di condivisione. Il desiderio, in taluni casi già attuato, di continuare ad incontrarsi anche dopo il lavoro sui Lineamenti, testimonia non solo una possibilità da non scartare, ma appunto un metodo complementare di aggregazione, di evangelizzazione, di esperienza comunitaria da incoraggiare.
Questo vale, in primo luogo, per quei gruppi che si sono ritrovati sistematicamente, a scadenza settimanale o quindicinale. La connotazione ‘straordinaria’ della proposta non è certamente venuta meno; ma ci sono motivi per considerare ripercorribile questa strada e per auspicare un’accoglienza crescente di iniziative analoghe.




Walter Amaducci
CC XXX n. 14 – 12 aprile 1997 p.5





ULTIMA TAPPA DI PREPARAZIONE AL SINODO



* Sta per iniziare l’ultima tappa di preparazione al Sinodo . Il 15 giugno 1995 Il Vescovo Lino lo aveva annunciato con la lettera «Il Sinodo diocesano» indirizzata «a tutta la Chiesa di Dio che vive a Cesena-Sarsina». L’anno seguente, il 13 giugno 1996, venivano consegnate le schede dei «Lineamenti» per la prima grande consultazione nelle comunità della diocesi. Si sono costituiti ed hanno condotto una riflessione sui Lineamenti ben 680 gruppi sinodali, di cui 535 nelle parrocchie, 76 nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali e altri in ambiti diversi. E’ stata una grande occasione di catechesi diffusa, di coinvolgimento ecclesiale, di ampio ascolto e di raccolta di proposte.
* Nei primi mesi del 1997 la Commissione preparatoria ha esaminato tutti i contributi pervenuti alla Segreteria del Sinodo e ha provveduto a stendere lo «Strumento di lavoro»: si tratta di una proposta organica e completa di vita ecclesiale, un progetto pastorale vero e proprio, anche se provvisorio. Lo Strumento di lavoro viene ora consegnato a tutta la comunità diocesana per la seconda grande consultazione, che terminerà il 31 gennaio 1998. Si chiede un’attenta valutazione delle affermazioni e delle indicazioni ivi contenute, di completare le proposte operative, di correggere, integrare, concretizzare ulteriormente.
* Il metodo suggerito e da privilegiare è ancora quello del lavoro nei gruppi sinodali; saranno tuttavia i Consigli Pastorali Parrocchiali a individuare le modalità ritenute più efficaci per suscitare questo nuovo prezioso contributo. Lo stesso accadrà all’interno delle associazioni, dei movimenti, dei gruppi e delle altre comunità della nostra Chiesa particolare. Saranno sempre possibili interventi e contributi personali da inviare direttamente alla Segreteria del Sinodo.
* Lo Strumento di lavoro, riveduto, integrato e arricchito, costituirà la bozza del documento sinodale che il 31 maggio 1998, domenica di Pentecoste, verrà consegnato ai delegati sinodali nel corso della solenne e ufficiale apertura del Sinodo. Le sessioni dell’assemblea sinodale cominceranno alla fine dell’estate e si protrarranno durante tutto l’autunno; è prevedibile che si pervenga alla conclusione dei lavori sinodali entro il Natale 1998.
* La comunità diocesana continuerà nel frattempo l’esperienza del ‘convenire’ e del ‘camminare insieme’ rispondendo a precise proposte di catechesi, di preghiera e di manifestazioni corali come quella del pellegrinaggio (per il 2 maggio 1998 è previsto il pellegrinaggio diocesano alla Sindone di Torino). Ai ragazzi e ai giovani saranno fatte proposte appropriate e diversificate per un coinvolgimento reale durante l’ultima fase della preparazione e durante la celebrazione vera e propria del Sinodo.




Don Walter Amaducci
CC XXX n. 23 – 14 giugno 1997 – p.1



MAGISTERO E SINODALITÀ




In continuità con le due Istruzioni emanate nei mesi scorsi dalla Sede Apostolica (elaborate da Congregazioni e Consigli Pontifici e approvate dal Santo Padre) riguardanti i Sinodi Diocesani (22 febbraio 1997) e Alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti (15 agosto 1997); con una ripresa e un approfondimento dei princìpi fondamentali espressi nella sue Lettere Il Sinodo diocesano (15 giugno 1995) e Per una pastorale di comunione e di corresponsabilità (4 agosto 1996), si pone la recente Lettera pastorale del Vescovo Lino Garavaglia intitolata Magistero e Sinodalità (8 dicembre 1997).
La Lettera, per espressa intenzione del Vescovo, mentre illustra lo spirito, lo stile e la metodologia che devono sostenere l’attuale impegno di preparazione al Sinodo, vuole costituire un richiamo e un aiuto a vivere la sinodalità come dimensione permanente all’interno della vita ecclesiale. La sinodalità come “cultura della partecipazione alla vita della Chiesa; come un sentire di comunione che genera e sorregge il coinvolgimento alla vita della comunità” ha il suo fondamento nel battesimo e nei doni elargiti dallo Spirito per l’edificazione della comunità ecclesiale e la sua missione tra gli uomini. “Tra questi doni - con un compito delicato e molto particolare - c’è il Ministero gerarchico”.
La Lettera del Vescovo intende precisamente chiarire il rapporto tra Magistero e Sinodalità, affinché i due termini non siano pensati in contrapposizione, ma anzi, ben compresi, contribuiscano alla riscoperta del grande ‘mistero’ della Chiesa. La Chiesa, infatti, è innanzi tutto un mistero, non è una creazione umana; è “l’amore e la comunione della Trinità che in Cristo Mediatore e Redentore, viene data in dono agli uomini che credono”. La prima parte della Lettera tratta allora questo tema basilare: La Chiesa, mistero e dono di comunione trinitaria. Si tratta di un invito ad approfondire il nostro sentimento di appartenenza alla Chiesa con amore nuovo, scorgendo, ammirando e cercando in essa i grandi doni della verità che salva, della santità, della guida mediante il sostegno dei pastori.
Il Magistero ecclesiale: un servizio alla verità, per la salvezza degli uomini è il titolo della parte successiva della Lettera. Del Ministero ordinato, il Vescovo riprende e approfondisce esplicitamente la funzione di insegnamento autorevole con cui i Pastori, Papa e Vescovi, guidano i fedeli: il Magistero appunto, carisma dello Spirito “che diviene sevizio alla verità su Dio, sull’uomo amato e redento da Dio e sui comportamenti morali dell’uomo come creatura e figlio di Dio”, un grande aiuto per la vita cristiana.
Il Magistero del Vescovo si caratterizza in un modo molto particolare nella celebrazione del Sinodo: tutto il resto della Lettera è volto a coniugare Magistero e Sinodalità, non semplicemente per scongiurare confusioni e sconfinamenti tra sociale ed ecclesiale, per allontanare eventuali equivoci provenienti da logiche di ‘mode’ o ‘maggioranze’, ma soprattutto per incoraggiare e promuovere quella corresponsabilità che nasce dalla comunione e ritorna ad una comunione rafforzata, arricchita dal discernimento e dalla volontà di vivere la missione ecclesiale con urgenza, concretezza ed operatività.
L’affermazione finale del Vescovo secondo cui i lavori sinodali sono “scuola di Sinodalità” diventa anche l’augurio per un autentico rinnovamento della nostra Chiesa particolare alle soglie del Duemila: “Sia anche il modo, singolarmente significativo per la nostra Chiesa, di congedarsi da questo millennio per entrare nel nuovo, visibilmente carica della presenza di Cristo risorto, sfavillante nel suo vangelo e rigenerata dalla gioia di farne parte a tutti”. É l’augurio che vogliamo raccogliere e trasformare subito in impegno.



Walter Amaducci
CC XXX n. 45 – 13 dicembre 1997. p.1.2



PELLEGRINI ALLA SINDONE




Il 2 maggio prossimo 2200 fedeli della nostra diocesi si recheranno a Torino per l’ostensione della Sindone. Si tratta del terzo pellegrinaggio sinodale, dopo quello a Loreto del 25 aprile 1996 e quello a S. Apollinare in Classe del 20 aprile 1997. Come i due precedenti, anche questo viene proposto e sarà vissuto nella prospettiva del ‘segno’, come un’azione corale che nasce dalla nostra appartenenza ecclesiale e intende scandire questo ultimo tratto di percorso che ci separa dal Sinodo ormai imminente. Ancora una volta desideriamo sperimentare ed esprimere quel “camminare insieme” nella comunione e nella missione che costituisce la nostra identità essenziale.
Dentro il grande ‘segno’ del pellegrinaggio, la meta ci offrirà un osservatorio particolarmente ricco di evocazioni: la sosta silenziosa davanti ad un lenzuolo funerario che, in maniera impressionante, corrisponde alle descrizioni che i Vangeli hanno tramandato delle sofferenze e della morte di Gesù di Nazaret.
Ma Gesù non è lì! Ciò che la memoria e l’affetto rendono quasi palpabile è la vicenda di alcune ore, è la sosta inchiodata da una volontà suprema di amore, è l’ora delle tenebre che dall’obbedienza redentrice viene trasformata in ora di luce abbagliante. Sul telo della Sindone, su quel corpo e su quel volto misterioso, alzeremo uno sguardo intenso e adorante, uno sguardo pasquale che non perde neppure per un attimo l’aderenza alla realtà.
Ecco perché il momento culminante del pellegrinaggio sarà la Celebrazione Eucaristica, presieduta nella grande chiesa di San Filippo Neri dal Cardinale Giovanni Saldarini.
L’Arcivescovo di Torino accoglierà la Chiesa sorella di Cesena-Sarsina guidata dal suo Vescovo Lino Garavaglia e nel segno del pane spezzato darà a tutti i pellegrini l’ennesima straordinaria possibilità di riconoscere il Cristo risorto e vivente, colui che fa di tutti noi il suo corpo e la sua sposa: «... e lo riconobbero» sarà l’eredità più preziosa che Torino potrà lasciare alla grande schiera dei pellegrini cesenati e, tramite loro, a tutta la nostra diocesi che il 31 maggio, domenica di Pentecoste, celebrerà la solenne apertura del suo primo Sinodo.
Maria, che accompagnò i primi passi del nostro itinerario sinodale, oggi più che mai al nostro fianco, ci esorta con rinnovata insistenza a “fissare lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede”, ad “ascoltarlo” e a “fare tutto quello che Egli ci dirà” (Cfr. Eb 12,2; Mc 9,7; Gv 2,5).
Il ritorno dal pellegrinaggio alla Sindone possa costituire per tutti una ripresa di slancio, di rimotivata obbedienza, di gioiosa spinta missionaria, grazie alla luce e alla forza dello Spirito di Cristo risorto.



Walter Amaducci
CC XXXI n. 17 – 2 maggio 1998. p. 1



DIOCESI DI CESENA-SARSINA - SINODO DIOCESANO
MOSTRE DI ARTE SACRA



Dopo un lungo tempo di preparazione che ha coinvolto tutta la comunità diocesana, la Chiesa di Cesena-Sarsina ha messo in cantiere la celebrazione del Sinodo diocesano.

Con la guida autorevole del Vescovo, alla luce della Parola di Dio e con uno sguardo alla Tradizione, i Sinodali verificano se il cammino della nostra Chiesa è veramente un camminare con Cristo Signore verso il nuovo millennio. Per richiamare l’attenzione all’avvenimento sinodale di tutta la “città” sono state organizzate alcune manifestazioni di carattere culturale; tra queste due mostre di arte sacra.

La prima, «Arte sacra antica a Cesena»; la mostra intende ripercorrere il cammino di fede che ha scandito la nostra storia cristiana; opere d’arte, recentemente restaurate, provenienti dalle nostre chiese. Il comitato organizzativo con la supervisione del dott. Franco Faranda, si avvale della collaborazione del Rotary Club con la sponsorizzazione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena. Sede della mostra è la Galleria comunale, nel palazzo del Ridotto.

La seconda mostra è una Rassegna di «Arte sacra - sezione scultura contemporanea» in Romagna. Il Comitato Scientifico, presieduto da mons. Roberto Zagnoli dei Musei Vaticani, ha invitato un qualificato numero di scultori romagnoli che, con le loro opere, riconoscono ed esprimono la fede dei padri.

L’allestimento è curato da “Il Vicolo - Sezione arte” con la sponsorizzazione di: Banca Popolare dell’E.R., La Cattolica Assicurazioni, Technogym (s.p.a.).
La rassegna è allestita nella Chiesa di Boccaquattro e nella galleria d’arte Ex Pescheria

Le due mostre, che godono del patrocinio del Comune di Cesena, rimarranno aperte per tutto il mese di ottobre.

Le mostre sono accompagnate da due cataloghi pubblicati per l’occasione

L’inaugurazione delle mostre avrà luogo
Venerdì 2 ottobre 1998, ore 17,
presso l’Aula Magna del Liceo Classico Vincenzo Monti.


 





ASSEMBLEA SINODALE



Comunicazione dei risultati delle votazioni di Lunedì 5 ottobre.


Le motivazioni di coloro che hanno approvato con riserva sono state esaminate dal Comitato di revisione del testo e su queste riferirà don Virgilio Guidi prima della votazione finale sulla parte «Soggetti e strutture ecclesiali».


Il capitolo sulla donna


Una riserva di carattere particolare è quella relativa all’opportunità o meno di dedicare un capitolo a sé alla donna. Tale riserva riguarda, più che il Comitato la stessa impostazione della materia sinodale, quindi tutto il lavoro preparatorio a cominciare dalle schede dei lineamenti fino alla bozza del testo sinodale; in altre parole ciò su cui il Vescovo intendeva chiedere pareri e suggerimenti alla Comunità diocesana prima e all’assemblea ora.

Premesso che tutto quanto il Sinodo affronta riguarda sia gli uomini che le donne, l’aver dedicato al tema della donna nella Chiesa un’attenzione particolare è in linea con quel desiderio di una reale promozione della donna, che non ignora notevoli problemi e difficoltà del passato ma anche del presente e l’ambiguità di tante risposte di ieri e di oggi; è in linea con gli interventi del Magistero che già con Pio XII e papa Giovanni XXIII, ma soprattutto dal Concilio in poi, si è fatto particolarmente attento a questo tema (oltre i testi conciliari ricordiamo il messaggio particolare del Concilio alle donne dell’8 dicembre 1965) fino alla ormai celebre Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II Mulieris Dignitatem, sulla dignità e vocazione della donna.

Pare ancora oggi al Magistero della Chiesa, dunque, che ci siano notevoli ritardi e chiarezze da recuperare. Tutti, a cominciare dal Papa e dal nostro Vescovo, evidentemente si augurerebbero di non doverne più trattare grazie a un riscontro di serenità, sia nelle idee e che nella prassi; ma proprio perché si possa arrivare a questo è sembrato metodo preferibile non ignorare i problemi residui, ma affrontarli con franchezza e fiducia.

Lunedì 12 ottobre 1998