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Walter Amaducci: Anno_Mariano_3

Anno_Mariano_3.    





 

LA «VIA MARIAE»


(nascita di una tradizione)





La sera del 31 maggio 1978 un folto gruppo di studenti delle scuole superiori di Cesena saliva in pellegrinaggio al santuario della Madonna del Monte, percorrendo, al lume delle fiaccole, la via delle Scalette. La via delle Scalette costituisce un itinerario antico e molto amato dalla tradizione popolare di pietà mariana dei cesenati. I giovani studenti recitavano il S. Rosario, scandito da cinque soste durante le quali vennero proposti alla meditazione i misteri dell’Annunciazione, della Visitazione, della Crocifissione, della Resurrezione e della Pentecoste.

In basilica il vescovo accolse i pellegrini che intendevano concludere, con quella sottolineatura di fede e di devozione, il loro anno scolastico.

Stavo terminando il mio primo anno di insegnamento al Liceo-Ginnasio «V. Monti» e quella sera vissi, come tutti gli altri partecipanti, insegnanti e studenti, una valida iniziativa di pastorale scolastica senza immaginare che di lì a poco si sarebbe trasformata in un significativo appuntamento diocesano.

L’anno seguente, il 30 maggio 1979, il pellegrinaggio fu riproposto; l’invito, però, fu esteso al personale docente e non docente della scuola e a tutte le famiglie degli studenti. Così da quella sera famiglie al completo cominciarono a ritrovarsi per il pellegrinaggio al Monte e l’ultima sera di maggio è diventata, dal 1980 in poi, la conclusione diocesana del mese di maggio.

Il pellegrinaggio si innesta nella secolare tradizione delle processioni e dei pellegrinaggi del popolo cristiano e, in particolare, entra a far parte di una ben precisa famiglia di ascensioni al Monte care ai cesenati e alla gente della Romagna: quelle legate alla festa solenne dell’Assunzione di Maria (15 agosto) che durano fino all’8 settembre, festa della Natività della Madonna.

Il pellegrinaggio di fine maggio assume subito alcune caratteristiche tipiche, a cominciare dal percorso che dopo il 1983 (quell’anno si partì dalla chiesa dell’Osservanza) ha sempre il suo inizio presso l’Istituto della S. Famiglia e seguendo via Pascoli, l’ultimo tratto di via dei Pini e via del Monte, si conclude nella Basilica di S. Maria del Monte.

La recita del S. Rosario, i canti, la meditazione sui misteri, attraverso l’impianto di amplificazinne fondono in un’unica preghiera menti, animi e voci di un popolo che sale sempre più numeroso.

I pellegrini portano in mano i flambeaux, e questa «fiaccolata» raggiungerà un momento di suggestiva intensità la sera del 9 maggio 1986 quando il pellegrinaggio venne `anticipato’ in occasione della visita a Cesena del Santo Padre Giovanni Paolo Il che fu ospite, per due notti consecutive, del monastero benedettino. Accanto a questa eccezione, relativa al calendario, va ricordata l’altra del 1982 allorchè il pellegrinaggio diocesano ebbe come meta la Madonna del Popolo, celebrandosi in quell’anno il bicentenario di incoronazione della venerata immagine.

La presenza del vescovo è una qualificante nota del pellegrinaggio al Monte; la sua parola in basilica, infatti, si ripropone ogni anno come uno degli interventi più tipici del pastore che guida il suo gregge precedendolo, come la sua persona fisica precede il corteo, lungo il cammino dell’esistenza cristiana.

Infine ogni anno si effettua una raccolta: è il segno della carità che rimane come frutto tangibile e immediato di questo momento di fede e di pietà che attraverso Maria raggiunge Cristo e in Lui ogni uomo, soprattutto se povero e bisognoso.

31 maggio 1988: si conclude in diocesi il congresso mariano Maria: una Madre, un popolo, manifestazione culminante di tutto l’Anno Mariano. Ancora una volta è il pellegrinaggio al Monte a coronare una ricca serie di iniziative; e ancora una volta la gente partecipa numerosissima a questo appuntamento ormai veramente «tradizionale». Il tragitto ha da quest’anno un nome: Via Mariae, nome legato ad una realizzazione artistica che rimarrà a ricordo dell’Anno Mariano; sono cinque edicole che su grandi pannelli in bronzo (100x80) presentano altorilievi di alcuni misteri del S. Rosario, quelli che al Comitato diocesano per l’Anno Mariano sono sembrati più efficaci nel richiamare il posto di Maria nel mistero della Redenzione, il suo ruolo nel mistero di Cristo e della Chiesa. I cinque misteri rappresentati sono quelli dell’Annunciazione, della Visita di Maria ad Elisabetta, della nascita di Gesù, della Crocifissione e della Pentecoste.

I1 22 dicembre 1987 un’apposita commissione, presieduta dal vescovo, esaminò i bozzetti in concorso affidando l’esecuzione dell’opera allo scultore cesenate Leonardo Lucchi. Nato nel 1952 e dedicatosi completamente alla scultura dal 1980, Lucchi ha già all’attivo una vasta produzione artistica, varie mostre personali e la partecipazione a mostre collettive, soprattutto a livello regionale. Il suo stile classico, che consente urla lettura lare» delle scene rappresentate, ha subito suscitato consenso e apprezzamento in coloro che hanno ammirato i pannelli esposti in Cattedrale durante il congresso mariano («ricchi di interiorità» li ha definiti il teologo René Laurentin); l’esposizione dei bronzi è durata tutta l’estate, mentre venivano edificate, su progetto dell’ing. Ermanno Gianessi, le edicole destinate ad accoglierli. La sera del 7 ottobre 1988, festa della Beata Vergine del Rosario, la «Via Mariae» è stata inaugurata dal vescovo che ha guidato i fedeli fino al Monte recitando la più tradizionale delle preghiere mariane nella meditazione dei cinque misteri «contemplati», ora, anche nella loro rappresentazione scultorea.

La «Via Mariae» è un ricordo dell’Anno Mariano, una eredità che questa generazione consegna alle generazioni future non solo come patrimonio artistico, ma come lezione o segno della capacità della fede di nutrire le sorgenti della bellezza, come sa nutrire quelle della bontà e della verità.

La «Via Mariae» è la solenne e gioiosa elevazione di un momento di popolo cresciuto quasi per una interiore virtù di natura, di cultura e certamente di grazia, fino a diventare una esperienza e un’espressione di comunione semplice e forte, radicata nella paternità di Dio e nella maternità di Maria e della Chiesa.


Walter Amaducci
LA «VIA MARIAE»
(nascita di una tradizione)
in: Honorificentia populi nostri, a cura di Marino Mengozzi, Cesena-Stilgraf 1988, pp. 227-229